Vittorio Lussana

La conosciamo dalla fine degli anni ‘80, precisamente quando ha esordito in tv nel corpo di ballo della Rai e per il successivo approdo a ‘Fantastico’, condotto da Raffaella Carrà: una professionista vera, che ci ha fatto rimpiangere una fase storica in cui eravamo felici

Patrizia Mancini è una donna di una bellezza prepotente, che non si limita alla ricerca di un’armonia estetica e, dunque, alla forma. Non passava inosservata tra i ballerini dei format per il grande pubblico, come per esempo ‘Fantastica italiana’, ‘La Corrida’, ‘Domenica in’ e ‘Il grande gioco dell’Oca’. Si è esibita innanzi ai grandi della tv: da Pippo Baudo a Gigi Sabani, da Corrado a Milli Carlucci e Fabrizio Frizzi e non solo. Tra i suoi maestri, un mattatore di grande professionalità della televisione come Jocelyn (Jocelyn Hattab, ndr), con il quale ha lavorato per svariati programmi, nutrendo nei suoi confronti un affetto profondo, tanto da essere considerata un po’ come una seconda figlia, sia da Jocelyn, sia dalla sua stessa famiglia. Insomma, quella della Mancini è una formazione non improvvisata: dallo studio della danza classica al balletto di Roma si è cimentata in quella moderna, lirics, funky, nell’hip hop e, persino, nella danza del ventre, perfezionando gli studi fatti a New York e in Egitto. Ha studiato all’Isef, specializzandosi nelle diverse attività dí movimento. Ma non è solo una danzatrice: ha lavorato anche come coreografa al Teatro Sistina di Roma e, come attrice, per piccoli parti di teatro e fiction, come la serie tv ‘Don Matteo’. Il suo percorso artistico e professionale, tutt’oggi, la vede autrice di una scelta di vita in cui “contribuire a dare agli altri mediante una connessione con il proprio corpo e centro”, spiega, “perché ciò è essenziale per muoversi in una società caotica come la nostra, per riscoprire o trovare il proprio equilibrio perseguendo i propri obiettivi con successo, gestendo la propria routine e i rapporti con gli altri con quella naturalezza che abbiamo perso”. Non è un caso, infatti, che oggi insegni per il Dam Academy, scuola di recitazione dove si occupa di movimenti coreografici ed esperienza corpo-spazio. Dai corsi di danza per bambine e donne di tutte le età, alle discipline della ginnastica posturale e del pilates, delle quali è maestra, fino ai numerosi progetti sociali dedicati alle fasce deboli. Scopriamo, dunque, la sua storia dinamica, fatta di passione e di un impegno che porta un messaggio positivo per tutti.

Patrizia, quando e come hai iniziato con la danza?
“Ho iniziato a studiare danza con Gina Finazzi, moglie di Sergio Japino, a 11 anni. Prima, la mia mamma mi portava a fare ginnastica artistica, ma io sentivo una passione per la musica e l’arte”.

Parlaci degli anni d’oro della televisione: cosa ti ha dato quell’esperienza, professionalmente e umanamente?
“Era un’epoca felice e ricca. C’erano tantissime produzioni e noi danzatori avevamo tanto lavoro: siamo stati molto fortunati a vivere quel momento storico. Dunque, riassumendo un po’ il tutto: ho approcciato alle audizioni Rai subito con grande successo, mentre studiavo all’Isef. Lavorare con personaggi come la Carrà e Baudo mi ha dato tantissimo: era un onore e una fortuna che mi arricchiva costantemente. Portavamo avanti, con diversi coreografi, quello che era il nostro riferimento: il musical americano e il jazz, per poi approcciare tutti gli stili, anche quelli nuovi come il funky o l’hip hop. Dovevamo eseguire passi di ‘tip-tap’, ma pure quadri di tango e altro. Ma quello che mi ha dato più soddisfazione era il retaggio di Bob Fosse, iconico coreografo del musical ‘Sweet Charity’, che nella televisione italiana ha rappresentato il coreografo, Claudio Ferraro. I grandi musical americani e lo stile di questi maestri erano il nostro riferimento. Poi, con l’avvento dei ‘balli da sala’ in tv, la professionalità del ballerino del piccolo schermo e del musical, in Italia, è andata via via cambiando. In questo mio percorso, dal punto di vista umano, avendo trascorso praticamente 360 giorni l’anno negli studi televisivi, tra colleghe eravamo come sorelle e ancora oggi, dopo 30 e passa anni, siamo ancora tutte incredibilmente legate”.

