Vittorio Lussana

Giorgio Medail è un appassionato studioso di culture e tradizioni che affondano le proprie radici nella storia millenaria dell’intera umanità. Di recente, egli ha lanciato una interessante novità editoriale che si occupa, appunto, di approfondire determinate tematiche. Si tratta della nuova rivista mensile Totem, di cui vi presentiamo, tramite questa intervista, alcuni dei principali argomenti che in essa vengono affrontati.

Giorgio Medail, perché lanciare sul mercato editoriale una rivista come Totem? Che cos’e esattamente? E che messaggio intende divulgare?
“Totem rappresenta l’approfondimento mensile della trasmissione radiofonica che conduco da 12 anni su radio Rtl 102.5, tutte le domeniche sera, un programma che ha raccolto attorno a sé tantissime personalità interessate a varcare il confine tra il conosciuto e lo sconosciuto, tra il visibile e l’invisibile. Ciò che risulta visibile, infatti, rappresenta solamente il 4% della realtà fenomenica materiale, mentre secondo le ultime stime scientifiche, l’invisibile, ovvero tutto ciò che noi non possiamo vedere con gli occhi o percepire con i nostri sensi, è quantificabile con il restante 96%. Quindi, abbiamo deciso di lanciare una rivista che si ponesse sul confine tra ciò che è parte della nostra conoscenza e delle nostre certezze e tutto ciò che non lo è”.
 
Come sei giunto ad interessarti a determinati argomenti?
“Tanti anni fa, casualmente mi trovavo a Venezia. Mi ero appena laureato in architettura, ma mio fratello, che già allora era giornalista al Corriere della Sera, mi telefonò e mi disse: “Guarda, c’è un piccolo editore di Milano che vuol fare una rivista che si occupi di questi argomenti insieme ad alcuni ‘amici del mistero’…”. Io non ero nemmeno giornalista allora, ma lui insistette: “Io di questa operazione editoriale non me ne posso occupare, perché sono al Corriere. Però stai tranquillo: io ti ‘guido’ e tu la fai”. E così fondammo Arcana, la prima rivista in Italia che si occupò di certi argomenti: era il 1972 e fu un successo travolgente. In seguito, mio fratello, che nel frattempo era divenuto responsabile della pagina culturale del Corriere, scovò una serie di testi di approfondimento che, recensiti sulla nostra rivista, ci misero in contatto con una folta schiera di persone le quali, in maniera ‘pionieristica’ per quei tempi, portavano avanti una complessa ricerca tra le diverse realtà spirituali provenienti dalle antiche conoscenze, soprattutto dalle religioni orientali (ma non solo quelle, in seguito approfondimmo anche tutto il mondo ‘sciamanico’ degli ‘indiani d’America’ e le stesse culture cattolica ed ebraica) e studi di carattere maggiormente scientifico tesi a scoprire tutto ciò che è ancora oggi sconosciuto”.
 
Tu hai avuto esperienze 'esoteriche', in passato?
“Intanto, c’è da sottolineare che la parola ‘esoterico’ significa, letteralmente, ‘nascosto’. Ciò significa che noi intendiamo porre all’opinione pubblica una vera e propria ‘questione solare’, affinché non vi siano più segreti come nel passato. Nel corso della storia dell’umanità, la segretezza era infatti giustificata dai grandissimi rischi di violenta repressione che si correvano: per interi millenni, se soltanto si osava parlare di certe cose si faceva veramente una brutta fine. Soprattutto nel medioevo è stato così, ma anche per larga parte dell’età moderna e solo all’inizio del XX secolo determinate questioni hanno cominciato ad essere dibattute e verificate. Oggi, fortunatamente non è più così e noi possiamo finalmente rappresentare ciò che, in realtà, effettivamente siamo: una ‘piccola - grande’ avanguardia che cerca di diventare massa critica al fine di di condurre l’umanità verso un grande cambiamento in termini di coscienza. A nostro avviso, si tratta di una ‘svolta’ ormai necessaria: non possiamo più fermarci alla superficie di tante questioni. Tutti noi, oggi, abbiamo un approccio, nei confronti di molte questioni, che è ancora quello proveniente dall’illuminismo, una metodologia assolutamente superficiale, che si basa sulla pelle ma non sul corpo delle cose. Noi di Totem, invece, vogliamo andare in profondità come facevano i grandi esoterici del Rinascimento. Insomma, noi vogliamo andare oltre ciò che appare, oltre l’illusione, per scoprire quel che c’è veramente dietro ad ogni fenomeno”.
 
