![Alfonso Pecoraro Scanio]()
Il 25 febbraio scorso dall'Unione europea è partita una procedura d'infrazione contro l'Italia per l'uso di richiami ‘vivi’ nell'attività venatoria. I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia, dove però sono catturati con le reti e destinati ad una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Tutto ciò, per essere portati all’esterno durante la stagione venatoria ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come inganno per attirare con il canto i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli. L'azione della Ue segna un altro punto a favore di una battaglia che le associazioni ambientaliste e animaliste stanno portando avanti da anni per fermare questa pratica crudele. Mi sono impegnato tante volte per arginare la violazione sistematica, soprattutto da parte di alcune regioni delle normative a tutela della fauna selvatica, con deroghe illegittime spesso sanzionate e annullate dall'autorità giudiziaria. Sono stato più volte attaccato e perfino minacciato dalle frange più estremiste del mondo venatorio proprio per il mio impegno a tutela della fauna selvatica e ciò si è accentuato da quando riuscii a varare il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 che, tra l'altro, vietava la caccia nelle aree di particolare interesse ambientale, applicando finalmente la direttiva europea. Ogni passo avanti nella difesa degli animali, sia contro i maltrattamenti che nella tutela della fauna selvatica, si scontra con una potente lobby trasversale di forze di destra e sinistra e, per questo, serve una mobilitazione dell'opinione pubblica per sostenere i parlamentari più sensibili. La lettera di messa in mora inviata dal Commissario Ue Ambiente all'Italia, chiarisce che vi sono numerose valide alternative alla cattura di uccelli per la cessione ai fini del richiamo mediante reti. Di fronte a questa osservazione sembrerebbe ovvio fare una cosa semplice e civile: vietare del tutto la barbarie dei richiami vivi. Invece, il Governo, per correre ai ripari, ha inserito nel decreto decreto 91 una norma (l’articolo 16, comma 1) che intende rispondere alle richieste europee, ma in modo blando, lasciando ancora la possibilità di usufruire di deroghe al divieto di cattura e di detenere un certo numero di richiami vivi. Chiedo pertanto ai presidenti delle commissioni Industria e Ambiente, anche nella loro veste di relatori del decreto cosiddetto competitività del 24 giugno 2014, di impegnarsi per l'eliminazione della pratica dei richiami vivi.