Raffaella UgoliniEnnesima gaffe della ministra Azzolina: "2500 euro al mese per i neo-immessi come docenti sono troppi". E infatti, si tratta di una cifra che un insegnante non prende neanche a fine carriera: abbiamo scoperto l'acqua calda. Eppure, si continua a diffondere l'idea che tutti la odierebbero solo perché donna, giovane, con 2 lauree e arrivata al posto giusto nel momento giusto. Ennesima confusione, insomma, tra le tante ormai raccolte in un libro, a breve in uscita, a mia firma. Albert Einstein, il più grande scienziato del XX secolo, quello che inventò la teoria della relatività (E=mc2), alla richiesta di fare il ministro rispose: "Grazie, ma nella vita mi sono occupato di altro: non ne ho le competenze". Lui di relativo aveva davvero ben poco. E di 'rosso relativo' ancora meno. Di umiltà, sicuramente molta. La nostra ministra, invece, ha due lauree, è una donna, è giovane, è dei 5 stelle, ha un'abilitazione come docente di sostegno, ma faceva praticantato presso lo studio del suo compagno ed era una 'distaccata Anief'. Di fatto, ha insegnato per il tempo di un gatto che attraversa la tangenziale. Entrata di ruolo nel 2014, è tornata tra i banchi solo nel 2017, perfettamente in tempo per iscriversi al concorso per dirigenti scolastici. Nel frattempo, faceva campagna elettorale per i 5 stelle e ha vinto il concorso a cui ha partecipato già da parlamentare in carica. Nulla quaestio, per carità: vogliamo scherzare? Non c'è incompatibilità tra la carica di deputato e la partecipazione a un concorso pubblico: neanche a volerlo architettare dall'Eletto del film 'Matrix' poteva andarle così bene. E in un certo senso è vero: merita tutta la nostra stima, perché in fatto di farsi trovare sempre al posto giusto e nel momento giusto, ella non ha eguali. E non buttiamola sul sessismo becero, per favore: tante docenti donne - ma anche tra gli uomini - di lauree ne hanno anche più di due, con abilitazioni alle professioni varie, all'insegnamento, master e specializzazioni. Eppure, essi non meritano uno stipendio che sarebbe il minimo sindacale per la professionalità e i cv posseduti. E non esiste una carriera che possa permettere di progredire: si entra insegnante e si muore insegnanti. Soprattutto, se non hai la 'fortuna' di vincere un concorso da dirigente scolastico. Ma questo, il ministro Azzolina lo sa benissimo, avendo lavorato, tra un distacco e l'altro, "per 1300/1500 euro al mese", sempre secondo le sue parole. La 'vetta' si dovrebbe scalare con fatica e con i meriti giusti, anche per fare un po' d'esperienza, ma la signora Azzolina omette di ricordare che gli stipendi sono bassi, intorno ai 1500 euro circa, anche dopo 15 anni, poiché non vengono effettuate le ricostruzioni di carriera e gli scatti di anzianità sono 'bloccati', o progrediscono solo ogni 8/9 anni per miserevoli cifre. Altro che iniziare con 2500 euro: è troppo per un docente. A 2500 euro al mese non ci si arriva neanche dopo 42 anni di onorato servizio, a fine carriera o in pensione. Guardiamo la Svezia o la Norvegia, tanto decantate: si guadagnano, in media, 4/5mila euro netti al mese. Scemi loro, svedesi e norvegesi, che investono sull'educazione e nella scuola... Per non parlare della Svizzera, altro 'mondo' dove un professore, a soli 50 metri dal confine italiano, guadagna dai 75 mila ai 100 mila euro l'anno per insegnare alla scuola primaria e, salendo, per altri gradi di istruzione. Si spera che, per ogni 'amara' esternazione della Azzolina ci sia qualcuno dall'alto che legga il malcontento di un Paese e di un ceto medio, quello dei professionisti, che meriterebbero molto di più di qualche 'slogan depressivo' su Facebook, da parte di una persona che utilizza i media per autoelogiarsi o per spiegare il perché la attacchino, anziché avere una 'visione' su come intende far funzionare un dicastero, o limitare gli 'effetti a catena' di scelte scellerate, nonché pericolose, poco oculate e dispendiose. In ogni caso, adesso attendiamo il nuovo piano nazionale per la costruzione di nuove scuole, riconvertendo edifici decadenti. E per l'acquisto delle 'sedie monoposto con rotelle', che dovrebbero garantire il distanziamento sociale e risolvere l'annosa quaestio del famoso 'metro statico': una definizione che farebbe rabbrividire anche Einstein, dato che si parla di ruote e spostamenti continui. Si tratta di sedie che dovrebbe acquistare il commissario straordinario a 200 euro + Iva, per i ragazzi della scuola primaria, medie e superiori. Ma di quale sostanziale giovamento parliamo, nel contrastare il Covid attraverso codeste sedie? I ragazzi prenderebbero la temperatura a casa, poiché a scuola le linee guida non lo prevedono. E nelle aule troverebbero solo le loro famigerate sedie. Dunque? Cosa cambierebbe? Ancora una volta, scarichiamo le responsabilità sulle famiglie, sui docenti e sui ragazzi. Certo: è fuori discussione che quella di non riuscire ad assumersi una responsabilità che sia una è una vera e propria allergia di questo Paese, soprattutto tra gli statali. Ma in questo, la ministra Azzolina non fa certo eccezione, poiché le sedie con rotelle potrebbero essere un'arma a 'doppio taglio' in un ambiente scolastico, trasformandosi in 'macchine da scontro' come al Luna park, che probabilmente è il vero modello di società che il M5S ha 'in testa'. E dove è finito il dlgs 81/2008? Perché, parliamoci chiaro: noi non crediamo che si possa elimiare il problema dei pericoli e delle responsabilità in questo modo. Al contrario, se ne creeranno degli altri. E gli studenti lo sanno: non sono stupidi. Saranno obbligati a prendere la patente di guida come per i monopattini? E nel frattempo, le responsabilità di docenti e dirigenti aumenteranno esponenzialmente. No, signora Azzolina: lei non è odiata per le sue lauree o perché è giovane e non si sa neanche da dove lei sia 'sbucata'. Lei viene semplicemente contestata perché non è questa la 'via giusta' per cambiare il mondo della scuola.


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