Ilaria Cordì"Hai presente quando hai un'infezione e prendi un antibiotico per eliminare i batteri? Ecco, la Terra sei tu, i batteri sono gli umani e il vaccino siamo noi". Con questa metafora, il folle personaggio interpretato da Samuel L. Jackson nell'ultimo brillante film di Matthew Vaughn, 'Kingsman', propone ai potenti del mondo il suo becero piano per decimare la popolazione 'infestante' del pianeta. Il film è finzione, ma il nostro pianeta a pezzi è realtà. Le proposte comportamentali da assumere per aderire alle più svariate iniziative ecologiche contro sprechi, inquinamento e stravolgimenti climatici si sprecano, di pari passo agli allarmismi. Ma le armi più anticonvenzionali della lotta vengono approntate proprio qui da noi, in enormi arsenali di idee, 'affilate' con autentici colpi di ingegno. Una di queste 'armerie ecologiche' è particolarmente bella. E le sue invenzioni sono colorate, 'pop', profumate e divertenti. Stiamo parlando dell'industria del design, dalle cui 'fucine' è appena emerso 'Olimax', un contenitore verde come le foglie dell'ulivo e oro come l'olio del Mediterraneo. La battaglia che si intraprende con quest'oggetto vede schierati, da un lato, le massaie, i ristoranti, le friggitorie e, dall'altro, l'olio vegetale. Si, perché quest'ingrediente, prezioso nella dieta nostrana, una volta che ha raggiunto temperature elevate (185°C) diviene tossico, ma perfettamente riciclabile per la produzione di vernici, per l'illuminazione e per il riscaldamento. 'Olimax', dell'italianissima Matiussi Ecologia, è un contenitore per raccogliere questo prezioso 'scarto'. Realizzato in polipropilene, il suo riempimento è agevolato da un'apertura ampia e da un filtro mobile: un 'bocchello' di scarico con 'sistema salva-goccia', che permette il facile svuotamento e che, quando è chiuso, funge da dispositivo 'anti-svitamento' di sicurezza. E tutto va in lavastoviglie. 'Olimax' risolve un problema che non sapevamo neanche di avere. Ma l'industria del design si sta ingegnando non solo a darci soluzioni su come differenziare gli scarti, ma anche nel restituirci i rifiuti, 'mutuando' il noto principio di Avogadro: "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", in una grande idea. Quanti di noi sanno come si 'separano' i pannolini nella 'differenziata'? Dove vanno a finire? Nell'indifferenziato secco? Nell'umido? Nella 'banda stagnata'? Ma cosa 'diamine' è 'sta 'banda stagnata'? Se poi prepari un bel 'pacchetto' da spedire al Centro di Progettazione, Design e Tecnologie dei materiali - il Cetma - dell'azienda Fater di Brindisi, loro li trasformeranno in un variopinto portachiavi, in un buffo 'portapenne', in un gadget divertente. Riconvertendo i granuli e la materia 'assorbente-cellulosica' attraverso procedimenti di separazione e sterilizzazione in autoclave, si ottiene, infatti, una plastica composta da poliolefine e cellulose. E noi possiamo acquistare un pensierino per Natale: mica male! Ma si sa, in tempi di crisi non persuade tanto l'idea di poter acquistare un piccolo 'presente' ecosostenibile, quanto quella di risparmiare danaro. Ecco, allora, che il design va 'oltre', coniugando l'impiego di materiali ecosostenibili e linee accattivanti con una 'tecnologia del risparmio'. Un connubio le cui 'nozze' si celebrano nel nostro portafoglio grazie alla 'Twin-line Nova' di Finstral, una modernissima finestra che rappresenterà, ben presto, un vero e proprio investimento irrinunciabile nelle nostre case. 'Twin-line' è una finestra ecologica che, al classico alluminio del telaio, accosta il Pvc, interamente riciclabile, in alternativa al poliammide, che non lo è. 'Twin-line', inoltre, è funzionale alle caratteristiche progettuali di un'anta accoppiata. Ed è garanzia di risparmio energetico, poiché protegge dagli sbalzi termici esterni, è assai efficace nell'isolamento acustico e garantisce un autentico comfort abitativo. Magari, ci saranno anche altre finestre che possono vantare uno o due di questi vantaggi. Ma Finstral non si è fermata lì. E ha dunque disegnato 'Twin-line' con il profilo dell'anta minimo, quasi invisibile dall'esterno, con il risultante aumento della superficie vetrata, che determina la massima luminosità degli ambienti. E non sia mai che la luce sia troppa! Che fai? Aggiusti la chiesa e rompi la sagrestia? Eh, no! 'Twin-line Nova' ha la 'veneziana' collocata all'interno, tra quei vetri che pensavamo garantissero solo l'isolamento termico. Insomma, il design di oggi, quello italiano, ha definitivamente valicato le barriere che lo tenevano costretto nei canoni del 'vezzo lussuoso', per invadere e assorbire gli spazi della tecnologia ecosostenibile, ponendo tre principi a baluardo della sua conquista: a) materiali non tossici, creati attraverso processi che utilizzano energia alternativa; b) risparmio energetico: processi e produzione che consumano meno energia; c) qualità e durabilità: maggiore resistenza all'usura garantendo un funzionamento ottimale.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio