Virginia Imbriani

Nei giorni scorsi, è morta a 56 anni la professoressa Maria Cristina Gallo, originaria di Mazara del Vallo (Tp), in Sicilia, per malasanità. Malata di cancro al quarto stadio, un leiomiosarcoma con metastasi alle ossa, fegato, polmoni e addome, la Gallo aveva denunciato i gravi ritardi nella consegna del referto istologico, arrivati soltanto dopo otto mesi. Quindi, l’intervento chirurgico, effettuato in grave ritardo e il tumore ormai in metastasi, hanno compromesso l’efficacia delle cure. I familiari, soprattutto il marito, parlano di lei come una donna forte, coraggiosa, determinata. In famiglia non si è mai lamentata: malgrado la sua sofferenza fisica e psichica, affrontava la chemioterapia con il sorriso e una gran forza d’animo, senza mai pesare sui propri cari. Credeva di poter guarire, ma quando ha capito che il suo referto non sarebbe arrivato in tempo, ha deciso di denunciare l’accaduto, pur sapendo che per lei non c’era più nulla da fare. Senza rabbia, né rancore, non ha sprecato il poco tempo rimasto nella vendetta: il suo obiettivo era di salvare altre vite, non essendo riuscita a difendere la sua. Dopo la sua denuncia presso la Procura di Trapani è stata aperta un’inchiesta: 10 medici sono accusati di malasanità. Inoltre, nell’indagine, si cercano di chiarire le negligenze e le disfunzioni nell’organizzazione dell’azienda sanitaria provinciale. La morte di Maria Cristina Gallo ha scosso l’opinione pubblica e riaperto il problema del sistema sanitario siciliano, abbandonato da tempo. La gente di Mazara del Vallo la ricorda come una gran donna, che ha lottato con coraggio e dignità per amore verso gli altri.


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