Vittorio LussanaLa preoccupazione per il risveglio dei contagi da Covid 19 sta crescendo anche in noi. Tuttavia, ci sono alcuni elementi che ci inducono a consigliare, per l'inverno 2021, una strategia diversa rispetto al 'lockdown totale' attuato la scorsa primavera, che questa volta finirebbe col mandare 'al tappeto' la nostra economia. Innanzitutto, le attuali cure ospedaliere sono più efficaci di quelle di un anno fa. Ed ecco spiegato il dato dei decessi, che rimane, per fortuna, sotto controllo. I nostri medici hanno acquisito alcune informazioni durante l'ondata precedente. E sono maggiormente in grado di combattere quest'infezione respiratoria, impedendole di diventare troppo aggressiva. In secondo luogo, anche noi, oggi, stiamo attuando comportamenti ben più prudenti: in tutti i locali pubblici, ogni singolo italiano si disinfetta le mani. E nei luoghi chiusi, tutti entrano con la mascherina, cercando di sbrigarsi nell'effettuare i propri acquisti, poiché il contagio esponenziale è l'arma più micidiale di questo virus, che gli consente di generare veri e propri 'focolai'. Sul fronte dei vaccini, siamo ancora nella fase di sperimentazione. Ma in quello dei farmaci cosiddetti 'antivirali' abbiamo, oggi, la possibilità di attuare alcune terapie di prevenzione e contenimento, rifnorzando i nostri anticorpi. Infine, si consiglia, in questi mesi autunnali, il ricorso al vaccino anti-influenzale, al fine di impedire ogni confusione tra quei sintomi che, nella loro fase di incubazione, potrebbero assomigliarsi, generando gravi errori di sottovalutazione. Ovviamente, l'intento del presente articolo non è quello di minimizzare i rischi che stiamo correndo. Al contrario, stiamo cercando di consigliare comportamenti equilibrati e responsabili, pur conoscendo i nostri limiti e con la speranza di non sbagliare. In ogni caso, noi riteniamo che la possibile 'seconda ondata' del coronavirus possa essere combattuta attraverso dei 'lockdown' locali o territoriali, senza dover necessariamente fermare l'intero Paese. Là dove si renderà necessario, le Asl territoriali, di concerto con le Regioni e i vari enti locali, siano pronte ad attuare una serie di 'zone rosse', facendo circolare le informazioni di emergenza destinate ai cittadini. Se a un certo punto, dovesse essere decisa la chiusura di una provincia o di una regione, si facciano circolare prioritariamente tutte le informazioni del caso per avvertire la collettività in merito a quanto sta accadendo in una determinata area geografica del Paese, al fine di impedire gli spostamenti in entrata e in uscita della popolazione, limitando il più possibile ogni rischio di allargamento a 'macchia d'olio' dell'epidemia. Se la curva dei contagi dovesse, a un certo punto, 'impennarsi', il Governo cerchi di limitare il più possibile i viaggi e gli spostamenti delle persone, dissuadendo i cittadini dal recarsi in quelle zone divenute temporaneamente a rischio. Questa volta, gli enti in prima linea nella 'battaglia' saranno quelli locali e territoriali. Ma in questa ormai probabile 'seconda ondata', siamo costretti a giocare la 'partita' in maniera diversa, per non mettere definitivamente 'in ginocchio' le nostre attività produttive. Buona fortuna a tutti gli italiani. Soprattutto a quelli del centro-sud, in questo caso, poiché il Covid 19 sembra aver individuato, purtroppo, il modo per scendere al di sotto dell'Appennino Tosco-Emiliano. Pertanto, consigliamo grande prudenza all'intera collettività: alla fine di questa disavventura vorremmo ritrovarvi tutti insieme a noi. Per continuare a fornire generosamente il vostro contributo alla crescita di questo nostro bellissimo e unico Paese.


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