Un giubileo dedicato ai ragazzi di tutto il mondo, che si sono riuniti nella spianata di Tor Vergata dopo aver preso d’assalto i mezzi pubblici di Roma. Hanno rallegrato tutti con la loro musica, i canti, il calcio improvvisato e le loro storie di fede, mentre attendevano la veglia serale con il Papa. Poi, Leone XIV è arrivato in elicottero e ha salutato i presenti con un suggestivo giro in ‘papamobile’, accolto da un mare di giovani al canto di bandiere e peluche. Momenti di grande unione spirituale, quelli durante la veglia, dove sono stati trattati temi importanti e intimi, come l’amicizia e la volontà di cambiare, i pericoli dei social, la necessità di scelte radicali come il matrimonio o la consacrazione religiosa. Si è anche ricordato che a Roma, nel contesto del Giubileo dei Giovani, un gruppo di pellegrini polacchi ha avuto un'intossicazione alimentare dopo un pranzo in parrocchia, con sei di loro che sono stati ricoverati in ospedale. E sono state ricordate due pellegrine: Maria Cobo Vergara, giovane spagnola di 20 anni, citata da Papa Leone XIV, che ha perso la vita nella settimana del Giubileo dei Giovani; e Pascale Rafic, 18enne egiziana, morta in seguito a un malore. Anche Maria aveva problemi di salute gravi. Lei, però, a Roma non ci è mai arrivata, nonostante fosse partita con la sua diocesi da Madrid, sperando di raggiungere la capitale della cristianità. Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta da papa Leone e alla quale hanno partecipato anche 20 cardinali, 450 vescovi, circa 7 mila sacerdoti e più di un milione di ragazzi, le parole del Papa hanno abbracciato i presenti e le persone che, da tutto il mondo, seguivano, con il cuore pieno di speranza coloro che rappresentavano il futuro dell’umanità: “Cercate con passione la verità e costruite un mondo più umano: l'amicizia può essere la strada per la pace”, ha concluso il pontefice.