Carlo PanellaBeppe Grillo, tra le tante cose strampalate che fa, ne ha azzeccata una: con la sua candidatura alle primarie per la segreteria del Pd ha messo a nudo la follia dello Statuto del Pd che obbliga oggi i maggiorenti della nomenclatura a negargli la tessera, unico modo per non mandare in farsa l'elezione del nuovo segretario. Ma questa follia ha una ragione tutta politica. Lo Statuto del Pd è infatti una cosa da matti. Non lo diciamo noi, ma un padre nobile come Franco Marini (“sembra scritto dal dottor Staranmore”!), come tanti altri pezzi da novanta del partito, inclusi Massimo D’Alema e Luciano Violante. Le primarie vanno fatte, se si vuole, per definire le candidature a cariche elettive, per regolare il rapporto tra gli elettori e il partito a fronte di scadenze elettorali. Ma farle per eleggere il segretario del partito, cosa che riguarda solo gli iscritti, è un non senso, dà luogo a continue, naturali, turbative. Distrugge addirittura quell’idem sentire, quello spirito di corpo, quel cursus honorum, quel rapporto tra dirigenza territoriale e centrale e segretario che - unici - devono determinare la scelta. Ma il Pd ha questo Statuto pasticciato non per caso. Ce l’ha perché la sua nascita è stata pasticciata, perché non si poteva rompere con la componente prodiana - il cui leder interno è Arturo Parisi - che invece vede nelle primarie sempre e ovunque la panacea per i mali della democrazia rappresentativa in Italia. Lo Statuto del Pd è frutto non di un sano processo costitutivo, ma di una cervellotica mediazione a tavolino tra ‘componenti’, che infine ha disegnato un percorso elettorale per la nomina del segretario cervellotico e pazzotico che ora si rivolta contro il Pd stesso. Il tutto, si badi bene, anche perché quello Statuto non dice affatto che il segretario del Pd deve poi essere, obbligatoriamente, anche il candidato premier, ma lascia aperta la possibilità concreta che si facciano due primarie distinte: una per il segretario, un’altra, per l’aspirante premier. Un caos strutturale, un caos fatto Statuto. Un caos fatto partito.




(articolo tratto dal sito web www.carlopanella.it)
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