Lucilla Corioni

Si è tenuta di recente a Caulonia (Rc) la XXVII edizione del Kaulonia Tarantella Festival, un evento che ha trasformato il borgo calabrese in un palcoscenico di pace, radici e abbracci collettivi. Il vento caldo dello Ionio portava con sé un suono antico, che si mescolava alle voci, ai tamburi e agli applausi. Il tema scelto - la pace - è diventato un respiro comune: un 'filo' che ha cucito le notti sotto le stelle del borgo reggino. La direzione artistica di Morgan e Mimmo Cavallaro ha offerto un mosaico di suoni e incontri: una danza che ha unito generazioni e culture, mantenendo intatta l’anima popolare, ma aprendola a contaminazioni nuove e sorprendenti. Ad aprire il sipario è stato il Movimento Terra, guidato da Fabio Macagnino, con un invito potente al risveglio collettivo: “E’ tempo di scegliere, di dire no all’oppressione e sì al cambiamento”, è stato lo slogan del Movimento Terra, accompagnato da tamburi che sembravano battiti di cuore. La Calabria Orchestra, insieme a Morgan, ha poi intrecciato la grande canzone d’autore con le radici calabresi: un intreccio inedito, che ha emozionato la centralissima piazza Mese. La prima serata si è chiusa con i Cantori di Carpino, custodi di una tradizione che non conosce oblìo e il loro canto si è fatto eco di secoli. La seconda serata, è esplosa in danza con la Tarantella di Montemarano, che ha portato il carnevale campano tra le vie di Caulonia. E' seguita Sarafine, con la sua sensibilità contemporanea e le sue melodie elettroniche, che sapevano tanto di futuro. In chiusura, l’energia travolgente de L’Orchestraccia, tra ironia, poesia e folk romano. Il terzo giorno ha avuto la grazia dei grandi classici: Carlo Faiello ha portato con sé il respiro della tradizione napoletana, seguito dall’intensità magnetica di Lina Sastri, che ha trasformato la piazza in un teatro intimo, fatto di canto e poesia. Infine, i giovani di Son’abballu, portatori di una promessa: la tradizione non muore, ma si rinnova con chi la vive e la tramanda. La serata di chiusura del festival è stata un incontro di mondi. Mimmo Cavallaro e Morgan hanno unito le loro energie, creando un concerto unico, irripetibile, in cui la tarantella si è specchiata nella canzone d’autore. Accanto a loro, il marocchino Nour Eddine Fatty, con i suoi ritmi mediterranei, il ricercatore e cantautore Pietro Cirillo e Marcello Cirillo, tornato nella sua terra con un’emozione palpabile. La serata, presentata da Elena Presta ed Erminio Niceforo, è stata un crescendo che ha trasformato piazza Mese in un coro collettivo, dove la parola “pace” era sussurrata, gridata, danzata. Oltre il palco, incontri, parole e visioni. Nei pressi dell’Affresco Bizantino, anche i pomeriggi si sono colorati di libri e performance: dal viaggio nella zampogna narrato da Sergio Di Giorgio, allo spettacolo 'Upgrade' di Loccisano e Piccioni, fino al dialogo con il sitar e la tabla del duo indiano, Ashanka Sen e Rashmi Bhatt. Non sono mancati i giganti danzanti, simboli del folklore calabrese, che hanno sfilato tra vicoli, sorrisi e corsi aperti a tutti, perché la tarantella, da queste parti, non si ascolta soltanto: si vive. Insomma, il  Kaulonia Tarantella Festival è una manifestazione che rimane nel cuore, poiché conferma sempre la sua vocazione: essere ‘casa’ della musica popolare, custode delle radici e 'ponte' verso il mondo. Per quattro giorni, Caulonia è stata un mare di mani alzate, di corpi in danza, di sguardi che si sono riconosciuti nella medesima melodia.


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