Il nostro sistema sanitario nazionale è al collasso. Ai tempi della pandemia, si era pensato di ridisegnare l’intero settore. In seguito, tuttavia, passata la grande paura, tutto è tornato come prima, se non peggio. Il tema più scottante è la carenza di medici e infermieri: un allarme che sta colpendo tutte le regioni italiane. Anche se il nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci, per lo meno ha il buon gusto di risparmiarci gaffes e dichiarazioni controverse, dimostrando un'apprezzabile sobrietà di comportamenti, la nostra politica sanitaria latita per mancanza di programmazione; pensionamenti anticipati; medici di base con numeri esorbitanti di pazienti; desertificazione di molte aree disagiate o di provincia. In particolare, il numero dei medici di base disponibili sul territorio rimane scarso, nonostante svariati bandi regionali. Ma non mancano solo medici e infermieri: in molte aree mancano persino gli ambulatori ristrutturabili o da utilizzare in comodato d’uso. In più, non si riesce a tamponare il fenomeno dei pensionamenti anticipati con le opportune sostituzioni, poiché una riforma del passato ha introdotto il numero ‘chiuso’ o i test di ammissione alle facoltà di medicina, dimostrando una grave miopia verso ogni tipo di politica sanitaria. In alcune regione vige addirittura una mentalità di provvidenzialismo religioso, come se il buon Dio organizzasse le sue giornate in funzione delle nostre esigenze o le preghiere bastassero ad allontanare malanni e acciacchi anche seri. Insomma, nell’Italia post Covid ci ritroviamo con interi pezzi di territorio totalmente privi di assistenza e molti anziani risultano abbandonati a loro stessi. Molti servizi come prelievi e vaccinazioni, che potevano esser fatte a domicilio tornando a una politica sanitaria di prossimità, sono diventati difficili, se non impossibili da garantire, persino rendendo operative le farmacie. Si spera che finisca presto questa fase politica di insensibilità o con lo sguardo rivolto all’indietro. Non ai tempi dell’istituzione del servizio sanitario nazionale, ma al Medioevo. Il welfare per le destre nostrane, evidentemente non esiste. Almeno fino a quando non accade qualcosa di irreparabile, che poteva essere tranquillamente prevenuto. Torna alla mente una famosa barzelletta di Roberto Benigni, quella dei due politici che discutono tra loro. “C’è da rimettere a posto la sanità”, afferma il primo. “E perché? Ti senti male?”, risponde il secondo.