Aldo Torchiaro

Nell’ora fatale, chiusi con Boselli in un bunker, abbiamo mandato giù la pillola amara del suicidio: morte certa previa lenta agonia, indotta mediante isolamento. Il Partito socialista è scomparso tra i flutti, non decidendosi a remare in una direzione o nell’altra. Ed è un gran peccato. Non auguro la stessa sorte a nessuno e, in particolare adesso che mancano due settimane al congresso del Pli, non la auguro a quella scintilla di luce che da sempre ispira i pochi veri liberali di questo Paese. Il Pli può invertire la marcia e riconquistare il ruolo che gli compete: quello di stimolo e di indirizzo di una compagine più corposa, il Popolo delle Libertà. E può farlo – se le voci che vedo correre sul web sono confermate – sotto la guida autorevole di un intellettuale e di un comunicatore del calibro di Arturo Diaconale. Perché il Pli è oggi la sola forza che può avere un ruolo guida nella ricomposizione della diaspora dei laici italiani e, forse, solo un direttore di quotidiano, un conduttore televisivo, un saggista estraneo alle burocrazie dei miniapparati può tratteggiare un disegno univoco per rimettere insieme i frammenti di quel mondo. Che è appunto, tanto frammentato quanto comunque presente, sempre con lo sguardo in avanti. Se la rete stessa, tra blog, forum, newsletter e social network, si mobilita spontaneamente investendo in questa insperata svolta per i laici e i liberali, un perché ci dev’essere. Il congresso del Pli, d’altronde, non è un evento intestino, una conta tra vecchi amici. Al contrario, oggi è una delle rare occasioni in cui la politica può riqualificare se stessa, al di là di quello che immagina lo stesso piccolo Pli. Il movimento dei Libertari che si sta costituendo in tutt’Italia ha o no più d’una sponda nel Partito liberale? I liberalsocialisti e liberaldemocratici orfani delle loro battaglie per la laicità dello Stato e per la libertà di ricerca scientifica hanno o no una prospettiva strategica comune al Partito liberale? I militanti e gli elettori radicali perplessi davanti alla scelta di campo del loro partito, possono o no essere valorizzati nel futuro Partito liberale? I delusi del centrodestra, che dalla Lega e da Forza Italia si aspettavano un taglio netto delle tasse e una decisa riduzione delle ingerenze dello Stato nella loro vita privata, hanno o no un interlocutore nel Partito liberale? Il congresso del Pli ha una “platea naturale” che ci riguarda tutti. E da questa platea diciamo: il Partito liberale può e deve tornare ad essere l’espressione di sintesi più avanzate di chi lavora a rinnovare un Paese che, in alternativa, si spegne. Può e deve tornare ad essere un “gioiello pensante”, capace di dialogare con le cabine di regia più importanti del ‘sistema – Italia’. Si può fare, eccome. Si deve fare. E’ ora del ritorno al futuro per quell’idea di forza laica e liberale cui pensavano Pannunzio e Montanelli: oggi è possibile, se Arturo Diaconale accetterà di concorrere ad una segreteria di rifondazione del Pli, saldamente insieme al Popolo delle Libertà. Da queste colonne gli chiediamo dunque di compiere un gesto di coraggio.


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