Ci sono autori nel panorama artistico, la cui opera è destinata a rimanere una pietra miliare di civiltà. Tra questi, spicca la cantautrice afro-americana, Tracy Chapman. Nata a Cleveland nel 1964, compie i suoi primi passi nella musica come artista di strada. Conclusi gli studi universitari grazie al conseguimento di borse di studio per gli studenti non abbienti, la Chapman ha proseguito la sua carriera musicale collaborando con Amnesty International e altre importantissime iniziative umanitarie, via via affermandosi come una delle artiste più pregevoli e all’avanguardia nel panorama musicale. La cifra culturale di questa autrice risiede nel fatto che si è resa voce delle istanze di giustizia e di uguaglianza provenienti dalle classi sociali più disagiate. Dai suoi brani traspare la drammatica realtà delle periferie americane. In particolare, sono raccontate le difficoltà quotidiane che la popolazione afro-americana ha dovuto affrontare nei decenni per far valere i propri diritti e consolidare il proprio posto nel mondo. Soprattutto, dal testo delle sue canzoni emerge l’irresistibile forza dei cambiamenti sociali, percepita dalla collettività spesso ben prima delle istituzioni. Ciò si evince chiaramente dai contenuti del brano ‘Talking about a Revolution’. Il ‘pezzo’, infatti, tratta di un impulso rivoluzionario che prende vita e serpeggia tra le persone che lottano per la propria sopravvivenza, come un “sussurro”. E’ veramente rimarchevole constatare come i più grandi mutamenti sociali e il più autentico desiderio di riscatto assumano i connotati di un reciproco e pacato richiamo a sviluppare una consapevolezza comune e a mettersi in gioco per il cambiamento. Siamo ben lontani dagli urli e dalla violenza fine a se stessa delle manifestazioni di piazza: combattere per una buona causa non significa cercare a tutti i costi un nemico da abbattere o mettere a soqquadro una piazza, ma unire le forze affinchè le generazioni future non siano condannate a vivere le stesse difficoltà dei loro padri. Ciò emerge, in particolare, da un altro singolo della Chapman, intitolato ‘Fast Car’, che narra la storia di una giovane afro-americana la quale, nonostante i tentativi spesi per riscattare un passato miserevole e costruirsi un futuro migliore, finisce per vivere la stessa drammatica esistenza dei genitori. Lottare affinchè tutti possano costruire il proprio futuro, indipendentemente dalle condizioni di origine, è un compito complesso, che richiede tempo e preparazione. In tal senso, suonano quanto mai attuali le parole di Pier Paolo Pasolini, che rivolgendosi ai giovani diceva: “Se non si grida: “Evviva la libertà” umilmente, non si grida: “Evviva la libertà”; se non si grida: “Evviva la libertà” ridendo, non si grida: “Evviva la libertà”; ma se non si grida: “Evviva la libertà” con amore, non si grida: “Evviva la libertà”.