Attilio BastianiniRispondo all’appello per una nuova casa laica con questo scritto che intende solo essere una prima riflessione, a voto avvenuto. La domanda che oggi mi pongo è la seguente: sarà interessato e sarà disponibile il rinato Partito Socialista (con il suo simbolo, la sua tradizione e i suoi contenuti riformatori) a diventare anche la casa delle culture politiche “dimenticate” (liberale, radicale, etc.), di fatto escluse dalla democrazia della cosiddetta seconda Repubblica?
Un punto è fermo. Gianni De Michelis ce l’ha fatta e ha introdotto nel bipolarismo soffocante non un elemento di folclore, ma una tradizione politica orgogliosa e organizzata con cui, da domani, tutti dovranno fare i conti. L’andamento del voto amplifica ancora più il successo ottenuto (successo che non si misura in punti percentuali, ma nel fatto stesso che l’operazione è riuscita), perché si accompagna al calo di Forza Italia e al rafforzarsi (considerando a parte il caso Udc) delle componenti meno liberali e meno riformiste della coalizione (Lega e Alleanza Nazionale). Falliscono, inoltre, gli altri tentativi (cui pure avevamo guardato con rispetto e attenzione) di recuperare spazio per i liberali e i moderati (insuccesso della lista repubblicani-Sgarbi, insuccesso della lista Segni-Scognamiglio, etc.).

Per decidere cosa fare si deve partire da una constatazione ancora più vera dopo il voto. I due poli si differenziano chiaramente su una sola fondamentale questione: la politica estera e la solidarietà all’America. Per il resto sono assolutamente uguali sulle altre due questioni centrali della politica: la mancanza di una progettualità complessa in materia di politica economica e sociale e l’assoluta assenza di qualsiasi attenzione ai problemi della laicità dello Stato e dei diritti di libertà. Non è il caso di ricordare, ancora una volta, che nessuna voce si è levata, da destra così come da sinistra, contro le recenti nefandezze legislative in materia di ricerca scientifica, di procreazione assistita, di droga, etc.

Il rinato Partito Socialista è il luogo naturale dove recuperare tematiche proprie delle culture “dimenticate”; una politica economica che passi dalle attuali rozze semplificazioni alle proposte complesse e costruttive ed una politica per lo Stato laico che costringa le coalizioni a fare i conti con quella parte di società che non accetta di tornare indietro in materia di diritti di libertà. Costruire nel Partito Socialista e con il Partito Socialista una componente di più aperta rappresentanza politica è un progetto affascinante.

Per cominciare a procedere è necessario che, da un lato, i socialisti, smaltito il giusto entusiasmo per la rinascita del simbolo del socialismo riformatore, si interroghino su quanto spazio possa essere lasciato per il recupero delle culture politiche “dimenticate” e che, dall’altro lato, il mondo liberale e il mondo radicale facciano i conti con l’impossibilità, allo stato attuale delle cose, di ricostituirsi autonomamente e si rendano quindi disponibili a forme organizzate di partecipazione ad un nuovo progetto politico. Gianni De Michelis e i socialisti riformisti hanno piantato un chiodo in un muro che sembrava impenetrabile. Tocca a loro non riempirlo solo di garofani e tocca a noi essere disponibili a partecipare ad una composizione più vasta.


Vicesegretario Nazionale del Partito Liberale
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