Lucilla Corioni

In ogni vita esiste un varco segreto. Un istante in cui il dolore smette di essere un territorio da temere e si apre come una soglia necessaria. Con ‘Restituzione’ (Interno Libri, 2025), l'autrice Ilaria Palomba torna a percorrere quel territorio con il coraggio di chi conosce l’abisso, non ne fugge e lo interroga. La sua poesia non si limita a raccontare una rinascita: la compie, la mette in scena, la restituisce al lettore come un gesto sacro. “Solo inventando conosco, solo nel sogno realizzo il mito”, confida un verso. E da questa dichiarazione, si sviluppa l’intera architettura del libro. Un poemetto, una rivelazione intima e rituale. Le sette sezioni: Alluvione, Catabasi, Ascesi, Memoria, Dissolvenza, Restituzione e Mistica, disegnano un percorso circolare, quasi un rito iniziatico. La Palomba scende negli strati più profondi dell’inconscio, attraversa le fratture, osserva i frammenti di sé che galleggiano dopo la tempesta. E da quella dispersione ricostruisce un’identità nuova. E’ una scrittura che intreccia mito e psicologia, corpo e simbolo, portando nel verso figure archetipiche come Iside, Inanna e Sophia, che diventano compagne di una trasformazione interiore e universale. Il suo linguaggio, colto ma mai distante, viscerale eppure sapientemente calibrato, restituisce densità emotiva senza cedere all’enfasi. Gianpaolo G. Mastropasqua, nella prefazione, afferma: “Questo libro è un inno vedico di resurrezione, un atto di restituzione alla vita dopo la sua apocalisse”. Silvio Raffo, in perfetta consonanza, sottolinea nella postfazione: “Una poesia carnale e cosmica, un amplesso tra corpo e verbo, dove la ferita diventa fonte di rivelazione”. Sono parole che celebrano la qualità del testo e riconoscono l’urgenza. ‘Restituzione’ è un approdo che non teme la dissoluzione, perché la vede come un varco necessario. La perdita, in questa raccolta, è metamorfosi; il trauma è luogo di trasformazione. Il libro si legge come una vertigine che si ricompone. La poesia diventa il luogo in cui il corpo si fa mappa e il verso si fa respiro: un gesto terapeutico che attraversa memoria, ombra e rivelazione. E’ un processo lento, quasi alchemico. La voce poetica affronta l’alluvione del sentire, scende nella catabasi del dolore, risale nell’ascesi di una consapevolezza nuova. E, infine, restituisce se stessa come se la parola fosse un ponte, che ricongiunge ciò che sembrava irrimediabilmente disperso. In questo movimento, Palomba conferma la sua capacità di offrire alla poesia italiana un contributo personale e inconfondibile, saldo nella sua intensità e nella sua visione simbolica. La presentazione ufficiale di ‘Restituzione’ si è svolta lo scorso 28 novembre presso ‘La Feltrinelli Libri e Musica’ di largo Torre Argentina a Roma. Con l’autrice hanno dialogato Anna Segre e Marco Colletti, mentre Lisa Di Giovanni ha offerto un proprio intervento critico. La serata, curata da Olivia Cinnamon Balzar, è stata arricchita dalla proiezione del cortometraggio di Iolanda La Carrubba, ispirato al libro. Un incontro che ha unito parola, immagine e meditazione, restituendo alla poesia il suo carattere comunitario e trasformativo.

L’autrice
laria Palomba, nata a Bari nel 1987, ha già dimostrato in opere come ‘Vuoto’, ‘Scisma’ (Les Flaneurs Edizioni) e ‘Purgatorio’ (Alter Ego Edizioni) una scrittura capace di fondere introspezione, tensione filosofica e mistica. Con ‘Restituzione’ inaugura una nuova stagione della sua voce: una stagione in cui la parola racconta, compie, attraversa, trasfigura. Il risultato è un libro che respira anche dopo l’ultima pagina, come accade ai testi che portano con sé una verità che continua a trasformare chi li incontra.


 

 


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