Marcello ValeriIl 20 giugno di 68 anni fa, fu emanata la 'legge Scelba', formalmente conosciuta come Legge n. 645 del 20 giugno 1952. Essa venne pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 23 giugno 1952 n. 143 ed è una norma di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana. La disposizione costituzionale recita: "È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48 sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista". La legge Scelba, che deve il suo nome a Mario Scelba, ministro degli Interni e presidente del Comitato interministeriale incaricato dal Governo De Gasperi di coadiuvare il ministro Attilio Piccioni nell'aggiornare la legislazione circa la sicurezza del Paese, all'articolo 1, riguardante la riorganizzazione del Partito fascista precisa: "Si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o, comunque, un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". Nell'articolo 2 vengono inoltre introdotte le sanzioni penali, sia per chi promuove, organizza o dirige associazioni, movimenti o gruppi, sia per chi partecipi a tali associazioni, movimenti o gruppi, prevedendo per entrambe le tipologie di soggetto (chi organizza e chi partecipa) la reclusione da 2 a 12 anni a seconda dei casi, comminando le multe da applicare che vanno dal vecchio 1 milione di lire (circa 500 euro, ndr) ai 20 milioni (circa 10 mila euro, ndr) nei casi più gravi. Le pene vengono raddoppiate nel caso in cui il movimento o gruppo faccia uso di violenza e/o sia armato (nel caso in cui i promotori e i partecipanti abbiano la disponibilità di armi o esplosivi). All'articolo 3, la legge introduce lo scioglimento dell'associazione, del movimento o del gruppo, prevedendo la confisca dei beni, nonché dando facoltà al Governo, nei casi di straordinarie necessità, di adottare tale provvedimento mediante decreto-legge. Nell'articolo 4, il legislatore enuncia il reato di 'apologia del fascismo', condannando chiunque faccia propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate all'articolo 1 con la reclusione da 6 mesi a 2 anni e con la multa da lire 400 mila lire (200 euro circa, ndr) al milione (500 euro circa, ndr). Alla stessa pena deve essere condannato chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena prevista è quella della reclusione da 1 a 3 anni e della multa da 1 a 2 milioni (rispettivamente 500 e 1000 euro, ndr). Condanna, inoltre, alla reclusione da 2 a 5 anni e a una multa da 1 a 4 milioni di lire (rispettivamente 500 e 2 mila euro, ndr) se tali azioni sono commesse a mezzo stampa. L'articolo 5 sottolinea che, se si partecipa a riunioni pubbliche e si compiono atti, azioni, fatti del manifestare, dimostrazioni, espressioni, esternazioni o palesamenti usuali al Partito fascista e/o di organizzazioni naziste, si viene puniti con la pena della reclusione fino a 3 anni e con una multa che va dalle 400 mila al 1 milione di lire (rispettivamente 200 e mille euro, ndr). All'articolo 6 vengono enunciati i casi in cui sussiste l'aggravamento della pena. All'articolo 7 si dà competenza al Tribunale per la cognizione dei delitti previsti dalla legge stessa e, all'articolo 8, si danno disposizioni relative ai provvedimenti cautelari in materia di stampa. Nell'articolo 9 si incarica la presidenza del Consiglio di bandire concorsi per la compilazione di cronache dell'azione fascista, allo scopo di far conoscere in forma obiettiva ai cittadini e, in particolare, ai giovani delle scuole, con pubblicazioni dedicate all'insegnamento, l'attività antidemocratica del fascismo. Negli anni in cui erano ancora nell'aria, nei luoghi e ben chiare nella mente le conseguenze della guerra in cui ci eravamo cacciati "con una scarpa e una ciabatta", come si dice a Roma, il legislatore, nel completare la Costituzione, intendeva debellare completamente la cultura antidemocratica di tipo fascista, in modo prioritario rispetto a questioni relative al libero pensiero e alla libertà di opinione o espressione. In pratica, il fascismo e i suoi metodi non sono pensieri, cultura o opinioni: essi sono reati, poiché incompatibili con la democrazia. Negli anni successivi all'emanazione della 'legge Scelba', i ricorsi per presunta anticostituzionalità furono sempre rigettati: