Michela ZanarellaRaccontare in versi il dolore, il dramma della guerra e della migrazione non è certo facile. Sabrina Lembo, da anima e penna sensibile, tenta di risvegliare le coscienze di ognuno di noi attraverso la raccolta 'Tra cielo e fango', edito da L'Erudita. Non è sicuramente l'unica ad aver fatto questo tipo di operazione, ma in questo libro l'autrice ha deciso di avvalersi della collaborazione artistica di un giovane fotografo, costretto ad abbandonare la propria terra per trovare ospitalità come rifugiato politico in Italia. Mohamed Keita, attraverso i suoi scatti, aiuta l'autrice a dare una veste originale al progetto editoriale. Serena Maffia nella prefazione scrive: "Le piace sporcarsi le mani di filosofia e di realtà, realtà che non le appartengono in prima persona, ma che appartengono all'umanità intera". La Lembo usa uno stile lineare. La sua scrittura è fluida, composta da parole semplici, chiare nella loro tragicità: "Qui è la Syria/una terra/di frammenti umani/ancora in cerca di vita". Il fatto di chiudere una lirica con il verso "Io sono Aleppo" è sentirsi parte attiva di una sofferenza che non è solo di chi la vive direttamente. Possiamo definirla poesia civile? Non solo: è una poesia consapevole. Nei quarantuno testi emerge un mondo di brutture fatto di echi di bombe, di odio barbaro, di mucchi di ossa. Tra le pagine, forte è il grido per un'umanità ferita, annientata, svuotata. La foto in bianco e nero di un gommone ci ricorda i tanti naufraghi che hanno perso la vita e alcuni più fortunati che ce l'hanno fatta. L'autrice ci riporta nei luoghi del dolore. Li descrive, narrando fatti e avvenimenti sotto forma di cronaca poetica. Qualche spiraglio di luce, però, c'è. La poesia 'Un angelo arancione' è la testimonianza della parte buona del mondo, dei volontari che ogni giorno salvano vite in mare. La scelta di utilizzare alcune parole in lingua araba vuol mantenere intatto il senso e il significato del linguaggio nella sua genesi. Cosi 'Musaeada', ripetuto a supplica nel testo, diventa una richiesta di aiuto universale, che non conosce confini. Ed è proprio vero che i naufraghi siamo noi, persi nella nostra individualità, "naufraghi moderni di un tempo che non perdona".

Tra cielo e fango
di Sabrina Lembo
edito da L'Erudita
pagg. 91, euro 12


Sabrina Lembo
Romana di origini molisane è scrittrice, recensionista critica e traduttrice di numerosi testi dallo spagnolo all'italiano. Ha collaborato con l'Università degli Studi 'Roma Tre', dove ha insegnato Letteratura spagnola. Attualmente, collabora con l'Università degli Studi di Cassino. È autrice del testo 'Llanto por Ignacio Sánchez Mejías di Federico García Lorca. Traduzioni a confronto', (2013) e in ambito poetico della raccolta 'Sentire' (2014), 'Froitos do tempo' (2015) e 'Attraverso' (2015).

Mohamed Keita
Fotografo, è nato in Costa d'Avorio. Compie il viaggio attraverso il Mali, il deserto libico, fino a sbarcare a Malta, per arrivare in Italia come rifugiato politico nel 2010. Grazie alla frequentazione del centro diurno per minori 'Civico Zero' di Roma, intraprende la carriera artistica come fotografo, riscuotendo grande successo internazionale.


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