Valentina CirilliSi è conclusa il 20 giugno scorso l'ultima delle tre repliche pensate per un'insolita e originale inaugurazione della mostra di Palazzo Reale: 'Preraffaelliti. Amore e desiderio', in programmazione sino al 6 ottobre 2019. La piazzetta di Palazzo Reale ha ospitato per tre serate consecutive lo spettacolo teatrale 'Tableaux vivants', a cura della compagnia 'Teatri 35', che ha riproposto al pubblico presente la copia, in carne e ossa, dei protagonisti di 18 tele selezionate dal corpus di opere della mostra. Tra drappeggi, stoffe e oggetti d'epoca, i sei attori (Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis, Antonella Parrella, Claudia Marchiori, Ginevra Tofani e Sonia Totaro) hanno ricostruito l'atmosfera ottocentesca dalla quale hanno germinato le opere della Confraternita dei 'Preraffaelliti'. Capolavori come la 'Monna Vanna' di Dante Gabriel Rossetti, 'Amore d'aprile' di Arthur Hughes e 'La dama di Shalott' di William Waterhouse sono uscite dalla sala per salire sul palcoscenico, accompagnate da una partitura musicale di celebri arie e 'ouverture' melodrammatiche ottocentesche, il cui potere suggestivo avrebbe trionfato appieno se solo avesse potuto contare su un'orchestra dal vivo, piuttosto che della loro versione registrata. Discutibile anche la scelta di non aver predisposto un'area dedicata alle sedute per una parte degli spettatori: ne sarebbero bastate poche file, per impedire un affollamento di fronte al palcoscenico che ha notevolmente ostacolato la visione dell'intera performance, garantita solo a pochi eletti. Il risultato è stato un proliferare di braccia alzate che, attraverso le telecamere dei cellulari, cercavano, con risultati mediocri, di riprendere le scene dello spettacolo. Una sistemazione logistica che entra in conflitto con il principio di condivisione e maggiore fruizione, che sottende la scelta di una 'location pubblica' come quella di una piazza all'aperto. L'idea alla base di 'Tableau vivants' ha sicuramente avuto il merito di dare un assaggio creativo e non convenzionale delle 80 opere dei 18 artisti che compongono la mostra e che difficilmente escono dalle sale del 'Tate Modern Museum' di Londra per essere concessi ad altri spazi. 'Preraffaelliti. Amore e desiderio' è un'esposizione curata da Carol Jacobi - british art curator del 'Tate Britain' - che si avvale del prezioso contributo scientifico di Maria Teresa Benedetti in relazione al rapporto dei 'Preraffaelliti' con l'Italia. Si tratta di un'iniziativa promossa e prodotta dal Comune di Milano, dall'assessorato alla Cultura, da Palazzo Reale e dal '24 Ore Cultura-Gruppo' de 'il Sole 24 Ore', organizzata in collaborazione con il 'Tate'. Fondata nel 1848 da sette studenti provenienti dall'Inghilterra 'vittoriana' nel contesto di un'Europa agitata dalle rivoluzioni politiche e sociali, la 'Confraternita dei Preraffaelliti' si pose come un movimento artistico con l'intento di liberare la pittura britannica dalle convenzioni imposte dalla Royal Academy e dai canoni della figurazione rinascimentale. Un titolo, quello scelto dal gruppo nascente, che rimanda all'idea delle corporazioni di arti e mestieri tipiche del Medioevo e che sperimenta nuovi stili di vita, letterari e figurativi. Una corrente impegnata nello spostare il senso della rappresentazione verso l'emozione, il magico, il mito. Nell'orientare la pittura verso la riproduzione fedele della realtà e il colore 'catturato' en plein air. Non vi è tempo da perdere, dunque, per chi volesse approfittare di un evento così esclusivo, che porta per la prima volta a Milano le creazioni del rivoluzionario gruppo artistico britannico.


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