Dal 6 al 9 ottobre, la pianista e matematica italiana, Ingrid Carbone, ha regalato alla Giordania un incontro tra mente e melodia, con tre giorni di Masterclass e un concerto speciale 'Italian Composers', portando la grazia e la profondità della musica italiana nel cuore del Medio Oriente. Ad Amman, tra i venti caldi che soffiano dalle dune e i marmi silenziosi del King Hussein Cultural Center, si è appena conclusa un’esperienza che profumava di arte, scienza e sentimento. Ingrid Carbone, pianista, matematica e divulgatrice di cultura, è stata protagonista di una straordinaria serie di appuntamenti che hanno unito formazione e bellezza, mente e cuore. Tre giornate di Masterclass presso il Conservatorio nazionale di musica, seguite dal concerto 'Italian Composers', hanno trasformato Amman in una piccola capitale della musica italiana. Gli studenti giordani, molti dei quali al loro primo incontro con l’arte interpretativa occidentale, hanno trovato, in Ingrid Carbone, l’insegnante e la guida capace di accendere nei loro occhi la meraviglia di un linguaggio universale. Il programma, curato dall’Ambasciata d’Italia e dal National Music Conservatory della King Hussein Foundation, ha avuto un respiro poetico e umano: un dialogo tra culture, attraverso le note di Scarlatti e il suono di un pianoforte che, per qualche giorno, ha parlato anche arabo. Nella Main Hall del conservatorio, ogni pomeriggio si è trasformato in un laboratorio d’emozione. "La musica italiana è fatta di luce e di tempo", ha spiegato la Carbone ai suoi allievi. "Dovete respirarla come un tramonto sul mare, con la pazienza di chi ascolta il silenzio prima della tempesta". Le sue parole, semplici e vere, hanno risuonato come una eco lontana, lasciando negli studenti un’impronta profonda. Il percorso si è concluso mercoledì 8 ottobre con un saggio-concerto degli allievi: un momento di festa e condivisione, che ha mostrato i frutti di tre giorni di intenso lavoro. Poi, alla sera del 9 ottobre, il sipario del King Hussein Cultural Center si è sollevato sul concerto 'Italian Composers': un tributo a Scarlatti, ma anche a quell’Italia che, attraverso la musica, sa raccontare la propria anima. "Ritornare in Giordania rappresenta per me un grande onore. Questo secondo invito da parte dell’Ambasciata, insieme alla calorosa accoglienza del Conservatorio di Amman, ha reso questa esperienza ancora più significativa", ha spiegato a margine del concerto Ingrid Carbone: "Esibirsi in Medio Oriente è sempre un’emozione profonda: è una terra che amo e a cui sento di essere profondamente legata". Queste parole, pronunciate con voce pacata e un sorriso discreto, hanno racchiuso l’essenza della sua arte: un equilibrio tra rigore e sentimento, tra il calcolo esatto di una mente matematica e l’abbandono poetico di un’anima musicista. Nata artisticamente al Conservatorio di Cosenza, dove è stata riconosciuta tra i migliori pianisti nei primi cinquant’anni di vita dell’istituto, Ingrid Carbone è oggi una figura unica nel panorama culturale italiano. Pianista, concertista e docente universitaria di Analisi matematica all’Università della Calabria, unisce alla precisione scientifica la profondità del linguaggio musicale. Ha suonato in Europa, Asia e Medio Oriente, inciso per Da Vinci Publishing e ottenuto due nomination agli International Classical Music Awards (Icma) e otto riconoscimenti ai Global Music Awards (Usa). La stampa internazionale ne loda il tocco analitico e poetico, la chiarezza espressiva, la capacità di trasformare il pianoforte in un luogo di incontro tra intelletto e emozione. Formata da maestri come Lazar Berman, ha studiato presso istituzioni di prestigio come il Mozarteum di Salisburgo e le Tel-Hai International Piano Master Classes in Israele. Tra i suoi riconoscimenti figurano il Premio Scarlatti, la Piano Special Mention della IBLA Foundation di New York, il Premio Rotary 'La città del sole', il Premio Fidapa Bpw 'Donna del Sud' e il Premio alla carriera 'Città di Montalto Uffugo'. Oggi, Ingrid Carbone porta avanti un progetto di divulgazione musicale e culturale che intreccia scienza, arte e umanità. Le sue 'conversazioni-concerto' sono esperienze uniche nel panorama internazionale: dialoghi tra pubblico e pianoforte, dove la parola prepara il silenzio e la musica lo trasforma in luce. Così, mentre ad Amman le ultime note di Scarlatti si disperdevano nell’aria tiepida di ottobre, Ingrid Carbone lasciava la Giordania con la stessa grazia con cui aveva suonato: discreta, intensa, infinitamente vera. Un ponte di armonie tra Mediterraneo e deserto, tra pensiero e cuore. Un canto che, come la sua musica, continuerà a echeggiare a lungo nel vento.