Qual è la motivazione di fondo che ti ha spinto a iniziare questa 'battaglia'?
“La mia non è mai stata una battaglia, perché proprio l’atteggiamento della conflittualità tipico del pensiero ‘novecentesco’ è quello che ha provocato danni terrificanti. L’atteggiamento conflittuale è finito. Oggi, io dico a tutti: “Arrendetevi, perché non c’è più bisogno di combattere”. Il concetto stesso di combattimento è già una sconfitta ancor prima di cominciare: ognuno di noi oggi può portare avanti liberamente le proprie idee senza dover combattere nessuno, poiché in ogni cosa vi è sempre un qualcosa in più. Sforziamoci, dunque, nel cercare di tirar fuori il buono che vi è in tutte le cose, senza mettersi l’elmetto in testa come fanno ancora in tanti”.
 
Quante sono, in Italia, le persone che si interessano a esperienze e culture di questo genere?
“Tantissime, più di quante non si creda, anche se vige ancora una mentalità assai repressiva nei confronti di questo genere di tematiche: raccontare esperienze considerate, in un certo qual modo, al di fuori della normalità, il più delle volte significa essere giudicati come tali anche nei termini antropologi più individuali e personali”.
 
Ma quali studiosi o personaggi di rilievo pubblico ruotano attorno alla tua nuova rivista?
“Veramente tanti. E’ chiaro che si tratta di gruppi di studiosi o di semplici cultori che non hanno molta ‘voce’ nei media classici, in quanto considerati in ‘odor di eresia’. Tuttavia, vi sono moltissimi amici che appartengono anche ad ambienti intellettuali o delle professioni. Tanto per fare un esempio, molti medici stanno cominciando ad affrontare il problema della medicina e della malattia anche sotto un profilo ‘olistico’, stanno cioè cominciando ad ammettere che vi è un rischio di materializzazione di un preconcetto sbagliatissimo in medicina: quello di considerare il corpo umano come un‘automobile che, quando non funziona più al meglio, debba necessariamente prevedere il cambiamento di tutte le sue parti, come se la medicina e la salute stessa equivalessero alla sostituzione di una ‘coppa’ dell’olio o un filtro dell’aria. In realtà, quel che non si vuole comprende è che la malattia o il disagio che da essa deriva può nascere anche da problemi che toccano la coscienza e lo spirito, da conflitti che si vivono nella vita quotidiana i quali, dopo esser stati metabolizzati in qualche modo, si trasformano in malattie vere e proprie. In merito a tali versanti scientifici, purtroppo in Italia siamo ancora piuttosto indietro. Ma in molti Paesi del mondo, la concezione ‘olistica’ del nostro corpo - l’aver cioè compreso una cosa in realtà semplicissima e che gli antichi conoscevano già da millenni, ovverosia che ‘tutto è uno’ e che quando si vivono problematiche sconvolgenti sul piano psicologico, se non le si supera con la serenità e l’armonia interiore, a lungo andare possono diventare malattie fisiche vere e proprie - appartiene a pieno titolo al campo delle scienze più avvedute e moderne, in particolar modo nella medicina. Io conosco, oggi, medici straordinari che proprio intorno a tali problemi hanno ‘gran voce’ negli Stati Unti o, più in generale, all’estero. Insomma, l’Italia rimane arretrata su questo terreno, anche se sono percepibili sensibili segnali di risveglio”.
 
Permettimi una domanda piuttosto personale: mi risulta che tu, di recente, purtroppo sei rimasto vedovo. Totem rappresenta, forse, un modo per continuare a coltivare un tuo seppur nobile sentimento privato di vicinanza alla 'presenza viva' di tua moglie?
“Totem, in quanto trasmissione radiofonica, è nata 12 anni fa. E 1a mia ricerca personale, come già ti ho raccontato, è cominciata nel 1972. Dunque, non si tratta di questo. E’ chiaro che quando vivi esperienze di questo genere non fai altro che confermare cose già elaborate in passato attraverso una crescita di coscienza ancor più significativa. Indubbiamente, ho vissuto e sto ancora vivendo una di quelle prove decisamente forti, difficili. Ma si tratta di esperienze che toccanno nel profondo e che scuoterebbero chiunque. In ogni caso, anche questo genere di cose ci portano ad affermare che ‘tutto è uno’, mentre l’apparenza ci porta troppo spesso a credere che la nostra stessa esistenza sia composta di molteplicità, di diversità di forme e così via: è un po’ come trovarsi in un grande oceano in cui noi siamo solamente delle onde, miliardi di onde che, in ogni istante, si formano, nascono e muoiono, ma che, allo stesso tempo, sono parti, esse stesse, di un oceano. Ogni onda appare diversa dalle altre, ma poi tutte tornano ad essere oceano, a comporre un ‘tutto’. La nostra stessa presenza, in questa dimensione, è un’onda che ha una vita veloce, dopodiché torniamo ad essere oceano, a far parte del tutto”.
 
