Dopo il caso di Paola Perego e la lite in pubblico tra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli, riteniamo si ponga all'ordine del giorno della nostra riflessione collettiva il tema di un nuovo modo di fare televisione. Anche noi ci sentiamo sentimentalmente legati agli anni '80 e a una formula d'intrattenimento leggero e pacato, ma al contempo spiritoso e interessato a far emergere i contenuti valoriali della nostra cultura popolare, come meritoriamente insegnatoci dal maestro Renzo Arbore. Tuttavia, crediamo si avvicini il momento di 'voltare pagina', al fine di sperimentare nuovi autori, personaggi, conduzioni e trasmissioni. Lo 'scontro' tra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli, legato alla rispettiva età dei due professionisti, la dice lunga sulla contraddizione di un 'modus' ormai datato di fare intrattenimento, che già da tempo sta mostrando la 'corda' della ripetitività e del vuoto di argomenti, arrivando a sfociare, come nel caso della signora Perego, nel generalismo più astratto, letteralmente 'imbottito' di luoghi comuni. Veniamo dunque a stimolare i vertici della nostra televisione pubblica, affinché si sperimentino nuove formule di conduzione più accorate e coinvolgenti, poiché superficialità ed eccessi di finzione stanno ormai balzando agli occhi degli spettatori, anche quelli meno sofisticati. Il nostro suggerimento non si limita, ovviamente, alla richiesta di pensionamento anticipato di una serie di conduttori ormai superati, nonché 'iperpagati', bensì di aprirsi maggiormente verso l'esterno, abbandonando la formula dell'orbitamento a schema fisso, o a 'circuito chiuso', di ospiti e personaggi da segnalare all'attenzione pubblica. Speriamo vivamente che l'attuale consiglio di amministrazione della Rai possa far proprie tali critiche, che veniamo a proporre nelle forme e nei modi più cordiali e costruttivi. In ogni caso, tornando a Giancarlo Magalli, ci teniamo a ricordargli come la sua stessa 'esplosione' in quanto personaggio televisivo sia stata a lungo ritardata da alcuni aspetti di malignità caratteriale che, talvolta, lo contraddistinguono. Lo invitiamo, pertanto, a darsi una calmata e a sollevare i propri dubbi circa l'effettiva meritocrazia del nostro ente televisivo di Stato nelle sedi più opportune. La signora Volpe ha sempre cercato di rappresentare fedelmente il modello di conduzione femminile che le veniva richiesto. E, bene o male, 20 anni di esperienza lavorativa se li è fatti. Mancarle di rispetto in pubblico ci appare, insomma, un comportamento tardivo e fuori luogo: evitiamo 'operine' e 'siparietti', per favore. E si cerchi di comprendere che i telespettatori stanno cominciando a chiedere qualcosa di diverso, maggiormente al passo con i tempi. Tenendo presente come nel 'mirino' della rete non ci sia solamente la pessima informazione della nostra 'carta stampata', bensì anche un ben preciso conservatorismo immobilista di fare tv.