Dopo la confessione-choc del Dottor Piero Morino al convegno organizzato a Firenze dalla Fondazione italiana Leniterapia (File), sono seguite varie discussioni sull’argomento, sia in televisione che sui giornali. La linea tracciata dal dottore fiorentino, 52 anni, specialista in anestesia e rianimazione e responsabile da anni dell’Unità di Cure Continue della Asl 10 di Firenze, è quella di una “terza via” tra eutanasia e accanimento terapeutico: in una parola, la “leniterapia”.

Dott. Morino, che cos’è esattamente la leniterapia?
“Questo termine è nuovo, coniato proprio a Firenze successivamente ad una ricerca di mercato che dimostrò lo scarso gradimento e comprensione del termine d’origine: cura palliativa. Allora alcuni esperti di comunicazione, in collaborazione con l’Accademia della Crusca, hanno inventato questo nuovo termine che da subito ha riscontrato maggiori consensi. La Fondazione Italiana Laniterapia, nasce appunto per la diffusione di cure palliative, ovvero cure di vario genere dirette a sopprimere i vari sintomi di una malattia, soprattutto il dolore, senza eliminare le cause veramente responsabili del processo morboso”.

In parole povere, come ‘curate’ le malattie allo stadio terminale?
“Attraverso una ‘sedazione terminale’, ovvero mediante somministrazione di farmaci sempre più forti come la morfina”.

Dopo il suo intervento al convegno, che ha lasciato la platea sbigottita ma anche ammirata, che reazioni ha avuto da parte dei colleghi o della gente che sta vivendo situazione analoghe a quelle che ha descritto?
“Ho ricevuto numerosi attestati di solidarietà e di compiacimento per aver sollevato il problema”.

Lei è cattolico?
“Sì”.

Che reazioni ha avuto da parte dell’ordine dei medici cattolici?
“Anche il Presidente dei medici cattolici, il dott. Riccardo Roci, è in linea con le mie dichiarazioni. E poi non bisogna dimenticare che anche Pio XII, negli anni Cinquanta, aveva parlato di farmaci per controllare il dolore”.

L’unica soluzione è il testamento biologico?
“No, non è una buona soluzione, perché dovrebbe prevedere tutte le possibili cause e sintomatologie della malattia, e questo è quasi impossibile. Solo la famiglia può assumersi la responsabilità della decisione”.

Donatella Carmi Bartolozzi è Presidente della FILE e spiega così la concezione della Fondazione che lei rappresenta: “Portare avanti la cultura delle cure palliative a domicilio o nelle strutture ospedaliere, anche se i malati terminali che necessitano di sedazioni terminali sono solo il 2%”.

Presidente, da chi è composta la FILE?
“La FILE è formata da un’equipe di medici, infermieri, psicologi (a sostegno degli operatori), fisioterapisti, assistenti sociali (per il coordinamento famiglia-assistenza), volontari e assistenti spirituali (di ogni religione)”.

Quali sono i paesi più progrediti da questo punto di vista?
“I Paesi anglosassoni. Specie il Canada e l’Inghilterra, che trenta anni fa hanno dato vita alle cure palliative”.

Quali sono gli obiettivi della FILE?
“Ne cito alcuni: la formazione di operatori, la ricerca e una corretta informazione dell’opinione pubblica”.

Per ulteriori approfondimenti sulla Fondazione italiana Leniterapia e per sapere quando saranno i prossimi convegni sull’argomento, consultare il sito internet www.leniterapia.it o contattare l’indirizzo file@leniterapia.it.

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massimo - firenze - Mail - domenica 16 novembre 2014 15.46
e grazie che sia nata questa leiniterapia o per lo meno anche se esisteva xche e l'unica via di uscita quando non vi e più speranza,ho seguito attentamente la fase di mio padre e posso dire solamente grazie e grazie a chi collabora opera ....


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