Siamo di fronte a una svolta epocale per il tennis italiano. Jannik Sinner, il ragazzo delle Alpi, cresciuto tra le nevi di San Candido, nel cuore delle Dolomiti, ha conquistato il mondo del tennis. Un giovane talento di 23 anni che attendevamo da decenni. Un altoatesino che, per la prima volta, ha vinto sull'erba londinese di Wimbledon: primo italiano nella Storia. Dopo la premiazione, la principessa Catherine Middleton si è rivolta a lui pronunciando queste parole: "Sei un'ispirazione per tutti, anche per loro", riferendosi ai figli George e Charlotte, che erano lì presenti accanto a lei e al principe William. Questo ragazzo ha incantato tutti con le sue prestazioni: i reali inglesi, i suoi tifosi e la stampa internazionale. In Francia, il quotidiano 'l'Equipe' ha esaltato la vittoria dell'azzurro dopo la sconfitta subita al Roland Garros. E i quotidiani spagnoli hanno rimarcato la caduta di Alcaraz "detronizzato" da Sinner, dopo i due successi del 2023 e 2024. Ma l'italiano si è altamente riscattato con la vittoria di Wimbledon, infiammando l'opinione pubblica. Verrebbe da dire: “Tutti pazzi per Sinner". Si discute della rivalità tra i due grandi del tennis, alle cui sfide dovremmo, nel tempo, abituarci. E stavolta, il freddo razionalismo sarà dalla nostra parte: i 'latini' non saremo noi. Il 'Times' di Londra ha titolato: “Uno spietato Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz”. Il ragazzo è un atleta di grande spessore umano: è riuscito a superare i 'demoni' di Parigi, regalandoci momenti di grande esaltazione. Non a caso è stato definito ‘The King’; ‘Leggenda’; ‘Sua Maestà Jannik’ dalla stampa italiana e di tutto il mondo. Gli viene tributato il merito di essere riuscito a superare, al meglio, il disagio psicologico dopo i tre match point falliti a Parigi proprio contro Alcaraz, il quale, inorgoglitosi per la vittoria ottenuta, aveva acquistato fierezza, impadronendosi di quel senso di infallibilità che lo ha reso fallibile. Per la maggior parte dei tennisti, una sconfitta così dolorosa, come quella subita da Sinner nella finale del Roland Garros, avrebbe richiesto anni per la ripresa. E invece, il dolore della sconfitta ha reso più forte Jannik, perché è proprio dagli errori che ha tratto nuova forza. Sinner, solamente dopo un mese dalla sconfitta parigina, ha ribaltato la situazione, recuperando un set di svantaggio e andando a vincere il suo primo titolo a Wimbledon con una prestazione a dir poco fenomenale, travolgendo lo spagnolo Carlos Alcaraz. E' lui il più forte di tutti: qualche sconfitta può anche capitare per la legge dei grandi numeri, ma questa verità di fondo non cambia. Durante la finale di Wimbledon abbiamo assistito a una tensione costante. ma Jannik, anche dopo aver perso il primo set, ha sfoderato la sua freddezza, il suo perfetto controllo, costantemente concentrato e in grado di piegare il gioco a suo favore, nonostante l'inizio incerto. Il secondo set si è aperto subito con un break a favore di Sinner. Un game decisivo, che si è concluso con due servizi vincenti. E’ stato quello il momento in cui è iniziata a cambiare la partita. Lo spagnolo Alcaraz, per parte sua, ha alternato game perfetti ad altri critici, con qualche doppio fallo di troppo. Due stili di gioco diversi: una sfida basata molto sulla tenuta mentale, sulla pazienza e sul coraggio. Quel coraggio richiesto a Sinner dal suo team, prima dell'inizio partita. Alcaraz, man mano che vedeva crescere la fiducia in Jannik, perdeva la propria brillantezza, rendendosi sempre più conto della forza dell'avversario, che s'imponeva d'imperio. Un tennis, quello di Jannik, moderno, potente, aggressivo, per lunghi decenni