Nicola Cariglia

La Costituente socialista che si è tenuta al Massimo di Roma sabato 14 luglio è stata davvero una bella manifestazione: sobria e tuttavia suggestiva. Complimenti a chi ne ha curato scenografia e regia e complimenti al bravissimo Alessandro Cecchi Paone che ha condotto la manifestazione con perizia, senso del ritmo e capacità di rapportarsi agli umori della platea. Insomma, se perfino il difficilmente contentabile Terracciano con la sua cronaca ne dipinge un quadro positivo, deve essere stata una cosa quantomeno non banale! Da parte mia mi limito ad alcune considerazioni politiche che riprendono quanto scritto alla vigilia e sostenuto in occasione del convegno di Chianciano. La prima deriva da una constatazione: la platea si è infervorata ed ha sottolineato con scroscianti applausi ogni passaggio di qualsiasi oratore che suonasse critica o addirittura insofferenza per il governo dell'onorevole Prodi. Se la platea del Massimo rappresenta la base degli elettori ai quali rivolgersi, la conseguenza viene da sé. Seconda considerazione: si è cercato di offrire l'immagine di un processo che non si limita a ricomporre i frammenti del vecchio Psi. Si è cercato di dare anche fisicamente l'impressione di una ricerca di nuovo, con un mix di volti nuovi e volti vecchi che avevano il compito di segnalare tutte le confluenze nel nuovo soggetto unitario socialista. La terza e ultima considerazione riguarda non ciò che è avvenuto ma il cammino che sta davanti. Tutti, a cominciare da Boselli hanno ripetuto il proposito di contribuire a dar vita ad un partito nuovo che abbia gli elementi socialisti e liberali tipici delle grandi forze riformiste (leggi socialdemocratiche) europee. In politica, sempre, si deve dare credito alle affermazioni fino a quando non siano smentite dai fatti, che alla fine sono quelli che contano. Per questo attendiamo con fiducia il "secondo tempo", cioè il varo di un programma e di una forma organizzativa che sanciscano il profilo liberalsocialista del soggetto in gestazione. E sempre per questo reputo necessario dare uno sguardo a 360 gradi a tutto ciò che accade nel campo laico liberale e socialista. Oggi, la situazione è questa: c'è un processo di unità in corso tra i laici, liberali e socialisti che si alleano con il centro-sinistra, ma non c'è un processo analogo nel campo del centro-destra. In altre parole: laici e liberalsocialisti di centro-sinistra cercano, se non altro, di fondare un soggetto forte che sia strumento autonomo per la loro politica; laici e liberalsocialisti del centro-destra, complici anche i sondaggi favorevoli a Berlusconi, hanno rinunciato a qualsiasi progetto di partito autonomo e si apprestano ad affrontare le prossime elezioni politiche "ospiti" per lo più di Forza Italia. E nessuno, proprio nessuno, pensa a liste "terziste", cioè svincolate dai due maggiori schieramenti. Questa è la realtà, la situazione da tenere presente per le scelte (tutte legittime) che ognuno è chiamato a compiere. Il resto sono chiacchiere.

 




(articolo tratto dal sito www.pensalibero.it)
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Aldo - Pisa Italia - Mail - lunedi 23 luglio 2007 16.47
Facciano pure tutte le costituenti che vogliono e fondano o rifondano il partito del PSI, o cosa gli pare ma, oltre a tanti discorsi "politichesi" dovrebbero impegnarsi in fatti concreti e tangibili per una vera democrazia.
E' stata abbattua la prima repubblica ma, il risultato non è cambiato. Prima un cittadino sentiva nominare sempre determinati nomi, ora si sono sostituiti altri e vita natural durante staranno in parlamento! Ci hanno ridato anche gli eredi di Craxi. Quand'è che sentiremo parlare che dopo due mandati parlamentari si ritorna a "produrre" come tutti gli altri? Quando avverrà che il Presidente della Repubblica al termine del suo madato se ne va casa? Quale contributo alla Nazione può dare un senatore molto vecchio? Quando sentiremo che è stato abolito il priveligio della pensione di un parlamentare dopo circa due anni e mezzo?
Si fanno riforme e poi si riforma la precedente riforma per le pensioni, sino a trovare l'optimum per il bene di tutti, però i cittadini non hanno ancora sentito parlare di una riforma delle pensioni dei parlamentari o forse sbaglio?
Un Presidente o Governatore di una regione si sa che dopo due mandati non può essere rieletto: possiamo stare tranquilli che sarà "promosso" deputato a vita. Non sarebbe il caso di dare uno stop a queste situazioni?
Una ultima considerazione: se non sbaglio la nostra costituzione dice che può essere eletto a Presidente della Repubblica un qualsiasi cittadino. Di Presidenti ne abbiamo avuto diversi e...nemmeno uno è stato un semplice cittadino: tutti politici tranne un Banchiere di alto livello
A mio parere non sarebbe sbagliato tenere conto anche di queste considerazioni nei futuri programmi di tutti partiti.
Il Paese ha bisogno di fatti concreti e non solo di letture di "cartelle" piene di vaghi discorsi ma vuote di vero contenuto. Solo eliminando il potere politico dei singoli, potrà accadere che la politica entri a pieno diritto in ognuno di noi e risolve veramente i problemi. Viceversa è un tutto un bla bla bla e una continua "guerra" personale per mantenere la posizione di privilegio acquisita in parlamento.



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