Si sta facendo sempre più strada, tra le forze politiche d'ambo i poli, la preferenza per il modello elettorale tedesco, proporzionale e con sbarramento elettorale più elevato. Un modello che non implica coalizioni e che dà la possibilità di esaltare le singole identità. Un modello che è certo guardato con grande diffidenza da An, tanto che Fini ha scelto di schierarsi apertamente a favore del referendum di Segni, che preserva e accentua invece il bipolarismo. E questa operazione di separazione da Berlusconi è anche da mettere in relazione alla disponibilità dello stesso Berlusconi e dei suoi uomini (Bondi e Bonaiuti) di incamminarsi verso la scelta del modello tedesco. La marcia verso il ritorno della politica delle identità risulta fondamentale per la riuscita dell'operazione del rilancio di quella liberalsocialista. Stupisce forse solo i distratti che in questo modello creda la cosiddetta sinistra radicale. Se An paventa il rischio di finire fuori dal gioco in un futuro equilibrio governativo che faccia perno su una vasta area di centro e su una sinistra riformista, allora perché Bertinotti, Diliberto e Mussi la prediligono? A mio giudizio perché essi stessi preferiscono costruire una forza consistente di opposizione piuttosto che una ingombrante costola del governo unionista. Si sono votati, più che a conquistare il governo, a conquistare l'opposizione, esaltando la loro fondamentale natura antagonista.