Annalisa GiuseppettiNel labirinto dell’evoluzione del terrorismo internazionale, soprattutto alla luce delle ultime stragi di Madrid, una domanda sorge spontanea: come tutelarsi? In effetti, il cittadino che si trova di fronte ad un attacco terroristico, non ha riparo, né modo di difendersi.
I pericoli, infatti, non sono solo quelli che arrivano da un evento eclatante e la sicurezza della propria persona può essere messa in pericolo anche all’interno della propria casa, del proprio condominio, camminando in una strada della propria città. Ed allora? Ecco dunque uno strumento di immediata consultazione, una sorta di manuale per quanti non sono chiamati ad agire nel settore, ma valido anche per gli addetti alla difesa ed alla sicurezza delle persone e del Paese. Nel libro: “Sicurezza” di Giovanni Manunta, (dalla collana Scienza e tecnica dell’investigazione criminale EMMEKAPPA Edizioni) l’autore, ben consapevole delle confusioni ingenerate sull’argomento offre, ad inizio d’opera, un glossario breve ed esaudiente, che chiarifica significati ed intendimenti.
La parte iniziale dell’opera affronta il significato terminologico attraverso un’esplorazione storica, che non tralascia di citare le antiche codificazioni nelle quali il termine sicurezza veniva associato a specifiche prescrizioni da adottarsi all’interno delle comunità, fino a giungere all’epoca attuale, che inserisce la securitas nel più ampio catalogo dei doveri dello Stato moderno, illuminato e liberale.
Le diverse tipologie di contenimento della sicurezza, che a seconda dell’obiettivo e della minaccia presuppongono ed impongono diverse metodologie operative, vengono descritte mediante un lineare passaggio dalla teorizzazione ad un approccio operativo che richiede strumenti e protagonisti: l’intelligence, le persone, le strutture, i sistemi, le procedure, il controllo.
Il rapporto bene-minaccia occupa una parte significativa della trattazione, poiché da tale relazione scaturiscono soggetti protagonisti, modalità, comportamenti individuali e collettivi.
Dinanzi ad una sconfinata ed a tratti impercettibile minaccia alla sicurezza, che non tralascia di adeguare le sue forme in maniera sempre più esponenziale, il Manunta accentua la sua posizione a favore di un metodo, imprescindibile per attuare una risposta efficace ed efficiente. Largo spazio viene anche dato al processo decisionale.
La vocazione del testo è certamente ed evidentemente di natura operativa, se non altro per i dati che emergono dalla biografia dell’estensore, il quale, nella propria vita professionale, ha ben armonizzato ricerca teorica e verifica pratica.
Questo testo, insomma, forse non ci salva da un attacco terroristico, ma aiuta a salvaguardarci se utilizzato come manuale di “difesa personale”.
Si avvertiva, peraltro, il bisogno di una sistemazione della materia, tanto vasta quanto suscettibile di alterazioni per l’intervento, talvolta non in buona fede, di orecchianti travestiti da esperti.



Capo Redattore Giornale Radio (Radio Flashpiù)
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