la norma viene considerata compatibile con la Costituzione. Il 17 ottobre 2018, il parlamento europeo, visto l'aumento di episodi di xenofobia rilevati in Europa e l'incitazione all'odio contro 'presunti nemici' messa in campo da alcuni movimenti anche sui social media; considerando che molte persone sono sempre più spesso il bersaglio di gruppi estremisti di destra, che li considerano come dei traditori o degli ingenui che hanno dato prova di lassismo; condannando e deplorando gli attacchi terroristici, gli omicidi, gli attacchi fisici violenti e le marce delle organizzazioni neofasciste e neonaziste che hanno luogo in numerosi Stati membri; preoccupato per la crescente 'normalizzazione' del fascismo, del razzismo, della xenofobia e di altre forme di intolleranza nell'Unione europea; turbato dalle segnalazioni in alcuni Stati membri di collusione tra leader, partiti politici e forze dell'ordine con neofascisti e neonazisti; preoccupato per l'impunità di cui operano i gruppi neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri; prendendo atto della preoccupante tendenza dei gruppi neofascisti e neonazisti a utilizzare i social media e internet per organizzarsi in tutta l'Unione europea e diffondere propaganda estremista, ha emanato la Risoluzione sull'aumento della violenza neofascista in Europa - 2018/2869 (RSP) - invitando gli Stati membri e le imprese dei social media a contrastare la diffusione del razzismo, del fascismo e della xenofobia su internet, chiedendo ai singoli Stati di condannare e punire con fermezza i crimini di odio, i discorsi di incitamento all'odio e la tendenza a cercare capri espiatori da parte di politici e funzionari pubblici, a tutti i livelli e su tutti i tipi di media, in quanto normalizzano direttamente e rafforzano l'odio e la violenza nella società. Un fenomeno, quello dell'aumento del fascismo e della xenofobia, da contrastare proprio in momenti come questo, in cui la società è più vulnerabile alle strumentalizzazioni di sedicenti 'salvatori della patria', gruppi politici e associazioni che, in qualche modo, si rifanno a Dio, patria e onore compromessi o messi in pericolo da qualcuno. Un periodo storico, questo, in cui l'insoddisfazione e la necessità di dover mettere insieme il pranzo con la cena per sé, per i propri figli e familiari, in cui iniziamo solo vagamente percepire le conseguenze di una crisi economica mondiale - che era già in atto da qualche anno ed è peggiorata, in conseguenza al 'lockdown' e alla ovvie necessità prioritarie dello Stato di salvaguardare se stesso e i cittadini sotto il profilo sanitario - comporterà nella vita di tutti i giorni. Giorni in cui la relazione con l'Altro è stata sensibilmente modificata, per far posto a un maggior isolamento (sia per l'ampio utilizzo dello 'smart working', sia per il distanziamento sociale, che dovremo continuare a mantenere finché non ci sarà un vaccino), con la conseguenza che è decisamente aumentata la fruizione dei contenuti on line da parte di una popolazione che stenta a comprendere ciò che gli viene propinato da pseudoesperti e sedicenti 'giornalisti indipendenti', che parlano di complotti i quali si rivelano, quasi sempre, delle vere e proprie 'bufale' architettate a tavolino e mai rettificate, che continuano a girare in rete senza fine. Social media in cui sta aumentando in modo sensibile la presenza di gruppi votati alla nazione in senso esclusivista e assoluto, che affermano, a parole, di voler di difendere gli interessi delle più svariate categorie di imprenditori, liberi professionisti o anche semplici cittadini, essenzialmente tutti coloro che risultano più colpiti dalla crisi economica. Gruppi di interesse che promettono (e in alcuni casi riescono anche a esserne autorizzati) una nuova 'marcia su Roma', che terminano la manifestazione facendo incetta di birre nel bar adiacente a piazza Santi Apostoli in Roma, in cui gli slogan liberatori e le bandiere tricolori vengono affidati all'aere indossando i caratteristici anfibi, la calzatura che qualsiasi 'maison' di moda consiglia per le passeggiate nelle strade della capitale negli ultimi giorni di una calda primavera, facendo trasparire il gran senso civile delle loro lotte, oltre ai tatuaggi, ai muscoli, alle