Giovanna Albi

"L’Umbria non è un territorio di passaggio, ma una Regione a forte vocazione turistica a tutti gli effetti, per quanto piccola possa sembrare". E' quanto ha espresso, nei giorni scorsi, l'assessore regionale al Turismo, Simona Meloni, presentando a Milano la nuova stagione turistica umbra per l'estate 2025. Non avendo uno sbocco al mare, per molto tempo l'Umbria è stata poco considerata dal punto di vista delle scelte turistiche. Tuttavia, essa si può essere riscoperta attraverso le sue tradizioni, il suo folclore, per il peso culturale che ha avuto nella Storia medioevale del nostro Paese. I suoi cammini spirituali, le eccellenze enogastronomiche, le località più caratteristiche da riscoprire, i suoi ponti e acquedotti dimostrano che la classica definizione dell'Umbria come “Cuore verde d'Italia” non sia un luogo comune. I suoi paesaggi e l'intensità spirituale delle sua cultura riesce a portare a sintesi storicismo e religiosità, contemplando tradizioni e modernità, struttura e sovrastruttura. L’Umbria è una regione da riscoprire, perché ha dimostrato di sapersi organizzare aprendosi una strada originale per conto proprio. Per l'estate 2025 sono in fase di programmazione numerose iniziative, con una forte attenzione alla sostenibilità, alla geniale idea di turismo ‘lento’, alla valorizzazione delle bellezze storico-artistiche di città come Perugia o Assisi, dei borghi della Valnerina, delle grandi rassegne internazionali come Umbria Jazz, dei percorsi da fare a piedi o in bici immersi tra boschi e ciclovie. Inoltre, la valorizzazione del turismo lacustre, già rilanciato nel nord d’Italia, è giunto fin sulle sponde del Trasimeno. Per non parlare della conosciutissima cascata delle Marmore, che non sarà forse paragonabile ai grandi volumi d’acqua americani, ma che alimenta, da millenni, la grandezza di Roma attraverso il suo mitico fiume. Una funzione preziosa, testimoniata dal motto: “Il Tevere non sarebbe Tevere, se il Nera non gli desse da bevere”.

 


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