Maria Pia Cantarini

Simona Cinà era una ragazza di vent'anni di Capaci (Pa), che amava il volley e studiava Scienze motorie. Il corpo della giovane pallavolista è stato ritrovato esanime sul fondo di una piscina a Bagheria (Pa). La tragedia è avvenuta nelle prime ore del mattino del 2 agosto scorso. La giovane stava festeggiando in una villa, la Laurea di due ragazzi. Uno di questi, ovviamente, lo conosceva. Nella villa erano presenti ai festeggiamenti 80 persone, di cui 20 erano presenti al momento dell'accaduto. Alcuni invitati, appena compreso cosa stava accadendo, si sono adoperati nei soccorsi. Due fra questi, in particolare, non hanno esitato a tuffarsi nella piscina, nel tentativo di soccorrerla e rianimarla, ma invano: ogni tentativo è risultato inutile e la ragazza non si è mai più ripresa.

Il bagno in piscina era previsto?
Il rinvenimento del corpo della giovane si attesta intorno alle ore quattro del mattino. Alle 4,10 viene fatta la prima telefonata al 118 e, alle 4 e 23 minuti, è arrivata l'ambulanza, che ha constatato il decesso. Era presente ai festeggiamenti anche una sua amica, la quale ha dichiarato che Simona, sino alle 3.20, stava bene e ballava tranquillamente, come si vede in un video. Lo stesso orario in cui poi, la stessa amica, lasciava la villa insieme al suo fidanzato. Simona, invece, sarebbe dovuta rientrare con due amici di Alcamo (Tp), che erano in possesso di un’automobile con la quale l’avrebbero riportarla a Capaci. Tra i presenti, la giovane conosceva solo quattro di essi, più il festeggiato. Eppure, alle ore 3.30 si sarebbe tolta i vestiti, li avrebbe piegati accuratamente e lasciati accanto alla piscina. Avrebbe poi tolto il braccialetto della madre, che portava al polso, conservando lo stesso nella propria borsetta. Tuttavia, alcuni dei partecipanti dicono di averla vista fuori dall’acqua fino alle 3.40, ma solo alle 4.00 si sarebbero accorti di lei ormai esanime e si sono prodigati nei soccorsi.

Una ragazza sanissima, senza alcun vizio particolare
Simona era un'atleta: insegnava pallavolo, amava praticare surf ed era amante delle onde: tutto molto strano. Era anche sottoposta a regolari controlli medici, per appurare le sue normali condizioni fisiche: uno stato di salute che veniva regolarmente certificato da un medico sportivo. A detta dei genitori, dunque, la pallavolista era in piena salute e non mostrava problemi particolari: non eccedeva nel bere, non faceva uso di sostanze stupefacenti, non era litigiosa ed era solare.

Altre incongruenze
A detta della madre, Simona "era una brava ragazza: studiava, amava lo sport e la conoscevano tutti. Era buona". I familiari vogliono la verità, chiedono chiarezza circa la dinamica dei fatti e sulle cause del decesso. Vogliono risposte precise in merito a quanto accaduto alla propria figlia. Sollevano dubbi, segnalano la posizione del corpo al momento del ritrovamento, la scarsa profondità della piscina e la presenza di molto alcool alla festa. Non appare possibile che un’atleta in pieno stato di forma sia deceduta per annegamento. Era una surfista, una ragazza che amava le onde, che si sapeva destreggiare bene tra le acque: addirittura, le cavalcava. La Procura di Termini Imerese (Pa), che conduce l'inchiesta, indaga per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Sono state avanzate varie ipotesi e non si esclude il malore o un incidente. Si cerca di chiarire se la ragazza di Capaci sia scivolata, poiché riporta un  piccolo segno sotto la nuca e quali siano state le circostanze che hanno portato al decesso. Gli esami preliminari autoptici riferiscono che la morte sia avvenuta per annegamento: i polmoni si presentavano pieni d’acqua.

