Ilaria CordìConosciuta come malattia dei ‘morti viventi’, la sindrome di Cotard è un disturbo psichiatrico che comporta l’illusione delirante di aver perso tutti gli organi vitali e il proprio sangue, definendo, in alcuni casi, la convinzione di una morte già avvenuta. Ancora non ben conosciuta, alcuni specialisti suppongono che questo male derivi da un’interruzione patologica delle fibre nervose che connettono il centro emozionale del cervello umano a quello sensoriale. Sembrerebbe una spiegazione scientifica sul modello della serie televisiva americana ‘The Walking Dead’. Invece, è semplicemente la vera storia di un uomo inglese di mezza età, Per Graham, colpito da questa sorta di ‘morbo di Proserpina’ (l’antica dea greca della morte, ndr). La sorprendente notizia è stata resa pubblica sul magazine inglese ‘New Scientist’ qualche settimana fa, mediante un’intervista al paziente interessato e allo staff di medici che l’hanno seguito per tutto il decorso della malattia. Nove anni fa, Graham si svegliò da un normale sonno notturno e cominciò a percepire di non essere più lo stesso uomo del giorno precedente. Nel corso dell’intervista, inoltre, egli ha confessato di aver tentato il suicidio a causa di una sindrome acuta di depressione: forse uno scherzo del destino, o la dimostrazione che non si gioca con la vita, dato che qualche settimana dopo si è addirittura svegliato ‘morto’. Egli ha svelato che dal momento in cui ha aperto gli occhi non possedeva più il senso dell’olfatto e del gusto e che il suo cervello non compiva più le normali funzioni motorie e sensoriali. Non sentiva più bisogno né di cibo, né di acqua, camminava per inerzia e il colorito era pallido. Non provava emozioni: tutto ciò che prima gli scaturiva gioia, ora era diventato semplicemente superfluo. Si trovava in uno stato di ‘limbo’ tra la vita e la morte, in cui l’unico posto che gli ricordava ‘casa’ era il cimitero, poco distante dalla sua abitazione. Per 8 lunghi mesi ha dunque trascorso le sue giornate a fare questa vita da ‘zombie’, fino a che, con l’aiuto della famiglia, ha deciso di farsi vedere da uno specialista del settore. Sebbene la visione dell’uomo abbia catturato l’attenzione di molte equipe mediche mondiali, i numerosi esami compiuti dopo la diagnosi da i neurologi dell’Università di Exer, in Gran Bretagna e dall’Università di Liegi, in Belgio, hanno confermato come l’attività celebrale fosse divenuta catatonica: egli era in stato vegetativo, seppur sveglio. Grazie ai trattamenti di analisi e alla somministrazione di farmaci più o meno mirati - dato che la malattia non è ancora ben conosciuta - il paziente ha ripreso a condurre una vita normale. Il disturbo, secondo le ipotesi scientifiche più accreditate, sarebbe di origine neurologica: una malattia dell’apparato nervoso che causerebbe una sorta di ‘delirio di negazione’, accompagnato da sentimenti di colpevolezza, negazione di parti del corpo e, anche, da intenzioni e ideazioni suicide. Definito anche ‘disturbo delirante nichilistico’, può essere accompagnato da ansia, tematiche ipocondriache di depersonalizzazione somatica e derealizzazione. Tale patologia può portare il paziente a credere che il suo corpo si sia praticamente ‘pietrificato’, di avere perso tutto il proprio sangue o interi organi vitali, di essere morto fino al punto da percepire la propria carne in putrefazione. Spesso, questa negazione può estendersi alla realtà esterna, tanto che chi ne è affetto si sente totalmente privo di sensazioni ed emozioni, al punto di credere di essere deceduto. In realtà, si tratta, alle volte, di una condizione antecedente la schizofrenia, altre volte ha preceduto di qualche tempo una vera e propria sindrome di Alzheimer, ma può anche rappresentare la conseguenza diretta di un danno cerebrale. Lo stadio del delirio sembra intervenire solamente in una fase successiva, allorquando il malato comincia a cercare spiegazioni razionali al proprio status di totale assenza di emozioni. Retaggi religiosi, credenze e superstizioni intervengono spesso a complicare il quadro clinico, poiché chi è affetto da questa sindrome comincia a ipotizzare l’avvenuto decesso del proprio corpo, da cui discendono tutta una serie di successivi deliri di carattere fortemente depressivo. Qualche antica leggenda popolare aveva già descritto l’esistenza di questa patologia, cui spesso è stata fornita, a seconda delle diverse parti del pianeta, una spiegazione di carattere esoterico. Ecco, dunque, da dove deriverebbero molti antichi racconti relativi ai ‘non morti’, ai ‘vampiri’ e a fantasmi di svariato genere e tipo. L’alone di mistero secolare derivante dallo scorrere del tempo avrebbe fatto il resto, diffondendo miti e leggende legate semplicemente a specifici soggetti affetti da gravi disturbi neurologici.  


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