Marta De LucaRoma è la sola città d’Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali: tutta la sua Storia, dal tempo dei Cesari a oggi, è quella di una metropoli la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio, quello di una città destinata a essere la capitale di un grande Stato. A Londra, tranne il papa c’è tutto. A Roma, tranne tutto c’è il Papa. Eppure, questo ‘pezzettino’ di medioevo, ospitale e pacifico, discretamente ben conservato, dà un diletto simile a quello che si prova nel contemplare un castello feudale, che con le sue torri merlate, le sue scale segrete e i suoi trabocchetti ci permette di vivere con l’immaginazione in tempi lontani, pittoreschi e differenti dal nostro. A Roma, tutti sanno cosa succede, ma nessuno lo capisce. Che differenza c’è, dunque, tra Roma e Milano, a parte il fatto che lassù si lavora? A Roma, ci si annoia dopo il secondo mese di soggiorno, ma giammai al sesto. E se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall’idea di stabilirvisi. Regna per le strade un tanfo di cavoli marci. E attraverso le belle finestre dei palazzi del Corso si scorge la povertà degli interni. Roma, in realtà, è solo un agglomerato di sublimi rovine, brutte chiese e case moderne: sarebbe stato meglio se non fosse sopravvissuta alla fine dell’età antica, o se si fosse trasformata in un deserto popolato solo dai resti dei suoi monumenti, come avvenne ad altre grandi capitali. La conversione al cristianesimo ha segnato l’inizio della sua decadenza. Della patria di Cicerone, Cesare e Virgilio rimangono solo le spoglie esteriori: il suo spirito è morto per sempre e sono stati i preti e le superstizioni cattoliche ad averlo ucciso. La successiva, violenta, trasformazione della città moderna è apparsa la metamorfosi di un giocoliere, un’invasione di ciarlatani. Roma ha perduto l’aria di Repubblica mondiale ed è discesa al grado di capitale degli italiani, i quali, per le gravi situazioni in cui son sempre stati posti, sono un popolo troppo debole. Il medioevo è stato dunque spazzato via, con tutto lo spirito storico del passato. E Roma, purtroppo, ha perduto il proprio incanto.


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