Nicola CarigliaMa che razza di fiducia possiamo avere in un Governo che dovremmo accettare solo perché è l’ultima spiaggia? Entrare nel merito delle proposte o criticarle non significa essere prevenuti. Mi dicono: “Come? Critichi le riforme elettorali e costituzionali proprio tu, che hai dal primo momento appoggiato la corsa di Renzi a Palazzo Vecchio? Tu che poi lo hai anche indicato come l’uomo che poteva destabilizzare le vecchie incrostazioni della politica italiana? E che titolavi su Pensalibero: “Forza Renzi”? Certo. E me ne vanto. C’era bisogno di un terremoto politico. Renzi lo ha provocato e gliene rendo merito. C’era bisogno di rinnovare e svecchiare; c’era bisogno di una ripartenza e di una fase nuova. E al ‘rottamatore’ nessuno potrà mai negare questo merito, non di certo io. Ma non mi sono iscritto al Partito di Renzi, tanto meno al suo ‘cerchio intimo’. Faccio il giornalista da una vita e quando ho voluto sperimentare il dovere civico di assumermi responsabilità politiche e amministrative non ho mai mescolato le due cose. Dunque, da giornalista, dico: bene una nuova generazione alla ribalta. Pazienza se si è dovuto pagare lo scotto di qualche compromesso e imbarcare riciclati e trasformisti. Sono un esercito sterminato e, quando caricano come tori per imbucarsi, non li fermerebbe nemmeno, se resuscitasse, la ‘panzer division’ di Hermann Göring. Ma quel coacervo immondo di legge elettorale, nuovo Senato, premierato, non si può e non si deve accettare. Non mi rompano gli ‘zebedei’ con i ritornelli recitati a pappagallo: “Volete conservare il vecchio, i professoroni (che noi abbiamo mandato a quel paese prima di loro), si risparmia un miliardo di euro e via sparando ‘cazzate’…”. Piuttosto, entriamo nel merito. Poiché è il ‘merito’ che non mi convince: una sola Camera, eletta con una legge che non permette di scegliere i suoi componenti e con un sistema fondato su soglie di sbarramento, premi di maggioranza e ballottaggi. E‘ un insieme che in nessuna vera democrazia è dato vedere. Perché consente di ‘scippare’ il potere a quello che ormai rappresenta solo il più grande dei piccoli Partiti, tutti ridotti a ‘conventicole’. Lo so bene che il nostro attuale sistema di democrazia parlamentare non è in grado di assicurare la rapidità delle decisioni richiesta, oggi, più di quanto non lo fosse quando entrò in vigore la Costituzione. Ma tra la teoria dell’uomo solo al comando e quella dell’assemblearismo spropositato ci dovrà pure essere una via mediana! Invece, nelle cosiddette riforme in discussione, dove sono i ‘contrappesi’? Nell’elettorato che in gran parte non sarà nemmeno rappresentato? Nel parlamento composto di nominati? Si diano risposte a queste domande, invece di andare davanti alle telecamere a recitare le filastrocche per i bambini. Non giudico l’attività del Governo su altri fronti. E‘ giusto attendere: dopo appena un mese o poco più, c’è solo da aspettare i fatti. C’è stato già un decreto, in tema di lavoro, che ha semplificato vecchie e polverose procedure. Lo giudico favorevolmente, anche se temo che peggiorerà, in sede di conversione in legge. Ma poiché la strada è difficile, mi permetto di dare un consiglio non richiesto giacché disinteressato: cari ‘renziani’ e ‘aspiranti renzini’, smettetela di rifiutare il confronto sul merito delle questioni. Chi dice che si dovrebbero cambiare le proposte in tema elettorale che avete presentato e quelle costituzionali che vi accingete a presentare non è un ‘nemico del popolo’, come vi induce a pensare la tradizione di alcuni di voi. Semplicemente, è convinto (e io fra questi) che nella migliore delle ipotesi si tratta di ‘cazzate’ superficiali, nella peggiore di idee che sottovalutano il valore della democrazia. Allo stesso modo, non è prevenuto chi rileva che l’abolizione delle province è una burla e che, in tema economico, esistono, come nelle medicine, gli effetti collaterali, anche quando si hanno le migliori intenzioni. Infine, il ‘mantra’ dell‘ultima spiaggia di cui non se ne può più. Rendetevi conto che è un ‘autogol’. E‘ un incredibile svilimento delle attese e delle speranze riposte in Renzi. Ma che razza di fiducia possiamo avere in un Governo che dovremmo accettare solo perché è l’ultima spiaggia? Una bella cascata di acqua ghiaccia sulle ambizioni di Renzi che ha puntato, e si spera voglia ancora puntare, sul cambiamento e, quindi, sull’ottimismo!





(tratto dal sito www.pensalibero.it)
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