sconosciuto qui da noi. Un diritto fulminante, il rovescio solido e la sua efficacia al servizio, lo rendono un giocatore completo, competitivo, pronto a ogni sfida. Durante un cambio di campo, Alcaraz faceva presente al suo team di quanto Sinner fosse forte, asserendo queste queste parole: "E’ più forte di me, è più forte di me", dando segni di sconforto. Così iniziava a vacillare la fiducia nello spagnolo, che continuava correre da una parte all'altra del campo nel tentativo di recuperare ogni palla. Ma il giovane talento iberico era ormai disorientato, sfiduciato di fronte a un muro implacabile. Non voleva arrendersi e ha continuato a giocarsela sino alla fine, ma l'incontro era ormai segnato. Dopo quattro set, il nostro Sinner ha prevalso sull'avversario, chiudendo la partita fra gli applausi scroscianti del pubblico. Grande commozione sugli spalti, sul volto della mamma e del papà, verso cui Jannik, emozionato, è corso a dare il suo caloroso abbraccio. A differenza delle sfide precedenti, più che una battaglia fra i due stili di gioco differenti, è sembrata una sfida basata sulla tenuta mentale. Il pur bravo Alcaraz ha perso brillantezza e concentrazione man mano che si vedeva arrivare, da fondo-campo, colpi duri, precisi, mirati, che continuavano a destabilizzarlo. Sinner ha trionfato contro un avversario che, su quell'erba londinese, aveva già vinto due volte e che partiva da favorito. Ma nulla ha potuto contro la preparazione, la precisione, la determinazione e l'equilibrio 'mitteleuropeo' del nostro campione. Jannik Sinner ha battuto Carlos Alcaraz in quattro set, diventando il primo italiano di sempre a conquistare "the Championship", riscrivendo intere pagine di Storia. Ma è il modo in cui Jannik affronta ogni match ciò che colpisce: silenzioso, composto, quasi glaciale, ma capace di accendersi nei ‘momenti-chiave’ con colpi da campione. Terminata la partita, Sinner, dopo aver salutato il suo avversario, si è inginocchiato su quell'erba prestigiosa con un rispetto quasi sacrale. E’ dall'erba di Wimbledon che è partito il riscatto dopo la sconditta al Roland Garros. Questa volta non poteva 'fare il vago', nemmeno lui. E infatti ha definito la sua vittoria: "Il sogno dei sogni: sto vivendo un sogno che si avvera". E' consapevole di vivere uno dei momenti più emozionanti della sua carriera: "Ho quasi pianto, perché Wimbledon è il torneo". E’ vero: Wimbledon non è solo tennis. E’ un rito, un’atmosfera, una forma di severo rispetto. Quando Sinner è entrato nel Centre Court vigeva un silenzio carico di attesa, un respiro trattenuto. I suoi colpi secchi, il suo modo impeccabile ma intenso di vivere la partita, hanno creato un forte legame con il pubblico, che lo ha conquistato. "Sinner, The King" non è solo un grande atleta, ma anche un simbolo culturale: egli è riuscito a mettere tutti d'accordo, incarnando valori come l'umiltà, il sacrificio, la determinazione. Le sue lacrime trattenute, i suoi pugni stretti, lo sguardo rivolto al cielo sono momenti indimenticabili, che segneranno per sempre il cuore del nostro campione. Alcaraz aveva vinto il primo set 6-4, ma lui ha ribaltato l’incontro imponendosi, nei tre set successivi, con lo stesso punteggio: 6-4; 6-4; 6-4. Una finale durata tre ore e 4 minuti, perché dopo aver perso il primo set, il nostro Sinner ha sfoderato l sua gelida precisione tattica, dominando il resto della partita e regalando all'Italia una vittoria storica a Wimbledon. Un Paese che attendeva un campione del genere dai tempi della finale di Coppa Davis persa a Praga contro Ivan Lendl e la sua Cecoslovacchia, nel dicembre del 1980. Un lungo e a tratti oscuro tunnel, durato 45 anni.