Ma sì, riproviamoci ancora a costruire la nostra casa laica, ma facciamolo, questa volta, evitando errori e illusioni. Per esempio l’errore di pensare che i meriti nostri sono consegnati alla storia e, quindi, pacificamente riconosciuti; e che basti ricordare questo passato a chi lo ignora per sentirci dare ragione: salvo trovarci poi totalmente spiazzati e non attrezzati quando scopriamo che non è così. E l’illusione, se uniti, di rappresentare ancora un quarto dell’elettorato, per cui basta ricucire per compiere l’opera. Salvo verificare, alla prima prova, che le sparse membra, i resti, gli eredi del mondo laico, liberale e socialista tutti assieme, oggi, non superano il tre-quattro per cento, massimo il sei con i recalcitranti radicali.
Non intendo raggelare gli animi, tutt’altro. La ripartenza mi entusiasma, al punto che a Firenze abbiamo già dato vita a qualcosa del genere. Abbiamo creato un gruppo che si propone il rilancio della nostra cultura e iniziativa politica. Gli abbiamo dato nome ‘Gruppo dei Centouno’; ne fanno parte donne e uomini che non militano in alcun partito e militanti e dirigenti del Nuovo PSI, del PRI dei Liberali, del PSDI. Abbiamo, in un anno, suscitato attenzione e rispetto; perfino presentato una lista autonoma alle comunali che ha raggranellato voti in quantità soddisfacente, se si considera che la propaganda si è affidata solo ai comunicati stampa e che il simbolo era nuovo e inedito.
L’esperienza ci ha fatto capire una cosa: che per mettere assieme gente, quadri, dirigenti, rispetto alla semplice riproposizione dei vecchi partiti, funziona meglio il richiamo della novità. Per mettere assieme voti, chissà… Non illudiamoci, però, di avere il venti-venticinque per cento dell’elettorato, il nostro vecchio elettorato, pronto ad accogliere il richiamo alle armi. Non è più nel nostro carniere e ha subito una mutazione genetica per effetto della grande trasformazione dell’ambiente, cioè del nostro sistema politico. Teniamone conto nel momento della ripartenza. Non affidiamoci, nei messaggi, solo al richiamo dei sacri penati. Conquistare adesioni e consensi nuovi è assai spesso meno faticoso che rincorrere chi è fuggito. Non abbiamo paura di ammettere che tutti assieme, sommati, siamo ancora pochi. Ma se uniamo gli sforzi per lavorare, siamo in grado di mettere in campo una rispettabile macchina organizzativa. Chi dispone di giornali, case editrici, circoli, sedi li metta a disposizione di tutti. Non per fare una somma, ma per determinare la novità degli anni a venire, cui possano guardare gli smarriti di questo falso bipolarismo, ormai alla frutta, e tutti coloro che non hanno oggi motivi di entusiasmo per la politica. Un programma e un simbolo, unici, subito; oppure una strategia condivisa, se risultasse impraticabile la prima ipotesi, per esserci già alle regionali dell’anno prossimo: altrimenti rassegnamoci a divenire tanti piccoli istituti di gloria patria verso i quali il rispetto è portato solo in ragione della vetustà.


Direttore Responsabile del Tg3 Toscana
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