Valentina SpagnoloIn questo difficilissimo 2020, l'impegno dell'associazione Luca Coscioni in favore della ricerca scientifica è stato ancora più forte degli anni precedenti, giungendo a un bilancio sui risultati ottenuti. Le scelte del nostro Paese e le possibilità attuabili in parlamento a favore della definizione di una normativa per lo sviluppo e il supporto alla ricerca scientifica sono stati infatti oggetto di riflessione al recente XVII Congresso dell'associazione, tenutosi a Roma nella seconda metà del mese di ottobre e pienamente incentrato sul tema del "diritto a godere della scienza". Il Tesoriere, Marco Cappato, ha sottolineato "l'importanza del sostegno alla ricerca in un momento come questo, dove la resistenza alla pandemia ha evidenziato la necessità di un rilancio della ricerca". L'associazione intitolata a Luca Coscioni si è riunita, tra l'altro, per parlare del valore e del riconoscimento della ricerca scientifica, in coincidenza della 'Giornata mondiale contro la pena di morte'. Ne hanno discusso diverse personalità rappresentative e operative da anni per il riconoscimento di tali diritti. Wilhelnine Schett, meglio conosciuta come Mina Welby, ha parlato di eutanasia e suicidio assistito, affermando che "non si può far derivare dalle tecniche e dai farmaci il diritto a non soffrire. Quando parliamo di salute e prevenzione, credo che molte persone non verrebbero da noi se ci fosse una cura migliore sul territorio. Dobbiamo inoltre considerare come a Roma e nel passato, erano chiusi dei luoghi di assistenza, a cominciare da quelli destinati ai bambini e ai disabili, inaccessibili alla comunità. E anche oggi, ribadiamo che non ci siano corsi di sostegno e gli stessi sono pochi e, soprattutto, mal preparati, anche quando organizzati dalle Università di Stato. In nome di quanto è oggi ancora negativamente visibile", ha proseguito la Welby, "dovremmo sicuramente avere meno persone depresse, sulle quali si sono ripercosse le inefficienze dell'assistenza sociale. Le Regioni, insieme ai comuni e le province, dovrebbero riaprire la possibilità dell'accoglienza per queste famiglie. E' lo stesso ricordo della giornata contro la pena di morte a sottolineare come e cosa dovrebbero, in antitesi, significare le giornate della scienza. Perciò, potremmo anche affermare", ha concluso Mina Welby, "che sia una giornata di contrasto alla pena a vita". Di seguito, Federico Binda, membro di giunta dell'associazione Luca Coscioni, ha sottolineato l'importanza dell'eutanasia e anche del "suicidio assistito, considerati per la ricerca scientifica e la sanità pubblica dei punti sui cui porre dei profili di orientamento per la stessa unità di ricerca e scienza. Tutto dovrebbe essere ripensato alla luce di questo "contesto straordinario". Anche Cesare Romano, professore di Diritto internazionale presso la Loyola University di Los Angeles, ha aggiunto, sul processo scientifico, che lo stesso "ha rappresentato uno dei punti più importanti per queste giornate. E ciò pensando soprattutto alla Sanità pubblica in questo periodo d'incombenza della pandemia. Abbiamo dei dati molto significativi, che spiegano cosa sta accadendo su scala europea", ha sottolineato lo studioso, "poiché leggendo le 'Linee guida di ripresa nazionale e resilienza sulle valutazioni dell'Ocse', basate su valori del 3% e su un Pil pari al 2.6%, si legge questa scala di livello: Germania 3.05; Finlandia -2.70; Belgio -2.58; Italia -1.35. Aggiungiamo agli stessi parametri l'ultimo paragrafo del documento, da cui sono estrapolati gli stessi dati, dove sono compresi i contenuti sulla sicurezza informatica, la meccanica quantistica e il digitale. Tutto ciò", ha proseguito il professore, "è significativo in rapporto a quanto l'Italia dovrebbe accogliere all'interno dei propri processi di sviluppo, soprattutto quelli orientati alla sofisticazione e all'implementazione degli strumenti digitali per la ricerca. Dobbiamo andare avanti considerando la sussistenza di un documento redatto ancora dalle commissioni Bilancio, che è totalmente obsoleto. Dovrebbero invece essere indicate delle linee-guide appropriate, per poter ripartire nel post-pandemia e poter concepire gli investimenti per il digitale almeno come punto di partenza. Questi sono dei dati che manifestano", ha concluso Cesare Romano, "come la ricerca scientifica non sia ancora assolutamente riconosciuta". Secondo Michele Luca, direttore del centro di Medicina rigenerativa dell'Università di Modena e Reggio Emilia, "gli investimenti che stiamo attendendo dovrebbero essere effettuati per una parola importantissima: responsabilità. L'Agenzia nazionale per la ricerca è assente in Italia", ha denunciato il luminare, "e dovrebbe essere indipendente, non di nomina politica, formata da personaggi indiscutibili e membri super partes. Il mondo fa una classifica delle università, di cui al livello 5 vi è quella italiana. L'incentivo delle assunzioni di qualità e anche il movimento dello studente è uno degli aspetti più importanti per il diritto allo studio, che non chiude neanche l'idea di differenziazione universitaria. Abbiamo 367 Ssd (settori scientifici disciplinari, ndr) che corrispondono a 186 settori concorsuali. Il settore