Fabrizio Federici e altriBasta 'fake news' e dietrologie sul 'caso Moro': un gruppo di storici, giornalisti e studiosi interviene sui recenti resoconti giornalistici
 
Quarantadue anni dopo il sequestro Moro, questa vicenda - già oggetto di più processi e dei lavori di varie commissioni parlamentari d'inchiesta tali da sviscerare ogni particolare di quei tragici fatti - continua a essere oggetto di ricostruzioni storiche e giornalistiche spesso fuorvianti, poichè condotte con enorme superficialità e gusto del sensazionalismo 'complottista', agli antipodi di qualsiasi criterio di ricerca serio. Fedeli a quelli che sono, invece, i canoni di un giornalismo attendibile, pubblichiamo questa documentata smentita di un'ennesima ricostruzione del 'caso Moro', fatta di recente dal quotidiano 'Il Manifesto'. Una smentita scritta da un gruppo di 24 ricercatori specialisti dell'argomento e, più in generale, del terrorismo degli anni '70 del secolo scorso. "Diversi organi di stampa insistono nel riproporre ai loro lettori finti misteri e ricorrenti fantasie di complotto sul sequestro di Aldo Moro. È successo anche sul 'Manifesto' del 2 agosto scorso. In occasione del quarantennale della strage di Bologna, un articolo di Tommaso di Francesco e un intervento di Saverio Ferrari richiamano l'argomento, benché nulla c'entri con il tema affrontato. Ci riferiamo, in particolare, al seguente passaggio: "Catracchia, l'amministratore per conto del Sisde delle palazzine di via Gradoli, dove al civico 96 si trovava il covo delle Br affittato dall'ingegner Borghi, alias Mario Moretti, dove Aldo Moro fu inizialmente tenuto prigioniero...". È un'affermazione priva di fondamento, che induce il lettore a credere accertato un legame occulto tra il Sisde e le Br. Un legame, in realtà, sempre smentito dalle ricerche storiografiche e dalle risultanze processuali. Al contrario, l'attività giudiziaria e quella delle diverse commissioni d'inchiesta hanno accertato che l'onorevole Moro non sia mai stato tenuto sotto sequestro nei locali di via Gradoli, che fungevano, invece, da 'base' solo per i due brigatisti Mario Moretti e Barbara Balzerani. L'ultima Commissione parlamentare d'inchiesta sul 'caso Moro' ha addirittura effettuato un'indagine sul Dna dei frequentatori dell'appartamento di via Gradoli, constatando l'assenza di tracce anche solo genetiche riconducibili ad Aldo Moro. In ordine all'episodio dell'affitto di via Gradoli, c'è da dire che in più Corti di Assise sono emerse chiare evidenze. Ci sembra doveroso segnalarle e le elenchiamo in queste poche righe: 1) l'ingegner Borghi/Moretti ha affittato i locali di via Gradoli 96 a seguito di un normale annuncio pubblicitario nel dicembre del 1975, come risulta agli atti; 2) i locatori erano i signori Giancarlo Ferrerò e Luciana Bozzi, proprietari dell'appartamento dal rogito avvenuto in data 1° luglio 1974; 3)  risulta accertato che si è trattato di una transazione tra privati, senza coinvolgere la figura dell'amministratore; 4)  il Sisde, il nuovo servizio segreto civile creato nel 1977, venne istituito due anni dopo la stipula del contratto di affitto per la base brigatista; 5) appare evidente che nel contratto d'affitto tra la coppia di brigatisti e i coniugi Ferrerò, non poteva perciò essere implicato con il Sisde, del resto ancora inesistente in quel periodo; 6) occorre peraltro ricordare che, com'è noto, che la base Br di via Gradoli 96 ha cessato di essere un 'covo' nel 1978, proprio durante il sequestro Moro; 7) per evitare contiguità immotivate e fuorvianti, va sottolineato che la base dei Nar era invece al civico n. 65 di via Gradoli e, comunque, il loro soggiorno risale al 1981. Un altro estremista di destra ha in realtà abitato in via Gradoli 96 - Enrico Tomaselli di Terza Posizione - ma nel 1986, cioè molti anni dopo i fatti in oggetto. Per completezza documentale va comunque precisato che non si trattava dello stesso vano occupato, a suo tempo, dalle Br. Infine, risulta che ad affittare il monolocale al Tomaselli non sia stato l'amministratore Catracchia, ma un altro estremista di destra: Andrea Insabato, proprietario del piccolo appartamento e, peraltro, futuro attentatore alla sede del 'Manifesto' nel dicembre 2000; 8) in ogni caso, anche i presunti 24 appartamenti legati a diverse società immobiliari, che in modo sbrigativo e arbitrario vengono attribuite ai Servizi, risultano acquisiti solo negli anni successivi al 'sequestro Moro'; 9) in particolare, sono agli atti le proprietà immobiliari di Vincenzo Parisi, nel 1978 questore di Grosseto e, dal 1980, in organico al Sisde, di cui diventa direttore nel 1984; 10) l'intensa attività immobiliarista del dirigente Parisi con gli appartamenti intestati alle figlie Maria Rosaria e Daniela non sembra richiamare reconditi misteri. A ogni buon conto, sono fatti notarili che ricorrono almeno un anno e mezzo dopo il 'rapimento Moro' e ben quattro anni - 4 - dopo la stipula del contratto di affitto del 1975 da parte delle Brigate Rosse; 11) quando si tratta dell'immobile di via Gradoli, queste date abitualmente non vengono segnalate ai lettori. Invece, in questa come in molte altre occasioni, la precisione sui tempi cronologici è assolutamente necessaria, per un'interpretazione ponderata dei fatti ispirata al metodo storico. E anche, aggiungiamo noi, alla deontologia giornalistica. Un'analisi corretta dei tempi, delle fonti e del nesso 'causa-effetto' della più drammatica tragedia dell'Italia repubblicana smentisce seccamente ogni possibile coinvolgimento di entità non riconducibili alla lotta armata intrapresa dalle Br nel 1970. Denunciamo, pertanto, il mancato rispetto dei più elementari criteri di verità e di logica nella ricostruzione di eventi e circostanze: una degenerazione particolarmente grave della e nella stampa italiana.

