Alessandro LozziUna proposta di legge che, sulla scorta di un concetto etico della Stato, impone scelte o divieti su materie che competono alla libertà dei singoli, attribuendo per di più competenze sanzionatorie a prefetti e questori, è una proposta illiberale.
Una proposta, come quella del governo Berlusconi, che punisce chi detiene sostanze psicotrope con la reclusione da sei a vent’anni e con la multa da 26.000 a 260.000 euro non è solo una proposta illiberale ma anche impraticabile.
Una proposta, come quella del governo Berlusconi, che punisce persino chi detiene medicinali contenenti sostanze stupefacenti con la sospensione della patente di guida per un mese non è solo una proposta illiberale e impraticabile, ma anche demenziale.
Una proposta, come quella del governo Berlusconi, che in caso di recidiva, punisce con l’obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana al commissariato, di rientrare nella propria abitazione entro una determinata ora, nonché con il divieto di frequentare determinati locali pubblici, di allontanarsi dal comune di residenza e di condurre qualsiasi veicolo a motore, scooter compresi, non è solo illiberale, impraticabile e demenziale ma anche assurda.
Una proposta, come quella del governo Berlusconi, che prevede la revoca dei provvedimenti restrittivi per chi si sottopone ad un programma terapeutico socio-riabilitativo non è solo illiberale, impraticabile, demenziale, assurda ma anche ipocrita.
Una proposta, come quella del governo Berlusconi, che abolisce la differenza tra droghe pesanti e leggere, ma prevede che la dose media giornaliera oltre la quale scattano le sanzioni sia di solo 150 milligrammi per la cannabis ma di ben 500 milligrammi per la cocaina non è solo illiberale, impraticabile, demenziale, assurda, ipocrita ma anche ridicola.
Un discorso serio su come affrontare la droga dovrebbe partire dal pensiero di John Stuart Mill, secondo il quale nessuno è autorizzato a dire ad un adulto ciò che deve o non deve fare perché ciascuno è la persona maggiormente interessata al proprio benessere. Ma dovrebbe anche considerare che la società di oggi è molto più complessa di quella dei tempi di Mill, e che la droga annichilisce la personalità dell’uomo, ne soggioga la capacità d’intendere e di volere, lo rende schiavo.
Il punto critico per un approccio liberale puro sta tutto qui, nella consapevolezza che la droga mortifica proprio la forza della ragione e della responsabilità del singolo, cioè i principi su cui si basa la cultura liberale della sacralità dell’individuo.
Ma come si fa a fare un discorso serio con chi presenta un disegno di legge secondo il quale chi fuma uno spinello può uscire di casa liberamente solo se accetta di sottoporsi ad un terapia sanitaria di natura socio-riabilitativa? Ci hanno stordito con gli spot sulla rivoluzione liberale ma la verità è che simili trattamenti erano in voga nella grande Cina di Mao, ai tempi della cosiddetta rivoluzione culturale.
E pensare che al primo punto della Carta dei valori di Forza Italia sta scritto: “noi crediamo che ciascuno debba avere il diritto di realizzare se stesso, di aspirare al benessere e alla felicità, di costruire con le proprie mani il proprio futuro, di poter educare i figli liberamente.
Quando si dice la differenza tra il dire e il fare.
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