Lucilla Corioni

Napoli ha abbracciato ancora una volta il suo “ragazzo della curva B”. Con due serate memorabili, l’11 e il 12 settembre in piazza del Plebiscito, il versatile Nino D’Angelo ha chiuso il tour estivo 'I miei meravigliosi anni ’80 - Estate 2025', trasformando il cuore della città in una gigantesca festa collettiva. Dopo mesi in viaggio lungo la penisola, da Palermo a Firenze, da Roma a Torino, fino alle tappe di mare come Agrigento e Pescara, il tour si è concluso dove tutto è iniziato: nella sua Napoli. Ovunque, lo spettacolo aveva già raccolto consensi entusiastici, ma le ultime due date hanno assunto un significato speciale, un ritorno alle radici tra la gente che da sempre lo sostiene. Sul palco, D’Angelo ha intrecciato ricordi e musica, portando indietro il pubblico agli anni '80, quando i suoi brani diventavano colonna sonora della vita quotidiana di intere generazioni. Da 'A Discoteca', che faceva ballare le notti italiane, a 'Popcorn e Patatine', con la sua freschezza cinematografica, fino a 'Maledetto treno', capace di toccare corde intime, ogni canzone ha riportato alla luce emozioni autentiche. Non è mancata ‘Napoli’, recentemente eletta inno ufficiale della squadra azzurra, cantata a squarciagola dai presenti in un coro che ha unito piazza e palco. "È una festa che dedico a tutti voi, perché senza la vostra voce io non avrei mai avuto la mia", ha detto l’artista tra gli applausi. E la piazza, gremita e vibrante, ha risposto con cori, abbracci e bandiere, trasformando i due concerti in un rito collettivo: una dichiarazione d’amore reciproca. Il successo di questo tour conferma la longevità di Nino D’Angelo: cantante, attore, autore e musicista, capace di attraversare più di 40 anni di carriera senza smarrire la sua autenticità. Dalle sei partecipazioni al Festival di Sanremo ai riconoscimenti cinematografici, dal David di Donatello al Nastro d’Argento, fino al prestigioso ruolo di direttore artistico del Trianon Viviani, la sua parabola artistica resta una delle più complete del panorama italiano. Il concerto napoletano si è chiuso tra ovazioni e standing ovation, quasi come se piazza del Plebiscito avesse voluto restituire a Nino tutta la gratitudine accumulata negli anni. Una chiusura perfetta, per un viaggio iniziato a giugno e conclusosi con la certezza che le sue canzoni, semplici e dirette, appartengano alla memoria collettiva del Paese.
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