Ennio TrinelliEccoci, così, all’estate dei Pride con il solito ‘codazzo’ di polemiche che, da qualsiasi parte si guardino, un po’ fanno rabbrividire per la gratuità delle provocazioni, un po’ per l’utilizzo, strumentale e propagandistico, che ne fanno le solite destre. Da laico, mi autorizzo da solo a dire che trovo inutili e infantili, gratuite e antiche, le provocazioni sul sacro - se davvero sacro è - così come il raccogliere le provocazioni sul sacro - se davvero sacro è - a scopo politico. E penso, sempre laicamente, che certe storielle da asilo abbiano fatto il loro tempo. Chi ha più intelligenza dell’altro, perché di certo l’intelligenza dev’esserci, dovrebbe fare in modo di evitare di scatenare queste inutili diatribe, sia che provengano da una parte o dall’altra. Che il corteo abbia portato in trionfo (o in sfregio) la statua di una presunta madonna trasportata da ‘incappucciati’, in una triste imitazione di una delle tante manifestazioni pagane che dovrebbero dare l’idea del sacro venerandole come sacre, fa tristezza esattamente come chi cade nell’adolescenziale provocazione a uso politico, per farne carne politica: sono entrambe espressioni di inutilità e incapacità di agire per il progresso di tutta la società che lasciano costernati. E tanto dal movimento delle mille sigle, quanto dalla politica, anche e soprattutto se viene da quelle destre omofobe, che devono rifarsi il look fingendosi tolleranti per poi ricadere nei soliti vecchi vizietti, ci aspettiamo una maggior maturità, che sarebbe utilissima alla società tutta volendo, certo associazionismo dalle mille sigle, uscire dagli ‘steccati autoreferenziali’ e dalla contemplazione del proprio ‘ombelico’. E di chi ha contestato chi e delle ragioni della provocazione [sic], davvero non ce ne frega niente. E ora insultatemi.





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