La Groenlandia è l’isola più grande del mondo, coperta per l’80% di ghiaccio, con le sue immense distese bianche. Ultimamente, sta facendo parlare molto di sè, non tanto per le sue bellezze naturalistiche, quanto per le mire espansionistiche del presidente americano, Donald Trump, che sogna di annetterla agli Usa. Il territorio della Groenlandia si trova, infatti, tra l’oceano Atlantico settentrionale, l’oceano Artico, il Canada e l’Islanda. Fino alla metà del secolo scorso era una colonia danese. Il regno di Danimarca ha poi concesso alla Groenlandia uno 'status' di autonomia amministrativa, ma con il passare degli anni i suoi abitanti hanno iniziato a manifestare un atteggiamento indipendentista, sfociato nella vittoria del Partito di centrodestra, promotore di un nazionalismo e dell’indipendenza dell’isola, nelle elezioni dell’11 marzo 2025. Il nuovo governo ha ora il compito di tracciare un percorso graduale verso l’indipendenza e il definitivo distacco dalla Danimarca. L’isola è ricca di materie prime e fonti di energia; ospita anche una base della Nato ed è in una posizione strategica per il controllo delle rotte commerciali artiche. Perciò, il presidente americano ci avrebbe messo gli occhi addosso, anche se, ufficialmente, ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno bisogno della Groenlandia per motivi di sicurezza nazionale. In Groenlandia ci sono minerali critici per la transizione energetica, che punta a contrastare l’emergenza climatica di cui l’isola è il maggiore osservatorio al mondo, visto l’incessante sciogliersi dei ghiacciai, i quali stanno aprendo nuove rotte navigabili che fanno gola anche alla Russia. La gestione dell’Artico è affidata a un organismo internazionale, ma la Russia, da sempre, è presente nella gestione dei traffici. E con le sue navi rompighiaccio è riuscita a beneficiare dei dazi di passaggio. La Groenlandia rappresenta la traiettoria più breve per lanciare missili dalla base Nato verso Mosca, questione che preoccupa non poco il presidente russo, Vladimir Putin. La Cina popolare, altra potenza interessata, non vuole restare a guardare e anch’essa è attratta dai preziosi giacimenti minerari dell’isola. Già durante il mandato del presidente americano Joe Biden, la Cina era presente in Groenlandia, avendo acquistato i diritti per l'utilizzo di diverse miniere e contribuito alla costruzione di alcuni aeroporti. I groenlandesi hanno dichiarato di non sentirsi né danesi, né americani. E di voler proteggere il loro territorio e la loro identità. Non vogliono essere annessi agli Stati Uniti, ma potrebbero intavolare dei negoziati per l’estrazione di terre rare, per possibili investimenti, per l’espansione del turismo e il rafforzamento dei legami diplomatici.