In un’epoca segnata da tensioni e divisioni, lo sport si afferma come un potente veicolo di tolleranza e conciliazione. In questa prospettiva, la European Muslim League, organizzazione no profit, insieme ad altre comunità religiose ha organizzato, per il giorno 29 dicembre 2024, l’evento sportivo dal titolo: ‘Un calcio alla guerra’. Un’iniziativa realizzata con il patrocinio dell’International Parliament for Safety and Peace - IGO, la Regione Liguria, la curia e la comunità ebraica di Genova, il Coni, l’Associazione nazionale Carabinieri della ‘Iada’ - Accademia internazionale di azione diplomatica, i comuni di Genova, Serra Riccò (GE), Pizzo Calabro (VV) e il coinvolgimento di altre istituzioni. In particolare, presso il campo sportivo di Negrotto, in quel di Serrà Riccò, comune in prossimità del capoluogo ligure, si terrà una partita di calcio simbolica, alla quale prenderanno parte giocatori appartenenti a diverse religioni. In occasione delle festività natalizie, questa iniziativa invita cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e rappresentanti di altre fedi a unirsi in una giornata di amicizia e di dialogo attraverso il linguaggio universale dello sport, nello specifico mediante il calcio. La giornata riunisce non solo le distinte culture e religioni, ma anche le diverse generazioni, con il torneo dei bambini alle ore 10.00 del mattino, seguito dalla competizione per gli adulti nel pomeriggio. Non mancheranno momenti di riflessione e confronto, con testimonianze e contributi in cui il rispetto reciproco sarà la parola d’ordine per dar vita a iniziative concrete, volte a costruire ponti di pace. “Un calcio alla guerra”, dichiara il promotore dell'iniziativa, Alfredo Maiolese, “non è solo un evento sportivo: è una chiamata a tutti – giocatori e pubblico – per lanciare un forte messaggio di speranza e tolleranza, mostrando che, insieme, possiamo concorrere alla costruzione di un futuro senza odio. Questo messaggio diviene particolarmente importante nel mondo attuale, lacerato da guerre e conflitti. Dal Medio Oriente all’Ucraina, ai tanti conflitti 'invisibili', meno ripresi dai media, come quelli che interessano tantissime minoranze su scala internazionale. Del resto”, prosegue Maiolese, “partire dalle iniziative locali, coniugando la dimensione nazionale ci porta a essere partecipi e solidali con la drammatica realtà internazionale”. Dalle 17.00, avverrà il trasferimento presso il Castello storico di San Cipriano, con l’attesissimo intervento dei rappresentanti istituzionali, comunali e regionali, per la premiazione di coloro che si sono contraddistinti in campo sociale, sportivo, medico, militare e mediatico nell’impegno a favore del prossimo. La religione ci chiama, dunque, a lottare contro ogni forma di discriminazione e violenza. Ripudiare i massacri dei civili è il primo passo per maturare una consapevolezza comune: la guerra è sempre ingiusta. “Lo sport, in particolare il calcio”, afferma l’editore italo-libanese Nizar Ramadan, “rimane uno strumento di coinvolgimento sociale, giovanile universale. Questo evento vuole quindi promuovere l’unità e la fraternità per un’unica partita chiamata pace, dimostrando che la competizione nel bene potrebbe segnare un vincente risultato per vivere la nostra umanità”.