scientifico-disciplinare è un centro di potere che consente di pilotare i concorsi: sono anacronistici. Per poter combattere il 'clientelismo' non si può che pensare di andare all'estero, continuando a parlare ancora di 'fuga di cervelli'. Tornando alla responsabilità degli atenei nelle assunzioni", ha proseguito Michele Luca, "prendiamoci qualche responsabilità su quello, come fanno all'estero. Un ostacolo e un aiuto ai ricercatori sarebbero, entrambi, obiettivi da raggiungere". Roberto Defez, biotecnologo del Cnr e membro dell'Accademia nazionale dell'agricoltura, individua ciò che dovrebbe essere incentivato. attualmente, dai meccanismi azionati dalle Commissione europea: "Aumentare i fondi alla ricerca", ha evidenziato Roberto Defez, "senza che siano definiti i meccanismi di finanziamento della ricerca, sarebbe uno spreco. Tutti i finanziamenti che potrebbero arrivare dai Recovery Found dovrebbero entrare insieme alle nuove tasse europee, così favorendo un rifinanziamento alla comunità scientifica. Tutti i meccanismi che in Italia non hanno funzionato come l'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) non hanno portato a un sistema di assistenza, sorveglianza e sostegno. I meccanismi pre-review sono indispensabili. Quello che non possiamo fare nell'attesa di finanziare la ricerca", ha aggiunto il ricercatore, "è capire cosa è successo nel passato, quali fondi hanno generato uno sviluppo di quei progetti e cosa sia successo negli anni. Questi sarebbero già degli elementi da fornire alle commissioni internazionali. Infatti", ha precisato Defez, "siamo passati da un meccanismo di finanziamento a pioggia, alla pioggia sul bagnato, finanziando sempre gli stessi. Nessuno sa che quel progetto è finanziato da tutte le istituzioni, che lo considerano e lo conformano. Si tiene solo conto del fatto che quel gruppo di ricerca ha preso già dei fondi e, quindi, non ne potrebbero avere bisogno. Noi", ha proseguito, "ripartiamo da zero e con gli errori che hanno fatto gli altri, potendo aggiungere che i nostri membri facciano partire un gruppo di ricerca assieme a un sistema strumentale più avanzato. Purtroppo, i laboratori di ricerca stanno morendo e sono pochi. Ma io credo che i progetti potranno essere rielaborati con l'acquisizione dei fondi. E tutto ciò per organizzare meglio la ricerca, scegliando un criterio di prioritizzazione. Manca, insomma, un dialogo tra politica e scienza. In parte, per deresponsabilizzarsi, dato che non c'è un colloquio organico. E manca un'agenzia nazionale per la ricerca, che invece ci vorrebbe. Queste sono tutte polemiche di cui si è al corrente e che si basano su due difetti fondamentali: sono stati presi alcuni scienziati autoreferenziali e, al contempo, non scevri dal conflitto di interesse. E questo", ha concluso Defez, "ha creato degli anticorpi fortissimi nella comunità scientifica. Sviluppare centri di eccellenza senza supportare delle idee di base non rappresenta una buona strategia per il Paese. Siamo favorevoli alla generazione di questi centri, ma senza tessuti pubblici, essi non avranno vita. Ci vogliono più investimenti, in una logica di quello che è un discorso circolare. Proprio per questo, l'Agenzia italiana della ricerca mi vede d'accordo, ma mi fa paura, perché la gestione a livello politico potrebbe diventare dannosa. Non c'è neanche modo di sapere quale equilibrio ci sia per la qualificazione dei fondi di ricerca tra uomo e donna. Sono state citate due proposte pratiche, giudicate positivamente, come quella di Riccardo Magi sulla 'Abolizione dell'Iva sui fondi dell'Unione europea'. La seconda proposta, invece, è concentrata sul reclutamento dei giovani con l'aumento dei ricercatori, che credo siano dei soldi buttati. Ciò, in quanto possano consentire di lavorare nella ricerca e semplicemente non permettano di lavorare individualmente. Valorizziamo", ha proseguito il biotecnologo, "le possibilità di dare accoglienza e lavoro in Italia per costi calmierati, anche nella ricerca. Pensiamo in questo senso, per una strumentazione efficiente e anche un ufficio brevetti sicuramente ottimale, rispetto davvero a quanto merita la ricerca biomedica in Italia". Marco Cappato ha infine concluso i lavori affermando che "sicuramente, opporsi a tale tipo di scelte si possa chiamare diritto, a fronte dell'oscurantismo delle realtà cattoliche. Il significato e le finalità della fisicità umana sono dei principi naturali e fondamentali. Facendo tesoro degli interventi sul diritto a godere della scienza, si contravverrebbe all'irregolarità di formulazioni oscurantiste e, quindi, contrarie alla condizione umana". Gli obiettivi, le sfide sociali e l'azione concreta di Marco Cappato, hanno portato veri risultati, sia per il sociale, sia per il valore della scienza. L'importanza di una legge rappresenta, oggi, il risultato di un attivo contributo scaturente proprio da un reale intervento contro ogni obbligo imposto. Un'ultima riflessione non può che omaggiare il contributo reso dal vivo attivismo nel sociale dell'associazione Luca Coscioni, avvalorato ancor più dalle sfide costituite e realizzate, nonostante le numerose realtà normative sorpassate dai tempi.





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