La musica è il linguaggio più comprensibile per le nostre energie sottili. Nessun’altra forma d’arte si avvicina così direttamente al nostro essere profondo. Diversamente dalla pittura, dalla scrittura o dalla danza, essa non necessita di rappresentare o imitare. La musica non descrive la volontà: è la volontà. Espressione diretta della natura intima delle cose, priva di filtri, pura essenza manifestata in onde. Infatti, nella tradizione 'vedica', non a caso, tutto nasce dal suono: "Nada Brahma", ovvero: “Il suono è la coscienza universale”. Le armonie, le melodie, le vibrazioni; non sono altro che il riflesso di un ordine più grande, di un equilibrio invisibile che ci sfiora l’anima e ci ricorda chi siamo. La musica consola, solleva, unisce. E parla a tutti, senza barriere linguistiche, né spiegazioni. E' immediata. E' universale. La musica, prima di diventare ciò che oggi conosciamo come tale, era semplicemente l’estensione del nostro essere. Un impulso naturale, come il battito del cuore o il respiro. Se imparassimo a lasciarla fluire, senza paura né giudizio, il nostro corpo, la nostra psiche e la nostra anima ne trarrebbero beneficio. Ma nel mondo materico, ci siamo abituati a reprimere ciò che sentiamo, a non esprimere le emozioni, come se la vulnerabilità fosse una colpa. Eppure, è proprio da quella 'chiusura' che nascono molti dei nostri mali: disturbi inspiegabili, malesseri cronici, ansie, nevrosi, fino a manifestazioni fisiche più gravi. Il corpo è un’orchestra: ogni organo, ogni cellula, ogni fibra vibra in relazione all’ambiente. E siamo tutti parte di una sinfonia più ampia: la natura, gli animali, le piante, gli altri esseri umani. Il benessere di uno riecheggia nel benessere dell’altro. E viceversa. Abbiamo, però, chiuso la porta che ci connette alla nostra origine: la natura. E poiché il suono ne è una delle più profonde rappresentazioni, ritornare ad ascoltarlo, a produrlo, a lasciare che ci attraversi è anche un modo per ritrovare quella connessione perduta. In fondo, a livello fisico, siamo fatti di atomi. Ma gli atomi vibrano. Come potremmo non interagire, non risuonare, con tutto ciò che ci circonda? Per questo è fondamentale trovare, o ritrovare, un mezzo d’espressione che non sia solo comunicazione, ma trasformazione. Un linguaggio capace di parlarci da dentro, di portarci al centro. E nulla come il suono, con la sua libertà senza forma, riesce a restituirci il contatto con la nostra essenza primigenia. Quando qui si parla di “noi”, non stiamo facendo riferimento solo agli esseri umani, ma s’intende il tutto. Noi come corpo, pensiero, emozione, desiderio, energia. Noi come animali, come foreste, come onde e costellazioni. L’illusione della separazione è ciò che ci ammala. Il riconoscimento del “noi-universale” è ciò che può guarirci. Donare benessere a sé stessi e agli altri attraverso la musica, l’ascolto, l’armonia, è uno dei passi per un’evoluzione non solo personale, ma anche collettiva. Una vera metamorfosi di Gaia, verso un equilibrio fatto di condivisione, conoscenza e pace. La musica terrena, dopotutto, è solo l’eco dei suoni di mondi superiori.