FIRME:
Matteo Antonio Albanese
Gianremo Armeni
Andrea Brazzoduro
Frank Cimini
Marco Clementi
Andrea Colombo
Silvia De Bernardinis
Christian De Vito
Italo Di Sabato
Eros Francescangeli
Mario Gamba
Marco Grispigni
Davide F. Jabes
Nicola Lofoco
Carla Mosca
Paolo Persichetti
Giovanni Pietrangeli
Francesco Pota
Ilenia Rossini
Elisa Santalena
Vladimiro Satta
Giuliano Spazzali
Davide Steccanella
Ugo Maria Tassinari

Nota sui firmatari di questa lettera
Il present intervento è stato elaborato da un gruppo di storici ed esperti da tempo impegnati in studi di rilevanza storica sulle Brigate Rosse e sulle altre formazioni combattenti, più in generale sui movimenti sovversivi degli anni '70 del secolo scorso. Ecco alcune informazioni sintetiche sugli autori di questo intervento.

Matteo Antonio Albanese: ricercatore presso l'Università di Padova e autore del recentissimo volume 'Tondini di ferro e bossoli di piombo. Una storia sociale delle Brigate rosse' (Pacini editore).

Gianremo Armeni: scrittore, ha pubblicato numerosi libri sulla lotta armata: 'Questi fantasmi, il primo mistero del caso Moro' (Tra le righe); 'Bi. Erre. I Fondatori' (Paesi Edizioni); 'Buone regole. Il vademecum del brigatista' (Prospettiva Editrice); 'Romanzo brigatista' (Altravista).

Frank Cimini: cronista di giudiziaria, storico polemista a difesa dei movimenti degli anni '70, è stato il direttore responsabile di 'Controinformazione', 'Autonomia' e 'Sinopsis' e ha fondato il sito giustiziami.it

Marco Clementi: storico, docente all'Università di Cosenza, autore di numerosi saggi, tra cui 'La pazzia di Moro' (Mondadori), 'Storia delle Brigate rosse' (Odradek), 'Brigate rosse dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi).

Andrea Colombo: già militante di Potere Operaio, ha seguito per molti anni sul 'Manifesto' il 'caso Moro' e ha scritto 'Un affare di Stato, il delitto Moro quarant'anni dopo' (Cairo editore).

Silvia De Bernardinis: ricercatrice, ha scritto una tesi di dottorato su 'Lotta di classe e lotta armata nella crisi fordista degli anni 70 in Italia: le Brigate Rosse'.

Christian De Vito:
storico, ricercatore all'Università di Bonn, è autore di 'Camosci e portachiavi' (Laterza), un saggio sulle carceri speciali.

Italo Di Sabato: è tra i fondatori dell'Osservatorio contro la Repressione, un organismo che, dal 2007, coordina studi, ricerche, dibattiti e seminari sui temi della repressione, della legislazione speciale, della situazione carceraria.