Che cos’è l’altra dimensione o il ‘mondo della luce’?
“Si tratta di una serie di studi che raccolgono numerosi racconti della ‘luce oltre il tunnel’, ovverosia di quel che accade allorquando si passa dalla dimensione fisica della vita terrena ad una assolutamente diversa: quella del cosiddetto al di là, oltre i confini dello spazio e del tempo. Sono migliaia, infatti, i casi di persone a cui è capitato di ‘tornare indietro’ dopo aver varcato il confine tra il visibile e l’invisibile, fra la vita e la morte. E tutte narrano di questa ‘luce’ che esse hanno visto oltre il ‘tunnel’. Si tratta di un tema interessante, perché se così tante persone rivelano il medesimo ricordo, allora vi può essere qualcosa di vero anche sul piano strettamente scientifico: quando un fenomeno si ripete più e più volte, esso assume maggior valore anche in sede di analisi. Così come potrebbero assumerlo tutti quei fenomeni di presenze o apparizioni che abbiamo sempre definito, nella storia, come ‘angeli’, ‘fantasmi’, ‘spiriti’ o ‘extraterrestri’ che si sono posti in contatto telepatico con noi. Tutta questa dimensione rappresenta proprio quel 96 % di invisibile, di non tangibile, che i nostri sensi non possono toccare e che il nostro udito non riesce a sentire, poiché vibra su frequenze talmente alte da risultare al di fuori della nostra portata”.
 
Nel corso di molte delle tue trasmissioni su Radio Rtl 102.5 giungono numerose telefonate che fanno riferimenti espliciti al giorno "zero" dell’anno 2012? Di cosa si tratta? Cosa dovrebbe accadere?
“Nulla di catastrofico. Personalmente, ritengo che ci stiamo avvicinando ad un grande passaggio evolutivo, nel corso del quale chi riuscirà a crescere nella propria coscienza e a sintonizzarsi con l’armonia stessa del cambiamento andrà molto avanti e avrà grandi soddisfazioni proprio dal punto di vista di questa crescita”.
 
Già sui primi numeri di Totem, Manuela Pompas sostiene siano già in atto alcune trasformazioni che ci porteranno al grande cambiamento universale del 2012? E’ così? A quali fatti si riferisce? Puoi proporci qualche esempio?
“Un esempio di ciò è rappresentato dal cosiddetto fenomeno dei ‘bambini indaco’, dei bimbi che già nascono con delle particolari capacità ‘paranormali’ ma che, in realtà, sono facoltà normalissime e, allo stesso tempo, straordinarie. Io credo che già questo dato rappresenti un segnale preciso: stanno nascendo bambini con delle ‘antenne psichiche’ più sviluppate delle nostre, le quali sono state atrofizzate dalla cultura illuminista e materialista mediante la quale ci siamo formati. Poi ci sono tantissimi altri fenomeni, anche di tipo fisico, come ad esempio il forte aumento di vibrazioni del pianeta Terra: un noto biologo americano afferma, infatti, che anche dal punto di vista dell’elettromagnetismo siamo di fronte ad una crescita, in questi ultimissimi anni, notevolissima. E qualcuno parla addirittura di una possibile inversione della polarità della Terra, un fenomeno tra l’altro già avvenuto, in passato. Insomma, ci sono molti segnali di cambiamento: l’intero sistema solare sta attraversando un nuovo luogo della nostra galassia in cui si verificano vibrazioni assolutamente diverse rispetto al passato. Si tratta di una serie di ‘segni’ che reputo interessanti, anche se non penso ci si stia avvicinando verso la fine della vita sulla Terra, come invece affermano certi catastrofisti. Più semplicemente, io credo ci sarà la fine di un certo tipo di mondo: quello terribile, che ha provocato tragedie e sciagure immani. Forse, anch’esso era un passaggio necessario nella storia dell’intera umanità, un periodo che gli indiani definiscono ‘kaliuga’, una lunghissima transizione necessaria affinché dal ‘fango’ nascesse il ‘loto’, il più puro dei fiori. Quindi, io credo che si tratterà solamente di un passaggio ad una nuova era nella quale, forse, l’umanità riuscirà a cambiare veramente, poiché oggi non ci sono più valori di nessun genere: se non faremo una profonda ecologia spirituale interiore, se non cambieremo tutti nel profondo, non ci sono grandi speranze per questo mondo”.



(intervista tratta dal sito web di informazione e cultura www.diario21.net)
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