Una presenza di alcolici eccessiva
La Procura ha sequestrato gli alcolici presenti alla festa: un elemento, questo, considerato rilevante per le indagini. Sono state ritrovate 25 bottiglie di gin vuote, subito sequestrate. Sequestrati anche i suoi vestiti, il costume che indossava al momento del rinvenimento, oltre a 5 bottiglie di gin, sei di Spritz, 12 di spumante e diversi teli da mare, insieme ad altri abiti e bicchieri. La ragazza, a detta della Procura, è stata ritrovata sul fondo della piscina, in una angolo distante e poco illuminato, rispetto alla zona dove si trovavano bar, consolle musicale e servizi igienici. In una prima ricostruzione dell'accaduto, gli organi inquirenti smentiscono quanto dichiarato dalla famiglia e dal suo legale, che attendevano l'autopsia. La famiglia riferisce come, anche a detta di alcuni testimoni, che il corpo della giovane galleggiasse supina  in superficie. La ventenne di Capaci era un’ottima nuotatrice, dunque appare improbabile che si sia arresa alle acque statiche di una piscina. I genitori riferiscono inoltre quanto già affermato dal loro legale, ossia che vi fossero solo bottiglie d'acqua in quella villa e nessun alcolico: la piscina stesa era pulita. Il padre di Simona ribadisce: "Mia figlia era una sportiva: in acqua era un pesce. Vogliamo sapere cosa è successo".  I due fratelli, la sorella gemella Roberta e Gabriele dicono era una festa di laurea, ma "non abbiamo visto la torta", aggiungono ancora i genitori. "Nessuno ci ha avvisati: vogliamo sapere cosa è successo". Il  padre sottolinea che, alle ore 4.45, sia stata la moglie a chiamare per avere notizie sulla figlia. Tutto ciò pone dei dubbi e si cerca di ricostruire una verità quantomeno logica. Una pallavolista talentuosa, che in squadra sapeva sacrificarsi, sempre al meglio della perfezione in ciò che faceva. "Simona Cinà era una ragazza solare”, afferma Paolo Di Maggio, presidente dell'Acds capacense Volley, “amava la pallavolo: ha giocato nella nostra società fino allo scorso anno. Per lei, la pallavolo era tutto: l’ha insegnata anche ai bambini. Siamo distrutti per la notizia. Era una giovane assennata, che amava lo sport e si impegnava molto. Si era fermata lo scorso anno”, ricorda ancora il dirigente sportivo, “perché doveva fare un anno di Erasmus in Spagna, andando anche a trovare il fratello. Una grave perdita: la ricordiamo tutti con tanto affetto…”.

Una tragedia senza risposte
Le compagne di gioco sono basite, scioccate, incredule: non sanno rassegnarsi di fronte a questa immensa tragedia umana. Il dolore del padre e della madre è immenso: non si capacitano per quanto è successo. Nessuno riesce a trovare risposte a questa tragedia, che li ha colpiti così duramente. Si affidano a coloro che indagano, per ricostruire la verità: la Procura, i carabinieri, la magistratura, con cui mostrano collaborazione. Altrettanto collaborativi, a detta della Procura, si sono mostrati anche tutti i ragazzi partecipanti  alla festa, durante gli interrogatori.

L’ipotesi di un malore improvviso non convince
Si vuol capire cosa sia successo, in quella piscina: un malore, un incidente o altro? Al momento, sono tutte solamente delle ipotesi: saranno gli esami autoptici a dare le prime risposte certe. I genitori ribadiscono di volere solo la verità per la propria figlia: non cercano un ‘capro espiatorio’. L'avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, vuole che vengano effettuati degli approfondimenti circa le cause di un malore, per poter capire se questo sia stato causato da sostanze che la ragazza potrebbe aver ingerito inconsapevolmente o che qualcuno potrebbe averla indotta ad assumere. Egli presenterà, dunque,  un'istanza alla Procura, affinché "l'esame tossicologico sia esteso a tutto lo spettro delle droghe sintetiche". Per i risultati di questi accertamenti si dovrà attendere almeno un mese. Sul corpo, come già constatato dal medico legale, non sono stati trovati segni di violenza: solo qualche ematoma sullo sterno, dovuto, probabilmente, alla pressione fatta dai presenti sul corpo della giovane, nel tentativo di rianimarla. La cugina Gabriella, intervistata dopo l'autopsia innanzi al Policlinico, quasi riflettendo a voce alta ha detto: "È difficile pensare che una ragazza sportiva, che sapeva nuotare così bene, non sia riuscita a salvarsi e che finisca annegata in questo modo, in una piscina alta al massimo due metri. Dobbiamo, perciò, sapere se si è sentita male, se è caduta in piscina e poi morta per annegamento". Infine, ha ribadito, anche a nome della famiglia, “piena fiducia nella Magistratura e in quello che sta facendo". Dopo l'autopsia, l'avvocato Giambrone e il consulente di parte, Fabrizio Moscato, hanno parlato con i familiari di Simona, al fine di spiegare loro quanto emerso dagli accertamenti, eseguiti dai quattro consulenti nominati dalla Procura di Termini Imerese. A qunto pare al momento, Simona è morta per annegamento: nei suoi polmoni è stata riscontrata la presenza di acqua. Questo è quanto stabilito dall'autopsia, effettuata il 7 agosto scorso dal Policlinico di Palermo. La salma di Simona è stata, in seguito, restituita ai genitori e i funerali si sono svolti il giorno dopo, 8 agosto 2025, alle ore 12.30, nella chiesa ‘Madre di Capaci’ gremita di persone. Tutta la comunità si è stretta accanto ai familiari e ha partecipato alle esequie con commozione, per portare l'estremo saluto a questa splendida giovane. Ora, si resta tutti in attesa delle risposte degli esami tossicologici, per accertare se il malore sia stato provocato da una causa naturale, oppure se sia stato indotto da sostanze che la giovane potrebbe aver ingerito. O che qualcuno le ha fatto ingerire. Una verità ancora nascosta, che attendiamo tutti quanti per dare un senso a questo ‘giallo’ apparentemente inspiegabile.


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