Eros Francescangeli: ricercatore presso l'Università di Parma, ha pubblicato 'Arditi del popolo: Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista, 1917-1922' (Odradek). È tra i fondatori di 'Storie in movimento/Zapruder' - rivista quadrimestrale di storia del conflitto sociale con cui collaborano oltre trecento storici - e ne coordina la redazione, di cui fanno parte altri quattro firmatari: Giovanni Pietrangeli, Francesco Pota, Ileana Rossini e Andrea Brazzoduro. Quest'ultimo è anche ricercatore, nonché autore del saggio 'Soldati senza causa. Memorie della guerra d'Algeria' (Laterza).

Mario Gamba: giornalista esperto di musica contemporanea, ha lavorato per 'il Manifesto', 'Alias', 'L'Espresso', 'Reporter', 'Outlet' e il Tg3. Ha scritto una memorabile cronaca dei funerali di Prospero Gallinari e su 'Alfabeta2' ha pubblicato un intervento dal titolo 'Memoria ed esorcismo'.

Marco Grispigni: studioso dei movimenti sociali e politici degli anni '60 e '70 del secolo scorso. Ha pubblicato diversi volumi: 'Il Settantasette' (Il Saggiatore); 'Elogio dell'estremismo. Storiografia e movimenti"' (Manifestolibri); 'Gli anni Settanta raccontati a ragazze e ragazzi' (Manifestolibri); 'Quella sera a Milano era caldo. La stagione dei movimenti e la violenza politica' (Manifestolibri); 'Il 1968 raccontato a ragazze e ragazzi' (Manifestolibri).

Davide F. Jabes: storico, ricercatore indipendente e consulente editoriale. È coautore di 'Impero. The Axis Powers' V-1 Carrying Capital Ship' (Fonthill).

Nicola Lofoco: giornalista specializzato in terrorismo italiano e internazionale, è autore di 'Il caso Moro, misteri e segreti svelati' (Gelso Rosso). Collabora con Huffington Post e ha un proprio sito www.nicolalofoco.it

Carla Mosca:
ex giornalista Rai, ha seguito per il servizio pubblico le principali vicende giudiziarie connesse agli anni '70. Ha scritto, assieme a Rossana Rossanda e Mario Moretti, 'Brigate Rosse, una storia italiana' (Oscar Mondadori).

Paolo Persichetti: già Br esule a Parigi, è oggi ricercatore indipendente e autore del blog 'Insorgenze'. Ha collaborato con 'Liberazione' e 'Il Garantista'. Con Oreste Scalzone ha scritto 'Il nemico inconfessabile' (Odradek) ed è coautore di 'Brigate rosse: dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi), dove in particolare si è occupato dei 55 giorni del 'sequestro Moro' e della mistificazione dietrologica in atto da anni.

Elisa Santalena: è una storica, docente all'Università di Grenoble, esperta di carcere speciale, è coautrice di 'Brigate rosse dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi).

Vladimiro Satta: già documentarista del Senato della Repubblica, è autore di 'Odissea nel caso Moro' (Epub), 'Il caso Moro e i suoi falsi misteri' (Rivettino), 'I nemici della Repubblica' (Mondadori).

Giuliano Spazzali: avvocato penalista, è stato uno dei principali esponenti del 'Soccorso Rosso Militante'. Ha difeso gli anarchici del Circolo Ponte della Ghisolfa nella vicenda di Piazza Fontana e, successivamente, anche numerosi protagonisti della lotta armata. Ha pubblicato il saggio 'La zecca e il garbuglio' (Machina Libri).

Davide Steccanella: avvocato penalista, poligrafo, ha all'attivo numerosi saggi tra i quali 'Gli anni della lotta armata. Cronologia di una rivoluzione mancata' (Bietti Editore), 'Le indomabili. Storie di donne rivoluzionarie' (Pagina Uno), 'Le Brigate Rosse e la lotta armata in Italia' (Narcissus.me). È autore anche del romanzo 'Gli sfiorati' (Bietti), una narrazione autobiografica collocata a ridosso dei principali eventi sovversivi italiani. Ogni anno pubblica 'L'Agenda Rivoluzionaria' (Mimesis), una cronologia quotidiana di ricorrenze riconducibili a figure e storie del 'Novecento ribelle'.

Ugo Maria Tassinari:
giornalista e insegnante, è stato lo storico fondatore del sito 'Fascinazione' (dedicato all'estrema destra italiana) e oggi del blog 'AlterUgo'. Ha scritto vari saggi e curato numerose pubblicazioni, tra cui 'Biennio Rosso' di Oreste Scalzone' (Sugarco) ed 'Evasioni. Melfi: operai in fuga dalla fabbrica penitenziario e altre storie' di Elisabetta Della Corte (Immaginapoli).





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