Ilaria CordìSi è tenuto di recente, presso la sede dell'associazione 'Civitavecchia c'è', un incontro organizzato da diversi comitati di cittadini, espressamente dedicato ai recenti sviluppi relativi alla costruzione di un forno crematorio nelle vicinanze del nuovo cimitero comunale di Civitavecchia, lungo la famosa strada statale 'Braccianese Claudia'. Un folto numero di persone, infatti, riunitesi in varie associazioni che vanno da Roma a Grosseto, da circa tre anni hanno deciso di coalizzarsi mettendo da parte le proprie differenti visioni ideologiche, al fine di impedire la costruzione dell'ennesimo 'mostro' ecologico ad alto tasso d'inquinamento, secondo alcuni, nella ridente cittadina portuale centocellese. In particolare, la giornata di lavori, presieduta dal presidente Roberto Melchiorri - esponente di spicco della comunità - è stata organizzata per presentare un vero e proprio 'Libro Bianco' che ha documentato e riassunto l'intera vicenda: una serie di atti raccolti minuziosamente in un volume da una delle figure principali di questa 'piccola guerra' civitavecchiese: Francesco Cristini. Il progetto preliminare del forno fu inizialmente approvato con la delibera n. 50 del 22 febbraio 2013 per la realizzazione di una cappella presso il cimitero, per un importo complessivo 1 milione 734 mila 342,24 euro. Tuttavia, sin dal febbraio 2013 iniziarono le divergenze, i malintesi e le incomprensioni, tutte relative alla costruzione di un qualcosa che ancora non era stato neanche definito nei suoi aspetti e limiti. Bisogna tener presente che, a gennaio 2014, sarebbero scaduti i termini per la gara d'appalto, tanto che i giornali locali, fino a quel momento all'oscuro della questione, verso la metà dello stesso mese hanno pubblicato la notizia di una nota protocollata dal comune, nella quale si affermava la sospensione dell'iter dell'intera gara d'appalto, aggirando la scadenza dei termini di assegnazione. Scoppia la 'bomba': le vie di Civitavecchia, ormai in procinto di affrontare un'accesa campagna elettorale, diventano teatro di un'aspra battaglia, tesa a impedire la costruzione di un 'eco-mostro' che avrebbe ulteriormente peggiorato le condizioni di salute ambientale della cittadina (Civitavecchia è la terza città italiana per numero di tumori, ndr). Tuttavia, a campagna elettorale ormai avviata, la questione del crematorio misteriosamente scompare dalle agende di tutti i Partiti locali e nessun esponente politico o istituzionale, neanche tra gli addetti ai lavori, hanno proferito parole di aggiornamento, fino al momento in cui si è venuto a sapere che i lavori stavano continuando, anche velocemente. Il 28 agosto 2014, al comune di Civitavecchia viene formata la nuova Giunta: il neo-sindaco è Antonio Cozzolino, esponente emergente di quel gruppo politico che si stava facendo strada sotto la protezione di Beppe Grillo: il M5S. Il nuovo organo esecutivo si dice ignaro di tutto il dibattito, fino a un mese dopo la sua ascesa al Pincio. Tuttavia, il 17 settembre dello stesso anno, la prefettura trasmette un'istanza di riesamina dell'intero progetto, legato ovviamente alla costruzione del forno. Dopo un anno di silenzi e svariati 'nulla osta' degli organi superiori, legati all'assetto del consorzio di imprese che si occupano dell'appalto, il 23 ottobre 2015, con la delibera n. 201, viene approvato il progetto preliminare, per un importo nettamente superiore al precedente (senza motivo apparente), pari a 2 milioni 553 mila 656,4 euro. Ciò che nella delibera 50/2013 veniva definito "cappella e crematorio", nella 201/2015 diviene un progetto denominato "urne cinerarie e crematorio" e, in seguito, solo "crematorio". Nell'ultima delibera si sottolinea, inoltre, come vi sia "un'urgenza motivata" per la costruzione di nuovi loculi, non tenendo conto che a 40 minuti dalla città metropolitana, in provincia di Viterbo, sorge un impianto di cremazione tranquillamente in grado di soddisfare anche le richieste dei cittadini civitavecchiesi. Il giorno successivo all'approvazione della delibera, si susseguono una serie di atti che hanno lasciato associazioni, comitati e semplici cittadini decisamente perplessi, tanto che prende piede una vera e propria contestazione: il forno crematorio inquina e Civitavecchia è una località già 'martirizzata' da decenni, a causa delle emissioni e delle immissioni di sostanze nocive presenti nell'atmosfera e nel suolo, rilasciate dall'industrie presenti sul territorio e dai fumi provenienti dal traffico croceristico stagionale. Poi, tutto tace di nuovo. Fino al 14 luglio 2016, quanto la Giunta, con la delibera n. 95, approva in via definitiva il progetto di costruzione. Ad oggi, il completamento del 'mostro' continua, nonostante le numerose proteste che le associazioni della città continuano a organizzare al fine di far (ri)nascere una coscienza civile, ma soprattutto per aprire gli occhi alla popolazione sul pericolo incombente. "L'obiettivo della pubblicazione del Libro Bianco", ha spiegato Roberto Melchiorri, "è duplice: da una parte, grazie al grande lavoro di Francesco Cristini, abbiamo voluto raccogliere tutte le informazioni legate al forno crematorio, dagli atti agli articoli della stampa; dall'altra, vogliamo che i cittadini possano leggere come stanno le cose. È un'operazione verità, a disposizione di tutti", ha proseguito il presidente di Civitavecchia c'è, "e questo Libro Bianco vuol essere un promemoria per chi desidera approfondire la conoscenza su quanto accaduto negli ultimi cinque anni, riguardo alla costruzione di un forno crematorio all'interno del nuovo cimitero comunale di Civitavecchia". Francesco Cristini ha poi spiegato come questo suo lavoro sia "un compendio di tutti gli atti amministrativi, presi per la maggiore dal sito del comune, uniti a tutti i nostri ricorsi. Quello che preoccupa tutti, sia a chi vive nelle immediate vicinanze del cimitero, sia nel resto della città, è sapere con certezza se i fumi facciano poco male o tanto male: quello che posso dire io, è che bene sicuramente non fanno, dato che sono pur sempre i prodotti di una combustione. Fino al 2016, abbiamo puntato solo sul discorso ambientale. In seguito, ha cominciato a circolare la notizia che vi fosse anche qualche criticità nel progetto. La relazione che evidenziava tale criticità non si riusciva a trovare: se ne è trovata traccia soltanto nel luglio 2016", conclude Cristini, "all'interno della relazione tecnica della delibera 95, che approvava questo progetto esecutivo". Dunque, grazie alle 370 pagine di questo 'Libro Bianco' e alle 16 pagine 'gialle' nelle quali vengono riassunti i vari passaggi politici della questione, la battaglia civitavecchiese va avanti imperterrita per bloccare il progetto, il quale potrebbe andare a peggiorare una situazione già sul 'filo del rasoio', che la città 'centumcellese' vive ormai da molti anni a causa di Giunte incompetenti e gestioni economiche che hanno dato adito a molti dubbi. Manca, a nostro parere, un'indagine realmente 'super partes', che vada a chiarire la domanda che si legge nella prima pagina del libro: "Cui prodest"?


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio