Negli anni del colonialismo inglese, la vita dell’America puritana era molto dura, regolata da ferrei codici di condotta. Chiunque manifestasse comportamenti stravaganti o non comuni era ritenuto colpevole di scatenare l’ira del Signore. Durante tutto il XVII secolo, chi non frequentava regolarmente la chiesa diventava un reietto. La presenza del diavolo era ritenuta una verità assoluta e Satana un’entità reale. 'Streghe' e 'stregoni' erano considerati in grado di evocare il demonio e usarlo per i propri fini. Sono stati questi presupposti a scatenare, tra il 1692 e il 1693, nella colonia britannica di Salem nel New England, oggi Massachusetts, il più noto episodio di caccia alle streghe nell’America coloniale, nel corso del quale furono impiccate almeno 19 persone. Dopo alcuni sporadici casi riportati dalle fonti medievali, dal XVI secolo in Europa e in tutto il mondo occidentale si scatenarono persecuzioni su larga scala per stregoneria e magia. All’indomani della prima edizione, nel 1486-87 del 'Malleus maleficarum', il 'Martello delle streghe' dei domenicani Heinrich (Krämer) Institor e Jakob Sprenger, autorizzati da papa Innocenzo III, il Tribunale dell’inquisizione, istituito nel 1231 da papa Gregorio IX contro l’eresia e facente capo direttamente a Roma, visse la sua epoca più grandiosa. La “perversione eretica”, persino il semplice dubbio, erano un crimine contro l’ordine e il sistema, cioè la Chiesa, che andava stanato, punito e corretto, anche con torture e tormenti. E il corpo contaminato dalla stregoneria, doveva essere bruciato. Le persone sospettate di magia e stregoneria, uomini e soprattutto donne di ogni età, dalle giovanissime alle più anziane, subivano processi sommari che, spesso, si risolvevano nella condanna a morte: impiccate, decapitate o bruciate vive. Durante le sedute di tortura, agli accusati venivano estorte confessioni entro le quali si risolvevano tutti i cliché del panorama stregonesco: il sabba, l’abiura della fede critiana, il maleficio, la capacità di trasformarsi in animali o di volare, di nuocere anche solo con un tocco o con lo sguardo (il malocchio). I processati erano poi costretti a indicare i loro presunti complici. E così le accuse e le persecuzioni si allargavano a macchia d’olio, coinvolgendo intere comunità accecate dalla paura e dalla superstizione. Una serie di spietate ingiustizie, che non sono passate inosservate agli occhi di storici e giuristi delle epoche successive e, in generale, dell’opinione pubblica. Già nel 1711, all’indomani dell’abolizione del Tribunale di Salem, alcuni esponenti della comunità sentirono il dovere di esprimere scuse pubbliche per quanto accaduto. Tra questi, Samuel Sewall, unico giudice della corte a manifestare rimorso per la morte di tante vittime innocenti. Nel 1702, i processi di Salem furono considerati illegittimi. E, nel 1711, la colonia approvò una legge, il 'Reversal of Attainder' (Atto di revoca della perdita dei diritti civili, ndr), che ristabiliva il buon nome degli accusati. Nel 1957, lo Stato del Massachusetts ha emesso scuse formali per gli eventi del 1692-93. Questo processo di riabilitazione è proseguito negli anni e ha riguardato altri casi di persecuzioni di massa. Nel 2023, i legislatori del Senato dello Stato del Connecticut hanno ammesso "l’errore giudiziario", rispetto agli standard moderni del giusto processo e della prova ed emesso una risoluzione che ha scagionato dodici persone condannate per stregoneria tra la metà e la fine del Seicento, secondo quanto riportato da un'inchesta della Bbc. Tra queste, Alice Young, impiccata il 26 maggio 1647, circa quarant’anni prima dei fatti di Salem. Frutto di una campagna portata avanti dal Connecticut Witch Trial Exoneration Project, un gruppo fondato nel 2005 dai discendenti degli imputati allo scopo di sostenere l’educazione storica e la commemorazione delle vittime dei processi alle streghe, la risoluzione è stata votata all’unanimità con l'esclusione di un unico contrario: il senatore repubblicano Rob Sampson, il quale non ha ritenuto giusto "giudicare fatti del passato di cui non abbiamo diretta conoscenza". Più di recente, nel marzo 2025, i legislatori del Maryland hanno depositato un disegno di legge per scagionare gli accusati, incriminati e banditi per stregoneria prima della Rivoluzione americana, secondo quanto riportato dalla Cbs. E nel 2022, tanto per ricongiungere l’America con l’Europa, l’ex primo ministro e leader del Partito nazionale scozzese, Nicola Sturgeon, intervenendo nel dibattito pubblico in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha rilasciato delle scuse formali alle migliaia di persone perseguitate in Scozia nei secoli XVI e XVII, ai sensi del 'Witchcraft Act' del 1563. Oltre 2500 persone, la maggior parte delle quali donne: “Una ingiustizia su scala colossale, frutto di profonda misoginia”, secondo The Guardian. Sempre nel 2022, il parlamento regionale catalano ha approvato, a larga maggioranza, una risoluzione per riabilitare la memoria di oltre 700 donne torturate e giustiziate tra il XV e il XVIII secolo. Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Barcellona, la Catalogna è stata tra le prime regioni d'Europa a portare avanti la caccia a eretici e streghe, anche in questo caso per la maggior parte di sesso femminile, spesso accusate della morte improvvisa dei bambini e persino per scarsi raccolti. Diverse altre iniziative sono state adottate in vari Paesi europei: nel 2011, a Vardø, in Norvegia, è stato eretto lo 'Steilneset Memorial' in ricordo delle 91 vittime locali bruciate vive nel 1621: uno spazio suggestivo creato dall’artista Louise Bourgeois e dall’architetto Peter Zumthor che comprende una sala commemorativa lunga 100 metri e una sedia avvolta dalle fiamme, ricostruito sulla base degli antichi verbali. Nel cantone di Vaud, in Svizzera, vicino a Losanna, dal 2020 una targa, affissa sul muro del castello di Ouchy, ricorda il luogo dove, nel 1469, fu imprigionata e torturata Jaquette de Clause, tra le prime donne valdesi a essere condannata a morte per stregoneria. E in Italia, nel 2015, ha avuto acceso al dibattito pubblico l’iniziativa promossa dal Comune di Brentonico (Tn), il quale ha chiesto alla Corte di Appello di Trento di riaprire il processo contro Maria Bertoletti Toldini, detta Toldina, decapitata e poi bruciata nel parco pubblico il 14 marzo 1716. Vedova e senza figli, Toldina aveva circa 60 anni quando fu processata e torturata in base a una serie di capi d'imputazione assurdi, tra i quali: la sodomia, l’eresia, l’adulterio, il sacrilegio e l’infanticidio, stando alla ricostruzione della vicenda affidata allo storico Carlo Andrea Postinger. La proposta, curiosa e, per certi versi, provocatoria, è nata dall’esigenza di ricondurre l’attenzione sulla realtà storica, al fine di rendere giustizia, dignità etica e civile alla condannata.