Ludovica Zurzolo

L’anoressia nervosa è una patologia psichiatrica grave, sempre più diffusa tra bambini e adolescenti, soprattutto tra le ragazze. Uno studio del 2022 ha rilevato che il 22% dei minori soffre di disturbi alimentari: un risultato che evidenzia la gravità del problema. Preoccupante è l’aumento dei casi nei bambini tra gli 8 e gli 11 anni, abbassando a 12 l’età media complessiva d’insorgenza della malattia.  Per rispondere a questi dati allarmanti, i ricercatori e i clinici dell’Ospedale pediatrico 'Bambino Gesù' si sono mobilitati alla ricerca di nuove cure, avviando uno studio su una possibile terapia: la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS). Una tecnica non invasiva, che apporta nuove possibilità di trattamento. Il progetto, avviato nel 2020, ha coinvolto 64 pazienti dai 10 ai 18 anni. I partecipanti alla sperimentazione sono stati suddivisi in due gruppi: uno con trattamento placebo, mentre l’altro è stato trattato sperimentalmente con la tDCS, che agisce sulla corteccia prefrontale, l’area del cervello responsabile del controllo comportamentale. Il trial clinico è stato condotto in modo 'randomizzato', in 'doppio cieco' e controllato con placebo, in modo che né i partecipanti, né gli sperimentatori fossero a conoscenza di chi ricevesse il trattamento attivo. La tDCS consiste nell’applicazione di elettrodi a bassa intensità, non percepibili dal soggetto stimolato. La terapia è stata somministrata per 6 settimane con 3 sedute settimanali, della durata di 20 minuti ciascuna. In conclusione, i risultati della ricerca hanno dimostrato gli effetti positivi della terapia sulla regolazione del comportamento alimentare. Infatti, nel corso dei 6 mesi successivi alla fine della terapia, i miglioramenti dei pazienti del gruppo placebo si sono gradualmente ridotti; al contrario, il gruppo sottoposto al vero trattamento ha ottenuto miglioramenti significativi e stabili nel tempo. “Questi risultati”, sottolinea Floriana Costanzo, psicologa del 'Bambino Gesù' e responsabile del progetto di ricerca, “suggeriscono che la stimolazione cerebrale non invasiva, affiancata alle terapie standard come il supporto psichiatrico, nutrizionale e psicologico, è in grado di potenziare l’efficacia dell’iter di cura. La validità della tDCS”, prosegue la luminare, “apre scenari innovativi nella lotta contro l’anoressia nervosa in età evolutiva. Grazie alla sua semplicità, sicurezza e basso costo, questa tecnologia potrebbe diventare un’opzione facilmente accessibile per migliorare le terapie esistenti e favorire un recupero più stabile e duraturo”.


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