Giorgio MorinoSi può raccontare la mafia con delicatezza? Può sembrare improprio usare due parole come queste nella stessa frase: rappresentare le vicende di ‘Cosa nostra’, specialmente al cinema, dovrebbe richiedere un registro cupo, violento e disincantato, perché la nostre mente va subito a sangue e pallottole, a corpi sciolti nell’acido e vendette a catena. Ma è possibile usare un registro diverso per raccontare una storia del genere, senza sminuire quella che, senza se e senza ma, rappresenta una piaga del nostro Paese? La sfida l’ha raccolta Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto con il nome d’arte ‘Pif’. Palermitano, classe 1972, già noto al grande pubblico per le sue inchieste nella trasmissione ‘Il Testimone’, da lui stesso condotta e scritta, dopo una lunga serie di vicissitudini legate sia alla produzione che alla distribuzione, l’anno scorso è uscito nei nostri cinema ‘La mafia uccide solo d’estate’, primo film da regista per Pif, di cui è anche autore della sceneggiatura e interprete principale. La sfida della pellicola è quella di raccontare circa trent’anni di storia di Palermo con un approccio differente, verrebbe quasi da dire più quotidiano: mescolando sapientemente autobiografia e fiction, l’autore racconta i più efferati fatti di cronaca nera di quel periodo usando come filtro la vita del protagonista, Arturo, dall’adolescenza all’età adulta, mostrandoci la sua capacità di riconoscere la mafia e la sua decisione di opporvisi. La crescita di Arturo e l’amore per Flora, che lo accompagnerà per tutta la vita, i tentativi di conquistare l’attenzione della ragazza, sono il filtro che il regista ha scelto di usare per raccontarci qualcosa che fa male, qualcosa che forse neanche potremmo credere possibile: l’omicidio dell’investigatore capo della squadra mobile di Palermo, Boris Giuliano, freddato in un bar da sette colpi di pistola alla schiena mentre pagava un caffè; l’attentato al generale Carlo Alberto dalla Chiesa; le stragi di Capaci e via d'Amelio, in cui persero la vita Falcone e Borsellino. Niente di tutto questo viene mostrato direttamente allo spettatore, ma raccontato da lontano, dalla strada, nelle ripercussioni che questi eventi hanno avuto sulle persone, nel tessuto stesso della città, che ancora oggi porta le cicatrici di un attacco così violento. Il giovane Arturo ha un sogno: diventare un giornalista. Ma questo mestiere a Palermo significa confrontarsi con la mafia, indagare, fare domande scomode a chiunque, soprattutto vincere l’indifferenza. “Ma quale mafia e mafia: è tutta questione di fimmine. Ha disturbato una che non doveva disturbare”: se si parlava di mafia, queste erano le risposte. Tutta una questione di femmine e di onore, perché della mafia non si parla. Perché la mafia non ti colpisce se non ne parli. Molti giornalisti e attivisti hanno provato, negli anni, a spezzare questa catena di omertà e indifferenza con il loro coraggio e determinazione: Mauro de Mauro, cronista de ‘L’Ora’ di Palermo, rapito e mai più ritrovato il 16 settembre del 1970; Peppino Impastato, fondatore di ‘Radio Aut’, dove venivano denunciate le attività mafiose della zona di Cinisi, vittima di un attentato il 9 maggio del 1978 (sulla vita di Impastato è stato realizzato nel 2000 il bellissimo film ‘I cento passi’, di Marco Tullio Giordana); Mario Francese, assassinato davanti alla sua abitazione il 26 gennaio 1979 a causa delle sue inchieste sul Giornale di Sicilia in merito al clan dei Corleonesi di Totò Riina. Questi giornalisti, come i magistrati e i poliziotti morti nelle stragi che hanno macchiato circa trent’anni di storia italiana, non sono eroi come spesso vengono rappresentati, ma uomini e donne che avevano una loro vita come chiunque, fatta di quotidianità e problemi che conosciamo fin troppo bene e che sono morte nell’adempimento del loro dovere.  Forse è proprio questo il punto che continua a sfuggirci: la mafia si combatte ogni giorno, nel nostro quotidiano, non girandoci dall’altra parte e non accettandone il sistema. Le stragi del 1992 (che per molti magistrati hanno rappresentato il biglietto da visita di ‘Cosa nostra’ nella famosa trattativa Stato-mafia) hanno fatto sì che il Paese si rendesse conto che la mafia esiste come “un cancro invasivo”, che non sarebbe mai sparito nell’indifferenza collettiva. Arturo nel film è solo un bambino, un ragazzo quasi anonimo nella sua normalità, che però è in grado di riconoscere quello che avviene attorno a lui, le incongruenze di certi avvenimenti, la natura stessa del male mafioso. Non serve essere eroi, non serve morire (anche se la cronaca degli ultimi trent’anni può averci convinto del contrario) per opporsi alla mafia. ‘La mafia uccide solo d’estate’ è un film delicato, che, con un registro del tutto inedito di immagini e linguaggi, racconta qualcosa di complesso e difficile come la mafia a Palermo molto meglio di tanti libri e pubblicazioni realizzate fino a questo momento. La semplicità è la chiave della comprensione, la comprensione è il primo stadio della consapevolezza. Un film da riscoprire. “Quando sono diventato padre ho capito due cose: la prima che avrei dovuto difendere mio figlio dalla malvagità del mondo, la seconda che avrei dovuto insegnarli a distinguerla”.




Ecco qui di seguito gli indirizzi web del Comitato Addiopizzo, movimento no-profit che da anni si occupa di sostenere gli imprenditori siciliani nella lotta contro l’estorsione mafiosa. Lo stesso film La mafia uccide solo d’estate è stato girato in luoghi e location certificati dall’associazione. Si tratta di un tentativo di rivoluzione culturale dal basso iniziato nel 2004 si impegna a combattere il “sistema” Cosa Nostra ponendosi dalla parte del consumatore e degli esercenti, affinché entrambe le parti possano operare in un contesto libro dall’influenza mafiosa. Importante in questo senso è la Festa del Consumo Critico Addiopizzo: si tratta di una serie di incontri in piazza, organizzati nel mese di maggio, in cui i cittadini partecipano ad incontri, seminari e concerti in piazza. Un’esperimento interessante e che ha dato i suoi frutti, sarebbe bello far uscire dalla sua culla siciliana nel resto del nostro Paese.
http://www.addiopizzo.org
http://www.addiopizzotravel.it
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio