Clelia MoscarielloL’attrice e testimonial degli stilisti, come lei ama definirsi, Linda Pavlova, è di origine slovacca. A febbraio 2013 ha vinto il concorso ‘Miss Cinema Europa’ e, ad aprile, è stata selezionata per il film ‘Non è mai troppo tardi!’, per la regia di Giacomo Campiotti, che uscirà quest’anno e sarà trasmesso dalla Rai. Si tratta di un film nel quale Linda interpreta una delle gemelle Kessler. L’attrice ama il nostro Paese, la sua cultura e il suo cibo. Ormai da un anno vive a Roma. Più di recente è stata giudicata, da una prestigiosa giuria internazionale, tra le 8 donne più belle del mondo durante la finale del concorso di bellezza ‘Miss Eurovisione’, che si è svolto a Istanbul, in Turchia, lo scorso novembre. Una notizia che non è stata colta dai media, ma che non poteva sfuggire all’occhio ‘lunghissimo’ della nostra redazione. La Pavlova è bellissima: alta un metro e 85 centimetri, bionda, occhi azzurri. Essendosi stabilita qui da noi, nel concorso internazionale ‘Miss Eurovisione’ ha pertanto rappresentato l’Italia. Sembra veramente un angelo sceso dal paradiso, eppure vuol’essere giudicata per la sua intelligenza. Linda, infatti, ha due lauree, una in Lingua e cultura inglese, l’altra in Pubbliche relazioni. Una donna perfetta? Abbiamo cercato di scoprirlo in quest’intervista.

Linda Pavlova, qual'è la tua terra d’origine?
“Vengo dalla Slovacchia, ma ormai da più di un anno vivo a Roma”.

Che lavoro fai?
“L’attrice e la testimonial degli stilisti”.

Che film hai fatto?
“A febbraio 2013 ho vinto il titolo di ‘Miss Cinema Europa’ 2012 e, dopo due mesi, ho vinto un casting per il film ‘Non è mai troppo tardi!’, che uscirà nel 2014 e sarà trasmesso dalla Rai”.

E’ il film in cui hai interpretato una delle gemelle Kessler: ma cosa farai adesso?
“Ho appena rappresentato l’Italia a Istanbul, dove sono stata giudicata tra le 8 donne più belle tra cinquanta Paesi del mondo”.

Hai iniziato come modella?
“No: sono laureata. Ho fatto e faccio ancora la modella, ma in realtà ho due lauree. Il mio sogno sarebbe quello di fare sia l’attrice, sia l’indossatrice. Entrambe queste professioni esprimono una loro caratteristica: la testimonial apre la sfilata ed esprime la propria personalità, mentre l’indossatrice deve manifestare classe, stile ed eleganza”.

Progetti per il futuro?

“Ho un progetto in Cina, un altro concorso di bellezza in cui rappresenterò nuovamente l’Italia. Il mio sogno è andare ad Hollywood, anche se mi trovo molto bene qui da voi, per la mentalità e il cibo. Di solito, tutte le persone vedono le modelle bellissime, secondo un canone estetico estremizzato, ma io ho sempre ritenuto molto importante, nella vita, dimostrare di essere una ragazza intelligente, con delle qualità vere, bella soprattutto dentro…”.

Concorsi di bellezza a parte, puoi parlarci un po’ di te?
“Sono laureata in Lingua e cultura inglese e in pubbliche relazioni. Si tratta di due specializzazioni importanti, conseguite presso l’Universita´ di Prešov, un ateneo molto accreditato in Slovacchia. Ho anche un diploma di ballerina professionista in danze latino-americane e, in questi anni, ho collezionato numerose esperienze artistiche come testimonial di importanti case di moda, come showgirl e, più di recente, come attrice. Ribadisco: non sono solo ‘bella’: so ballare e recitare, come si dice qui da voi in certi ‘casi’…”.

Cosa pensi del livello di cultura ‘media’ degli italiani?
“Qui da voi sto ancora muovendo i ‘primi passi’, ma trovo che l’Italia sia il Paese della cultura per eccellenza, con un patrimonio storico e artistico unico al mondo. Ho colto un certo tipo di dibattito in corso, poiché ovviamente ho notato qualche ‘retaggio’ che tende a limitare, in ambiti artistici e professionali, il ruolo femminile. Ma io credo che anche l’Italia stia attraversando un momento di risveglio su come il ruolo delle donne, anche di quelle più belle, sia in pieno sviluppo e diversificazione. Io sono molto fiduciosa sul futuro dell’Italia, anche sotto il profilo di una sua definitiva maturazione civica e sociale”.

Non pensi che la donna, in particolar modo in Italia, sia ancora impegnata a combattere contro antiquati ‘soffitti di cristallo’, che le impediscono di accedere a professioni dirigenziali di maggior responsabilità?

“Penso che ogni Paese abbia il proprio cammino evolutivo e che l’Italia e le donne italiane otterranno ciò che giustamente e, forse, anche storicamente, spetta loro di diritto. Quel che posso dire a titolo personale è che qui, in Italia, mi ritrovo spesso a dover combattere contro una superficialità ‘opposta’ a quella lamentata in molti discorsi: esiste una forma di discriminazione della donna in quanto ‘bella’, un aspetto diverso rispetto ai soliti ‘luoghi comuni’. E’ per questo motivo che ci tengo molto a far sapere che ho un ‘cervello’: non accetto che mi si dica che i traguardi raggiunti in questi anni li avrei ottenuti esclusivamente perché sono una bella ragazza. Ho studiato molto, nel mio Paese. E mi sono impegnata in ogni cosa che ho fatto, anche nel ballo. Naturalmente, so che devo studiare ancora tanto se voglio raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata. Ma si tratta di un’idea tutto sommato abbastanza ‘normale’ per me: non ho mai fatto altro, fin da bambina. E non ho mai preteso che tutto mi fosse ‘dovuto’ in quanto ‘bella’. I concorsi di bellezza a cui ho partecipato selezionano le ragazze in base ai criteri più diversi, al contrario di quel che si crede solitamente. Sono passaggi obbligati, che tuttavia non derivano dalla ricerca di un modello o di una nuova ‘icona’ che colpisca l’immaginario collettivo: quello è solo un aspetto secondario di questa professione, non quello fondamentale. Nel momento in cui affermo di essere una ragazza intelligente, intendo dimostrare di sapere che solo con la bellezza non si può andare molto lontano. Voglio dire, cioè, esattamente il contrario: posso farcela, perché sono abituata a lavorare. Mettetemi alla ‘prova’, dunque…”.

Allora sei tu il ‘nuovo che avanza’?
“Diciamo che i risultati conseguiti in questi anni e le esperienze fatte mi hanno donato un certo grado di consapevolezza nei miei mezzi e nelle mie potenzialità. Un tipo di energia che non vorrei fosse scambiata per ‘supponenza’, bensì per equilibrio, sicurezza, personalità, carattere. Voi italiani, in questo, avete una definizione che mi ha sempre divertito: la ‘gatta morta’… Ecco, io non sono una ‘gatta morta’. E sono certa di avere le ‘carte’ giuste per dimostrare il mio valore artistico e professionale”.




(intervista tratta dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)
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i - sar - Mail Web Site - giovedi 4 settembre 2014 23.57
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Indian - SARDIGNA - Mail Web Site - giovedi 4 settembre 2014 23.50
Complimenti Clelia!


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