Giorgio MorinoPossiamo dire che l'elezione di Donald Trump alla carica di 45esimo presidente eletto degli Stati Uniti ha sconvolto i pronostici di quanti auspicavano una sonora sconfitta del 'capelluto tycoon'. Si può gridare al disappunto e all'Apocalisse, ma se si rispetta l'ideale democratico, tale elezione va accettata e 'sopportata'. Certo, nel caso di noi italiani, finalmente sapremo cosa rispondere ai moti di scherno degli americani quando si parla di Silvio Berlusconi: adesso hanno anche loro hanno un 'Silvio personale', che li guiderà per i prossimi 4 anni e che, almeno fino a questo momento, si è reso portavoce di idee e atteggiamenti ben più disgustosi rispetto a quelli cui abbiamo assistito nel nostro Paese. In effetti, guardando nel passato di Donald Trump ci sono parecchi episodi curiosi, compreso un'esperienza da 'wrestler'. Il rapporto tra il neo-presidente e la Wwe, la più grande federazione di wrestling degli Stati Uniti, nasce nel 1988, quando la quarta edizione di 'Wrestlemania', il principale 'pay-per-view' della federazione, venne organizzata al 'Trump Plaza' di Atlantic City. Da questo evento nacque un'amicizia solidissima tra Donald Trump e Vince McMahon, il 'patron' della federazione stessa. Un rapporto che nel corso degli anni si è cementificato, con numerosi 'eventi Wwe' organizzati in 'locations' di proprietà del magnate, il quale, almeno allora, non aveva ancora assunto il suo attuale e caratteristico 'colorito arancione'. Il culmine del rapporto e del coinvolgimento di Trump nel mondo del ring si ebbe il 1° aprile 2007, durante la 23esima edizione annuale di 'Wrestlemania'. In una delle 'storyline', vale a dire la sceneggiatura che fa da cornice a i match di wrestling, Trump e McMahon si sfidarono in un match in cui entrambi avrebbero messo in palio i propri capelli: il perdente sarebbe stato rasato a zero nel centro del ring.McMahon, né tantomeno Trump combatterono effettivamente, ma vennero 'rappresentati' da due lottatori (nello specifico, Bobby Lashley per Trump e Umaga per McMahon). 'Wrestelmania 23' viene ricordata, tra le altre cose, per il pittoresco ingresso che Trump fece nel 'Ford Field': la discesa sulla rampa verso il ring venne accompagnata da una pioggia di biglietti da 100 dollari sulla folla, nell'ottica di dimostrare chi fosse 'più miliardario' tra Trump e McMahon. Il match fu vinto da Lashley e da Trump, che rasarono il capo di McMahon in un 'delirio trash' difficilmente cancellabile dalla memoria. Fu proprio in seguito a questo episodio che, nel 2013, Trump venne introdotto nella 'Wwe Hall of fame': il tempio della gloria dove vengono incensati gli atleti che hanno fatto la storia di questa disciplina. Insomma, onori su onori per il primo presidente 'quasi' wrestler.


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