barbe, alle magliette bianche e alle mimetiche, rese più evidenti dal sanpietrino della pavimentazione della piazza. In altre situazioni, le pagine Facebook de 'I ragazzi d'Italia' promuovono l'incontro tra 'ultras' della capitale (che durante le domeniche dei bei tempi che furono e, se capita, anche adesso, non perdevano occasione per darsele di santa ragione) per "riportare l'Italia allo splendore di un tempo". Il loro slogan è: "Dalle curve alle piazze", rifiutato da tutti i gruppi ultrà, che non si vogliono far politicizzare e che non vogliono entrare nei giochi della politica. Si può non condividere il loro modo di vivere lo sport, ma non si può non apprezzare la loro coerenza e dignità di rispetto in tal senso. 'Dalle curve alle piazze' ha visto, infine, partecipare alcuni gruppi ultras ed esponenti di Forza Nuova. Sono volati gli schiaffi a causa dell'esposizione mediatica di Simone Carabella, già candidato con il Pd e con Fratelli d'Italia. E sono volate le bottiglie contro i giornalisti, accusati di essere lì a documentare e contro la polizia, che a sua volta ha dovuto difendere i giornalisti. I patti erano quelli di non rilasciare dichiarazioni politiche. L'evento è terminato con le scuse dal piccolo palco posto nell'immenso Circo Massimo da parte degli organizzatori. Scuse rivolte ai pochi partecipanti per la pochezza dell'evento e per i disordini, iniziati "a causa di un coglione". Nella pagina Facebook che ha promosso l'evento non è infrequente leggere strofe di canzoni tipo 'Libertari', scritta da Marcello De Angelis, che già dal 1977 con il fratello maggiore Nazareno (detto Nanni) entrò in Lotta studentesca, un movimento dalla cui costola nacque, nel 1978, Terza posizione (movimento neofascista eversivo, fondato a Roma da Giuseppe Dimitri, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi, rimasto attivo fino al 1982). Dopo la strage di Bologna del 1980, Terza Posizione venne messa al bando e alcuni leader del movimento sono stati oggetto di mandati di cattura per associazione sovversiva e banda armata. De Angelis, venuto a conoscenza dell'imminente arresto di alcuni suoi amici latitanti a Londra, parte col treno per avvisarli. Viene arrestato e, per sei mesi, resta nel carcere londinese di massima sicurezza di Brixton. Il fratello Nanni, intanto, muore il 5 ottobre 1980 nel carcere di Rebibbia, in circostanze ancora oggi poco chiare. L'estradizione in Italia venne negata dai giudici inglesi a causa della natura politica dei reati contestati. Dopo i sei mesi di reclusione, inizia prima a lavorare come grafico. Poi, torna in Italia, decidendo di costituirsi nel 1989. Viene condannato a 5 anni e sei mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata, ma ne sconta solo tre, uscendo dal carcere nel 1992. Dopo aver scontato la condanna, scopre che le canzoni che aveva registrato su una cassetta sono molto ascoltate negli ambienti della destra. Fonda quindi, il gruppo musicale '270bis', il cui nome è tratto dall'articolo del codice penale riguardante le associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. Molti dei pezzi del gruppo '270bis' sono stati scritti nel periodo di latitanza a Londra e incisi su un'audiocassetta in modo amatoriale, solo con chitarra e voce. Saranno riarrangiati in chiave pop/rock e faranno parte di 'Signori della guerra', il primo album del gruppo uscito nel 1995. Il cantautore De Angelis non risparmia, nei suoi testi, rimpianti per il periodo del ventennio fascista, non nascondendo all'ascoltatore le proprie idee e il proprio credo politico. Dal 5 maggio 2011 al marzo 2014 è stato direttore del quotidiano 'Il Secolo d'Italia'. Nel 2006 viene eletto al Senato della Repubblica nelle liste di Alleanza Nazionale in Abruzzo e, nel 2008, è eletto deputato alla Camera nelle liste del Popolo delle Libertà, sempre in Abruzzo. È stato per diversi anni legato alla componente della Destra sociale di An e a Gianni Alemanno. In seguito, si avvicina a Gianfranco Fini, ma dopo la scissione di Futuro e Libertà, rimane comunque nel PdL. Tutt'oggi, Silvio Berlusconi non lesina mai di ricordare ai suoi alleati, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che chi ha riabilitato i fascisti in parlamento è stato proprio lui. Nel