Michela ZanarellaL'esordio letterario di Lorenzo Pataro, giovane poeta calabrese, è segnato da un autentico rispetto per le parole. La raccolta 'Bruciare la sete' pubblicata da 'Controluna Edizioni', si apre con una citazione significativa di una tra le più belle canzoni di Lucio Battisti: 'Amarsi un po''. "Amarsi un po'/è un po' fiorire/aiuta sai/a non morire". E' un canto in versi, in cui l'amore si manifesta nella sua purezza e nella sfrontatezza della sua giovane età. In effetti, il primo amore lascia segni indelebili. E l'autore si affida alla poesia per raccontare questa sua personale esperienza. E' una narrazione avvolgente, che fa emergere l'impeto della giovinezza, il desiderio e la vitalità di un sentimento nato e consumato in una dimensione surreale: il 'Bosco del Nontempo'. Eleonora Rimolo, che ha curato la prefazione del volume, scrive: "È dentro un amore che Pataro arde. E a causa di quell'arsura insopportabile, sfuggente, cerca disperatamente una fonte a cui abbeverarsi". L'autore ha sete d'amore, di vita, di poesia. La lirica 'L'attesa' ci introduce in un viaggio emozionante e intenso, dove i sentimenti 'bruciano' e si fanno magma incandescente, da ascoltare. "C'è un profumo d'arancia/E nessuno sa da dove fiorisce/C'è una luce che piove/E nessuno sa dove si posa". L'arancia rappresenta, da sempre, un simbolo positivo: può indicare il bene e la purezza. E la luce che il poeta fa addirittura 'piovere' è una sorta di protezione per un amore che esiste. La poesia di Pataro è ricca di simboli: l'arancia c'è anche nel secondo componimento: "Sei arrivata/come una lama madida d'arancia/a squarciare il mio amore/gettato in un vicolo cieco". I versi sono brevi, essenziali, ma incisivi e taglienti. L'incontro lascia il segno, nell'anima e nel cuore. Potente la chiusa di 'Attraversarsi': "Un fiume che bacia/con gli occhi chiusi/la sua foce". Il poeta riesce con parole semplici a creare un flusso di immagini particolari, non banali. L'amore si fa sentire in tutta la sua dirompente forza e bellezza, aprendosi oltre il senso stesso del suo significato verso riflessioni spesso antitetiche, tra parole dette e non dette, tra paradossi e silenzi. Pataro compie un viaggio interiore impegnativo: se da un lato pensa all'amore, dall'altro riflette sul senso delle cose. E si rende conto che "ci sono favole/a cui si cambia il finale amaro/pur di far finta/che il dolore non esista". Crescere comporta provare ad affrontare se stessi e i propri limiti: l'amore è una tra le prove più ardue e importanti. E' un continuo viavai di luci (accecanti) e diafane, di debolezze e promesse, possibilità e non possibilità. L'amore fa diventare 'pentole rotte': "Di notte rotoliamo/come pentole rotte/per fracassarci le spalle con morbide ferite". Nel momento del distacco, l'assenza e l'indifferenza di lei fanno male: rimangono le ceneri di un incendio. Quando un amore finisce è necessario trovare la forza per rialzarsi, ripartendo da se stessi. Ma ritrovarsi è possibile. Pataro sa che, attraverso la poesia, si abbevera alla fonte di una verità assoluta. E' lì che riesce a rigenerarsi, a riprendere quella parte che pensava smarrita: "Per riflettere/dobbiamo rifletterci/bruciare la sete/per dissetare l'altro". Tra i molteplici frammenti di un sentire tormentato, il poeta si riappropria del suo equilibrio e canta e dialoga con quell'io che ha riconquistato.

Bruciare la sete
di Lorenzo Pataro
Controluna Edizioni

Pagg. 80, € 9.90


L'autore
Lorenzo Pataro è nato a Castrovillari nel 1998 e vive a Laino Borgo (Cs). È studente di Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Salerno. Per 'Controluna' è uscita la sua prima silloge, dal titolo 'Bruciare la sete'.


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