Sofia RiccaboniIl recente dibattito sull'ora di religione a scuola ha scatenato una serie di reazioni, politiche ma non solo. Anche a livello quotidiano non si parla di altro, nelle botteghe e nei bar. E tutti dicono la stessa cosa: “Non vogliamo che la nostra cultura sia messa in pericolo dalla loro”. Ma quanti sanno davvero qual è la nostra cultura? Veramente c’è chi è convinto che la nostra cultura sia quella cattolica? Forse, a queste persone mancano un po’ di informazioni storiche o, forse, un bel po’ di memoria. La nostra cultura, quella che abbiamo tanto paura che la religione islamica ci porti via, quella che secondo molti è rappresentata dalla religione cattolica; la nostra cultura, quella scritta in ‘punta di penne’ come quella di Dante Alighieri o di Alessandro Manzoni; la nostra cultura, quella fatta di persone del calibro di Galileo Galilei e di Leonardo da Vinci; la nostra cultura, quella tramandataci da libri salvati dai roghi della Santa Inquisizione. Tutto quello che vediamo oggi, tutto quello che possiamo chiamare cultura è stata fatta da persone che con la religione cattolica, per fortuna, avevano poco a che spartire. La nostra cultura è composta di persone che studiavano la medicina e venivano bruciati sul rogo come ‘diavoli’, salvo poi usare quelle stesse scoperte scientifiche per propinarci false ideologie sul chi deve decidere come ognuno di noi debba morire. La nostra cultura, per fortuna, è laica. E la nostra Costituzione sancisce il diritto di essere indipendente dalla religione cattolica. La Chiesa, quella che molti oggi si prendono il diritto di indicare come “nostra cultura” abbracciando tutti gli italiani, sta perdendo consensi ovunque. Gli italiani non sono tutti cattolici, non più. Quindi, non è la nostra cultura. È la cultura di una parte di italiani, quelli che però si sono dimenticati di cosa fosse davvero, in principio, questa religione. Perché nei secoli, voglia di potere e di denaro hanno fatto perdere di vista i veri principi della religione cattolico - cristiana. Ci si è dimenticati delle basi, del “porgi l'altra guancia”, di concetti quali “ama il prossimo tuo come te stesso”. Se questa fosse davvero la nostra cultura non credo che qualcuno avrebbe da ridire in merito. Ma  quello che ci arriva ogni giorno non è questo. La cultura cattolica è fatta di roghi per bruciare streghe e infedeli, è fatta di ‘guerre sante’ per conquistare nuovi territori e imporre la nostra religione. La cultura cattolica è fatta di intolleranza verso il diverso, di insofferenza verso chi non la pensa come noi. Se fossimo davvero discendenti dalla  cultura cattolica, signori, oggi saremmo molto più integralisti degli islamici stessi.


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alvise - italia - Mail - mercoledi 11 novembre 2009 16.25
Io penso che prima o poi, se la crescita di altre comunità nel nostro paese modificherà i rapporti demografici, lei dovrà decidere a quale gruppo culturale vorrà appartenere.
Se sarà quello islamico a diventare maggioritario, non le sarà permesso di essere atea. Per loro è semplicemente irrazionale. Anzi idiota.
Per cui penso preferirà stare dalla parte di una religione e di una cultura che le garantisca una visione dell'uomo può vicina e compatibile , seppur distante, alla sua.
Lei può continuare a guardare indietro nella Storia, ma non credo le sarà utile. Anche gli ateismi del nazismo e del comunismo hanno prodotto disastri non inferiori a quelli che lei rimprovera al cristianesimo.
Il tema del crocefisso in classe è dunque solo un occasione per riscontrare due visioni del mondo. Una che immagina la Storia come una freccia che non torna mai indietro e un'altra che sa cogliere anche i ritorni ciclici. Come appunto quello della religiosità.
E mi pare che la Storia non le stia dando ragione.
Carlo Cadorna - Frascati - Mail - martedi 10 novembre 2009 20.25
Quella che Lei descrive ERA la nostra cultura. Oggi, dopo 50 anni di cattocomunismo, è cambiata, purtroppo!!
Inoltre, bisogna riconoscere alla Chiesa di essere molto cambiata, soprattutto per la perdita del potere temporale(si fa per dire......).


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