Francesca BuffoVoci dalla piazza per promuovere la piazza. Potrebbe sembrare un riferimento a Grillo (uffa che noia!) è invece si tratta della campagna pubblicitaria di Piazza Italia di queste ultime settimane. Denominata “Cogito, ergo exprimo”, la campagna propone 10 volti di giovani anonimi che lanciano messaggi di elegante ironia sulla situazione attuale italiana: tutte frasi che siamo abituati a sentire bevendo un caffè al bar o viaggiando sui mezzi pubblici. È il malcontento degli italiani espresso in sintesi (dalla fuga dei cervelli ai tagli della scuola, per intenderci). Indubbiamente, l'effetto dello slogan dipinto sulla faccia in formato poster attira l'attenzione e fa sorridere. Ma l'efficacia del messaggio merita qualche riflessione su come sia facile attirarsi le simpatie degli italiani semplicemente dando eco al loro malcontento. Non stiamo parlando di politica, penserete. E invece no, perché il noto marchio di abbigliamento italiano - che qualcuno è arrivato a definire ‘democratico’, ma cosa significa? - anche in passato aveva utilizzato slogan indirizzati al parlamento per veicolare la collezione bambini (vedi il poster: "Signori politici dobbiamo ridurci la ‘paghetta’ per dare il buon esempio?). Chiaramente, per l'azienda si tratta di operazioni di marketing ben costruite, con azioni che cercano di coinvolgere il pubblico anche attraverso i social media. Infatti, dal 10 marzo, sulla pagina ufficiale di Facebook e su Apple store all'interno dell'applicazione mobile ‘Piazza Italia’ è disponibile l'applicazione “Prova a metterci la faccia”, attraverso la quale sarà possibile caricare o ‘scattarsi’ sul momento una foto in primo piano, scegliendo una delle frasi della campagna che si preferisce e adattarla a proprio piacimento, zoomandola o ruotandola, al proprio volto, condividendola su tutti i social network (instagram, twitter, facebook) con l’hashtag #ilpensierocheconta. Non lamentiamoci, però, se il nostro è un Paese drogato di ‘opinionismo’.




(articolo tratto dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)
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ARBOR - MILANO - Mail - martedi 2 aprile 2013 16.28
Non è opinionismo, siamo a livello di quei quattro imbecilli che lasciano il loro segno imbrattando i muri con una bomboletta spray. Quando la gente vuole esprimere un'opinione scrive, magari su un giornale, spiegando (anche in modo rozzo) perchè e percome vuole dire qualcosa. Le foto (più o meno zummate) seguite da una (più o meno stupida) frase, fanno solo gli interessi di chi ci contrabbanda delle raccolte di banalità come "social network" con decine di immaginette pubblicitarie a lato.


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