Lo scorso 2 maggio 2025 e fino a domenica 4, presso la Galleria Toledo di Napoli è andato in scena 'Rumore bianco: confessioni di un insospettabile serial killer con fruscio di sottofondo', scritto e interpretato da Danilo Napoli, per la regia di Yari Gugliucci. Uno spettacolo che ha avuto il coraggio di guardare negli occhi l’oscurità, sondando le profondità della mente umana tra traumi, pregiudizio e fanatismo. Attraverso un monologo incalzante e visionario, lo spettatore viene immerso nei pensieri di un uomo solo, colpevole e psicologicamente compromesso: un assassino di donne transgender. La narrazione scivola senza filtri tra confessione e delirio, guidando il pubblico in un viaggio disturbante, dove i confini tra vittima e carnefice si fanno labili, dove il dolore diventa motore di una violenza cieca. Il palco, un non-luogo fatto di suoni, silenzi e ombre firmato dalla scenografa Anna Simeoli, diventa il terreno psichico dove si consuma lo scontro tra il protagonista e una madre-ombra, presenza simbolica e oppressiva. Una figura che incarna il giudizio, la repressione e una religiosità tossica, capace di soffocare ogni tentativo di autodeterminazione. Ma è attraverso Rossella, la prima vittima evocata nel racconto, che lo spettacolo alza il sipario sulla realtà brutale della transfobia. La sua voce, come quelle degli altri personaggi evocati da Gennaro Ciotola e Michele Vargiu, emerge come una eco lontana, ma indelebile, dentro un testo che alterna violenza e pietà, orrore e grottesco. Il protagonista si confessa senza chiedere perdono. E la regia di Gugliucci lo accompagna senza mai sovraccaricare: pochi elementi, ma essenziali. Una parola che buca il silenzio, un fruscìo che diventa colonna sonora del disagio, grazie alle musiche originali di Francesco D’Acunzi e la performance, fisica e mentale, di Danilo Napoli, che da solo regge l’intero impianto drammaturgico. "Fino a dove può spingere il dolore, la cattiveria subita? Possono il pregiudizio e il fanatismo religioso condurre una persona buona fino all’inferno? Sono queste le domande che mi sono posto mentre scrivevo Rumore Bianco", afferma l’attore e autore, Danilo Napoli, subito dopo aver conosciuto, per caso, la vera storia di Ursula, una donna transgender salernitana costretta a emigrare a Genova a causa della mentalità ristretta di alcune persone. "Ho scritto questo testo per esplorare le radici più oscure dell’odio, dell’omofobia e della transfobia, e per dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Ho voluto immergermi nella mente disturbata del protagonista non per giustificarlo, ma per comprendere il dolore che genera il pregiudizio". Concepito come un grido che si leva nel buio, 'Rumore bianco' non cerca soluzioni, né rassicurazioni. È uno 'specchio frantumato', che riflette i volti di una società che, ancora oggi, emargina, condanna e ferisce. È un'opera che domanda senza retorica: come nasce l’odio? Dove affonda le sue radici? Questo spettacolo andato in scena alla Galleria Toledo per tre serate, tornerà il prossimo 20 giugno 2025 al Campania Teatro Festival: un secondo appuntamento partenopeo da non perdere, per chi vuole farsi attraversare da un teatro che scuote, fa male, ma resta necessario.