discorso tenuto al Teatro Manzoni di Milano il 28 settembre 2019 ha raccontato: "Nel 1994, noi decidemmo di scendere in campo con la destra, cioè con la Lega e con i fascisti, che gli altri partiti avevano mantenuto al di fuori di quello che si chiamava "arco costituzionale". Non avevano mai permesso che Lega e post fascisti entrassero al governo. Li abbiamo fatti entrare noi nel 1994, li abbiamo legittimati noi, li abbiamo costituzionalizzati noi"! La Meloni e Salvini, che in modo sempre più sfacciato risultano essere solamente delle pedine a servizio del più forte: dopo l'era berlusconiana, decidono di ispirarsi alle forze dell'ultradestra di origine russa, sospettati, tra l'altro, di aver influenzato l'elezione del presidente americano, Donald Trump. Gruppi reazionari provenienti da una Russia che non trarrebbe beneficio da un'Europa compatta e con patti economici stabili, unitamente a una Cina ultracompetitiva in tutti i settori e a un'America in declino. Sono forze di estrema destra, che non lesinano l'utilizzo dello strumento religioso per fomentare gli animi. I nostri esponenti della destra parlamentare, in particolare Salvini e tutto l'entourage della Lega a lui più vicino (da questo punto di vista, la Meloni è la più sobria...) non lesinano di dispensare simpatie e promuovere le idee dei gruppi cattolici ultraconservatori, concentrati soprattutto negli Stati Uniti e che attaccano Papa Bergoglio, considerato il principale esponente di sinistra presente oggi sul panorama politico mondiale, sin dall'inizio della sua salita al soglio di Pietro. Insomma, tutta questa sottocultura di destra sta conquistando sempre più spazio nelle piazze e tra gli strati sociali più fragili e influenzabili per l'assenza di senso critico o per motivi legati ai bisogni primari della popolazione. Inoltre, nelle periferie e in tutti quei posti prima presidiati dai circoli Acli o dalle sezioni di partito, tutte realtà che, grazie alla loro presenza, erano un punto di riferimento e, in qualche modo, costituivano una difesa dal territorio, tutti gli spazi sono stati occupati e presidiati da movimenti come 'Casapound', che continuano a far proseliti tra i più emarginati della società. Gli unici avamposti rimasti sembrano essere i 'centri sociali', che a causa della loro veracità e dal loro essere comunisti, sono considerati elementi fastidiosi e perciò abbandonati da una sinistra che, da quando ha deciso di chiudersi nella Leopolda per poter inseguire il potere economico e 'rottamare' gli ultimi elementi realmente di sinistra rimasti, ha definitivamente perso il contatto con la realtà della gente. Una sinistra che somiglia, sempre più, alla Democrazia Cristiana più abulica e infingarda e che non dice più nulla di rispettabilmente di sinistra in modo convincente da troppo tempo. L'Anpi, l'unica entità antifascista credibile, che grazie anche alle forze vicine all'associazionismo ha contribuito alla nascita del Movimento delle Sardine, che al momento rappresenta l'unico argine di difesa che finora è riuscito a spezzare il clima di odio e di rancore con cui il populismo 'salviniano' e quello grillino 'novax' e 'dibattistiano' hanno 'intossicato' la società italiana negli ultimi anni. Sardine che, tra l'altro, dopo l'exploit tardo-invernale sono andate in vacanza. Ma fin quando potrà durare questa resistenza?  In questo scenario, chissà se per i 70 anni della legge Scelba vedremo finalmente integrare nell'ordinamento italiano le raccomandazioni che l'Europa auspica per i suoi Stati e che vengano adottate delle misure contro la recrudescenza delle manifestazioni fasciste e xenofobe: una nuova legge attualizzata ai giorni nostri, che possa combattere efficacemente il rigurgito di un movimento originatosi in Italia e contro cui non esiste alcun vaccino, che ancora oggi divide la popolazione e che, nell'estremo momento, ha visto i suoi fautori guardare la realtà in un'ottica letteralmente capovolta. Il popolo prima o poi risponde con l'odio a chi l'odio insinua: siamo esseri sociali e tendiamo alla sopravvivenza della specie. Ma una legislazione accettabile ci renderebbe più semplice e piacevole la vita senza farci perdere tempo prezioso.


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