Perché hai deciso di passare dalla danza, al teatro e, persino, al canto?
“Dalla danza al canto è un attimo, per chi ama la musica. Ma non ho mai lavorato come cantante, se non in serate con mia sorella, che lo faceva di professione. Ho solo studiato e utilizzato un po’ la voce, dove e se potesse servire. Ho studiato doppiaggio e ho lavorato un po’ come attrice, perché mi son ritrovata nei teatri a fare qualcosa di recitato. Ho lavorato anche al ‘Puff’ di Lando Fiorini: altro grande della canzone italiana, che aveva un retroterra teatrale molto solido”.

Veniamo al ‘corpo’ da curare, per la cura del proprio sé e degli altri: cos’è il pilates e quali benefici porta?
“A quarantadue anni pensavo di non poter più utilizzare il corpo, per quanto lo avessi ‘usurato’, ma poi, scoprendo la disciplina del pilates, ho ritrovato il movimento su una spina dorsale già compromessa. Capire questo potenziale mi ha aperto un mondo che non poteva non essere condiviso. Perciò, ho cercato di far star ben anche gli altri, proprio per quanto io stessa beneficiassi da questo tipo di allenamento. Il pilates, del resto, è una disciplina ‘olistica’ completa, che dona tono ai muscoli, elasticità ai tendini, spazio alle articolazioni e fluidità nei movimenti. Inoltre, il respiro e la concentrazione fanno di questa attività anche un’ottimo strumento per entrare in contatto spirituale con noi stessi, cosa che trovo molto appagante. Lo consiglio a tutti, ragazzi, adulti e anche anziani: ci sono programmi di allenamento per tutte le età, perché si ritrova centralità ed equilibrio, sia fisico, sia mentale. E la connessione è garantita dallo stesso metodo”.

Come fa una donna over 50 a mantenersi in forma?
“Semplice: la forma fisica ed estetica si raggiunge con l’equilibrio – che spesso diamo per scontato – e che si ottiene, prima di tutto, mangiando adeguatamente. Poi, se l’allenamento è ben fatto ed è costante, il corpo cambia anche esteticamente. Ma quello che è fondamentale è come ci si sente...”.

Sappiamo che sei accompagnata da un personaggio noto nel mondo dei giornalismo, ma cos’è l’amore per te?
“L’amore per una persona è la stima, il rispetto, la fiducia, la comprensione e la crescita di un rapporto che evolve, così come evolvono  le nostre cellule”.

A proposito di evoluzione, stai portando avanti con il tuo partner, Piero Marrazzo, una tournée nazionale dal titolo ‘I te vurria parlà’, un tuffo nella tradizione della canzone napoletana con la regia di Casimiro Lieto: quanto ti ha appassiona questo ‘viaggio’ e cosa significa far parte del suo cast?
“E’ uno spettacolo composto da artisti di grande livello, il respiro di una professione per me ormai perduta: alla mia età, ormai ballo poco, ma mi diverto, recito e canto. Stare in scena con Piero mi diverte: gli ho fatto anche ballare un walzer”.

Quale il tuo prossimo progetto?
“Non ho progetti predefiniti: improvviso sempre qualcosa che mi presenta il destino. Sono fatalista: porto avanti la scuola di danza del centro sportivo Aquaniene di Roma e mi prendo cura delle mie allieve del pilates presso l’Area Studio Pilates o privatamente”.

Come fare a seguirti e, perché no, a iscriversi a uno dei tuoi corsi?
“Mi potete seguire in che senso? Per prendervi cura del vostro corpo? Se sì, siete i benvenuti. Potete contattarmi in privato dalla mia pagina Ig @Patriziaxmancini o @patriziaxmancini_inmovement. Potete seguirmi anche online, iscrivendovi al nuovissimo gruppo  New Class With Me!!! di Facebook. Vi aspetto”!




(intervista tratta da www.funweek.it)

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