
C’è sempre stato qualcosa di profondamente romantico in Ivan Cattaneo. Non il romanticismo da cartolina, ma quello febbrile, inquieto e ironico che appartiene agli spiriti liberi. Oggi, a 50 anni dal suo esordio, quell’energia torna a risuonare in ‘Due. I.’ (Azzurra Music): un’opera totale, uscita esclusivamente in formato fisico lo scorso 31 ottobre. Un “volume unico”, come lo definisce lui, diviso in due parti speculari: 'Titanic-Orkestra' e 'Un mammifero che canta'. Due mondi che si guardano e si rispondono come in uno specchio, come due amanti che si cercano tra le onde. "Il mio discografico, Marco Rossi, lo ha descritto come uno scrigno musicale e io credo che sia vero", racconta Ivan Cattaneo, "un totale-insieme di tutto ciò che da sempre faccio: musica, pittura, video, racconti, aforismi, aneddoti, fotografia e tanto altro". E in queste parole si sente la dolcezza di un artista che, dopo mezzo secolo di creazione, continua a sentirsi 'indifeso' e innamorato della vita. 'Titanic-Orkestra' è il naufragio come atto d’amore. Nel primo atto di 'Due. I', l'artista trasforma la tragedia del Titanic in un poema corale di ventiquattro voci immaginarie. Ogni personaggio, ogni canzone, è un frammento di umanità sospeso tra mare e memoria: c’è chi prega, chi ride, chi ricorda un amore perduto. Tra questi, emergono due brani che già 'brillano', che si distinguono per la loro intensità: 'Saffo-Love' e, per l'appunto, 'Indifeso'. Due tracce che uniscono fragilità e desiderio, eros e poesia. Il videoclip di 'Indifeso', già online dal 28 ottobre 2025, ne amplifica la delicatezza: un immergersi nell’intimità di un cuore che non teme di mostrarsi nudo. Nel dvd, incluso nel volume, Cattaneo accompagna le storie dei protagonisti con i suoi 'tableaux mouvants': opere di videoarte che mescolano pittura, suono e movimento. Una danza visionaria, dove la bellezza nasce dal naufragio. Capovolgendo il libro, il lettore entra nella seconda parte del progetto: 'Un mammifero che canta'. Un’autobiografia, artistica e visiva, che attraversa cinquant’anni di carriera (1975-2025). Qui, Ivan si racconta con la libertà di chi non deve più dimostrare nulla, ma desidera condividere tutto: sogni, ironie, ferite, follie. Ci sono aforismi e fiabe, fotografie e dipinti, canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana e ritorni travolgenti, come 'Una zebra a poise' e 'Il Geghegè'. "Titanic-Orkestra e Un mammifero che canta li considero quasi un mio testamento artistico, ma anche un testamento di vita", confessa Cattaneo. "Sono ben 50 anni di carriera e sentivo davvero la voglia di raccontare me stesso, ma anche tutto il mondo che nel frattempo è cambiato, attraverso la mia fantasia che non vuole mai arrendersi all’età, che in arte non è necessariamente letale". E' una dichiarazione d’amore alla libertà. Quella di chi ha scelto di essere “troppo attivo, troppo colorato, troppo vero”. E, in fondo, proprio in quell’eccesso, Ivan Cattaneo ha trovato la sua poesia. Nato a Pianico, in provincia di Bergamo, nel 1953, Ivan Cattaneo è stato - ed é - un artista capace di reinventarsi senza perdere mai la propria identità. Dalla Londra ‘glam’ degli anni ’70 del secolo scorso all’Italia dei videoclip di 'Mister Fantasy', dai successi 'pop' come 'Italian Graffiati' ai suoi esperimenti di pittura dadaista, il buon Cattaneo ha incarnato l’idea di un’arte senza confini. "Forse non faccio nulla di davvero importante per il mercato", aggiunge con un sorriso, "ma ciò che creo mi rende felice e, a volte, questo mi basta". E in questa frase c’è tutta la verità di un romantico contemporaneo, di un ‘mammifero che canta’ l’amore per la vita, anche quando la vita sembra una nave che affonda. Con 'Due. I.’, il bergamasco più trasgressivo di sempre ci regala una lezione di bellezza e coraggio: quella di chi non smette mai di reinventarsi e, nel farlo, ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, disinibiti, senza paracadute. Perché, come dice lui: "L’arte non è mai letale. L’arte, semmai, è ciò che ci tiene vivi".